Le ragioni del dubbio. L’arte di usare le parole
Autrice: Vera Gheno
Editore: Einaudi
Anno edizione: 2021
Genere: Linguistica
Pagine: 192
Consigliato a chi ama la lingua italiana e le sue sfumature, chi è curioso di indagare l’evoluzione della nostra società attraverso la lente della linguistica, chi desidera rendere più efficace la propria comunicazione.
di Elisa Vuaran
Cosa può dire il nostro vocabolario su di noi e quali sono le caratteristiche di una comunicazione consapevole – di persona, e oggi soprattutto online?
La nostra amata lingua – con buona pace di chi sembra non riuscire a rassegnarsene – è in continua evoluzione: è viva, e riflette i mutamenti che inevitabilmente interessano le comunità. I cambiamenti possono essere lenti, costanti e impercettibili. Non parliamo più come si sarebbe espresso Ugo Foscolo, ma – ed è meno immediato rendersene conto – non utilizziamo nemmeno lo stesso lessico che si usava anche solo qualche anno fa: ce ne siamo accorti quando, di recente, è tornato in voga il termine movida, con cui probabilmente nessun giovane d’oggi avrebbe mai pensato di riferirsi alla vita notturna. In altri casi, invece, si tratta di rivoluzioni al limite del tumultuoso, come quella che sta avvenendo con lo schwa (ə), simbolo dell’alfabeto fonetico internazionale che corrisponde a una vocale media: per rispondere a nuove esigenze bisogna battere nuove strade, e spesso le soluzioni vengono dal basso, dalla platea della stessa comunità che porta alla luce i problemi. La lingua cambia dunque, sia nel tempo che nello spazio, di regione in regione e con registri diversi in contesti diversi, e si modifica contaminandosi non solo con termini derivati da altre lingue, ma anche importando nell’uso corrente lemmi provenienti da ambienti di nicchia (in questo periodo, per esempio, abbiamo familiarizzato tutti con parole proprie del lessico medico come sierologico, antigenico, intubazione…).
Proprio per queste ragioni chi vuole comunicare in modo chiaro per essere parte attiva e consapevole della società non dovrebbe fossilizzarsi troppo su posizioni superate e potrebbe invece trarre grande beneficio da un sano esercizio della curiosità nei confronti dell’etimologia e di tutte le forme di comunicazioni informali – incluse le etichette dei prodotti da bagno – e del dubbio, prendendosi sempre del tempo: per assicurarsi di aver capito e di avere le giuste competenze per rispondere, per scegliere le parole migliori e quindi per assumersene serenamente la responsabilità. In questo senso si dovrebbe dare più valore al silenzio, inteso sia come modalità di espressione – come nei famosi silenzi che valgono più di mille parole – sia come spazio in cui si dipana il pensiero, si soppesano i pro e contro: la lingua infatti è anche politica, e curare la comunicazione significa rendersi conto di quando questa venga utilizzata per manipolare le opinioni o indirizzare i pensieri d’odio; saper valutare la posta in gioco in questi casi può fare la vera differenza.
Le ragioni del dubbio è un manuale di autodifesa verbale, una fotografia della società italiana attuale e passata, un saggio ricco di curiosità scritto con leggerezza nello stile, ma da una persona che conosce bene la materia che sta trattando: Vera Gheno si esprime su temi spinosi e intricati – quali la questione femminile e in senso più ampio quella di genere – con competenza, portando sia la propria esperienza umana e accademica sia un vasto apparato di citazioni commentate e di note di approfondimento, che invitano a mettere da subito in pratica i princìpi appresi nel corso della lettura e di andare a verificare di persona le fonti, esercitando il pensiero critico ed espandendo i propri orizzonti di conoscenze. Al termine di ogni capitolo sono presenti elenchi riassuntivi di domande da porsi per esercitarsi nell’arte del dubbio: un modo simpatico e immediato per interrogarsi sui propri comportamenti e riportare alla memoria i suggerimenti utili per la pratica della parola di qualità. Per lo stile confidenziale, leggendo questo breve saggio si ha quasi l’impressione di ricevere i consigli di un’esperta nel corso di una chiacchierata amichevole: non per nulla l’autrice sa come scrivere bene.
Il libro in una citazione
«Semplicemente, comunicare meglio fa, a mio avviso, vivere meglio.
Tuttavia, ritengo che sia necessario operare un rovesciamento di paradigma, una piccola rivoluzione interna. Solitamente, siamo abituati a pensare che la comunicazione di default funzioni, e che di tanto in tanto accada un inghippo che fa inceppare il meccanismo: a quel punto, ecco che abbiamo le crisi, i discorsi d’odio, i fraintendimenti e tutto il resto. Credo che le cose non stiano esattamente così. Penso, infatti, che la comunicazione richieda un grande impegno da parte di tutti i partecipanti.»
12 novembre 2021
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