di Sabrina Bergamini
Nel segno della falena
Autrice: Erminia Dell’Oro
Editore: La Tartaruga
Edizione: 2021
Genere: Gialli & Noir
Pagine: 208
Consigliato ai lettori che apprezzano le storie ambientate in Paesi lontani, con culture diverse dalla nostra, e che amano i romanzi con un alone di mistero.
Milano, 2003. Nel giorno di Ferragosto, l’anziano ex giornalista e scrittore Massimo Arcani, celebre per i suoi reportage da tutto il mondo e le sue collaborazioni con prestigiosi quotidiani, si trova nel proprio lussuoso appartamento. Riflette sul suo passato e sulla sua attuale condizione di solitudine. A un certo punto qualcuno suona al citofono: lo avvisano che una giovane in grave difficoltà lo sta cercando. La ragazza sta male, hanno chiamato l’ambulanza. Temendo che si tratti dell’adorata nipote Sveva, Massimo non esita a scendere per strada ma, giunto in portineria, si trova di fronte il proprio assassino, che lo strangola con una grossa corda. Incaricato delle indagini è il commissario di polizia Antonio Franchi. Presto vengono alla luce i pessimi rapporti della vittima con la figlia e il genero, che però hanno un alibi di ferro. Si scopre che Arcani in passato è stato un impenitente donnaiolo ma, anche su questo fronte, non ci sono sbocchi per le indagini.
Asmara, 1970. Un medico italiano, il dottor Saro Scianna e la sua bellissima amante – la giovane infermiera meticcia Mariangela – hanno una lite furibonda. In un impeto di gelosia, l’uomo uccide la ragazza e poi s’impicca a un albero. Questo drammatico evento getta nella disperazione la madre di lei, Berhan, che da tempo è internata in un manicomio. Una sera Rosina, capoinfermiera nonché amica intima di Mariangela, profondamente sconvolta per la sua scomparsa, viene uccisa da un uomo incappucciato, che la strangola con una corda.
Una sorte simile a quella di Rosina tocca, non molto tempo dopo, a Lorenzo Maris, musicista italiano che, trasferitosi nella capitale eritrea, assiste i bambini orfani e porta sollievo ai malati del lebbrosario con la sua musica. Lorenzo, però, riesce fortunatamente a salvarsi.
Tutta questa vicenda non può che affascinare Fabio Argenti, giovane insegnante d’inglese del liceo di Asmara. Ragazzo dall’indole romantica e inguaribile sognatore, il professore vuole indagare sui fatti che stanno terrorizzando gli abitanti della città: è animato dal proposito di scrivere un racconto in merito. In particolare, è attratto dalla leggenda della falena notturna che, secondo la tradizione locale, è presagio di morte e simbolo di mistero, e che lui non può fare a meno di ricollegare al maniaco strangolatore.
Trascorrono i mesi, poi gli anni. A Milano la vita di alcuni personaggi che abbiamo conosciuto in Eritrea si interseca lentamente ma inesorabilmente con l’omicidio di Massimo Arcani.
Nel capoluogo lombardo ritroviamo Fabio, ormai maturo: ha sposato una bellissima donna eritrea, sua ex studentessa, e ha pubblicato il suo libro di racconti. Qui incontriamo anche Lorenzo Maris, destinatario di misteriose e inquietanti lettere, e scopriamo che il commissario Franchi è andato in pensione e ha affidato le indagini del caso Arcani all’altrettanto zelante commissario Daniela Lenti. Tutti loro convergeranno in un’unica vicenda fatta di dolore, abbandoni e tradimenti.
Nel segno della falena è un noir, in cui però gli omicidi e le conseguenti indagini non sono che un pretesto per raccontare la realtà degli abitanti dell’Eritrea, ex colonia italiana.
Durante l’occupazione, moltissimi italiani – dapprima principalmente soldati ma in seguito anche comuni cittadini – trascorsero molti anni nella bella terra africana. Molti di questi uomini intrecciavano relazioni significative con le splendide ragazze del posto ma, di frequente, le relazioni terminavano tristemente, con il ritorno in patria dell’uomo e l’abbandono della ragazza eritrea, spesso incinta.
Erminia Dell’Oro, 82enne scrittrice eritrea di ascendenza italiana nata proprio ad Asmara, in questo romanzo affida la narrazione a una voce esterna, che racconta al presente, come fosse testimone delle scene che sta descrivendo, attraverso una prosa molto limpida, senza fronzoli.
Le due storie, quella italiana e quella eritrea, vengono inizialmente proposte come indipendenti l’una dall’altra, alternando di volta in volta la vicenda di Milano a quella di Asmara.
All’inizio del romanzo sono inseriti due elenchi ben distinti dei personaggi – che sono numerosissimi e, spesso, somiglianti tra di loro – che si rivelano di grande aiuto per seguirne con attenzione le vicissitudini.
Sarebbe stato molto interessante approfondire la caratterizzazione dei personaggi: descrizioni più particolareggiate sia degli italiani sia degli eritrei avrebbero probabilmente favorito un maggiore coinvolgimento da parte di noi lettori.
Molto intricate sono le due trame che, quando s’intersecano a metà libro, rendono difficoltosi la comprensione di tutti i dettagli e il tentativo di giungere alla soluzione del mistero.
Anche in Nel segno della falena Ermina Dell’Oro, che ha pubblicato molti libri sia per adulti sia per bambini, quasi sempre ambientati nella sua terra natale – segnaliamo Asmara, addio, vincitore del prestigioso Premio opera prima Città di Roma nel 1988 e ripubblicato nel 2020 dalle edizioni La Tartaruga – affronta il delicato tema dei cittadini eritrei che, trasferendosi in Italia, si aspettano di integrarsi e realizzare i propri sogni.
In fondo l’Italia è la loro seconda patria, spesso i loro nonni sono italiani e il più delle volte gli immigrati provenienti da Asmara sono meticci, nati dall’unione clandestina tra un bianco e una nera. Invece, la realtà che si presenta loro una volta arrivati nel Belpaese è molto differente: l’Italia ha quasi dimenticato la propria ex colonia africana, che forse fa parte della storia che vuole cancellare.
Tutto questo, secondo l’autrice, è origine di tanto dolore, odio, frustrazione. Nel caso dei protagonisti di Nel segno della falena, va a culminare nell’omicidio.
Il libro in una citazione
«Mi piacerebbe fare un viaggio in Eritrea, prosegue poi Daniela, deve essere un paese affascinante. Quell’anziana donna quasi piangeva nel ricordare Asmara. Eppure, nonostante sia stata una colonia italiana nessuno sa dove sia. […] Quando vado al mercato, di donne eritree ne vedo, ho imparato a riconoscerle. Sappiamo pressappoco quanti ce ne sono. Loro avevano un legame con l’Italia, anche perché parlavano l’italiano. Chissà che sorpresa quando si sono accorti che del loro paese quasi nessuno ne sapeva niente.»
2 novembre 2021
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