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Home » “LA BANDA DEGLI UOMINI” SULLE TRACCE DELL’ASSASSINO NELLA MILANO DEGLI ANNI TRENTA

“LA BANDA DEGLI UOMINI” SULLE TRACCE DELL’ASSASSINO NELLA MILANO DEGLI ANNI TRENTA

La copertina "La banda degli uomini" di Flavio Villani (Beat)

La banda degli uomini
Autore: Flavio Villani
Editore: Neri Pozza
Genere: Gialli & Noir
Anno edizione: 2021
Pagine: 255

Consigliato a chi ama immergersi in certe atmosfere del passato milanese scoprendo anche lo stile di vita dell’epoca.

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di Enzo Palladini

Lo scenario è una Milano povera e pronta a tutto, a un niente dallo scoppio della seconda guerra mondiale. Siamo alla periferia nord, al di là di Piazzale Loreto, tra case popolari dove non entra il sole e osterie dove si beve vino di bassissimo livello con conseguenze facilmente immaginabili.

Carlin Parini è il padre non certo esemplare di cinque figli che mantiene a fatica, ha simpatie socialiste che forse non capisce fino in fondo e una moglie disposta a tutto più per la prole che per il consorte.

Una sera il Carlin rientra a casa messo peggio del solito, malfermo sulle gambe e sanguinante. Dice di essere caduto, ma la mattina dopo viene trovato morto nella sua branda. Viene portato all’obitorio e il medico non crede alla versione della caduta accidentale, così come non ci credono i due figli più grandi, l’intellettuale Tommaso e il ribelle Arturo. Vogliono giustizia e per ottenerla decidono di formare una banda che viene comandata da Tommaso e formata da ragazzi che Arturo recluta nell’officina dove lavora. Poi però lo stesso Arturo e il suo compare Gesuèt incrociano la ricerca della verità sul Carlin con una vicenda molto più grande di loro, un furto d’arte su commissione al quale partecipano loro malgrado.

Generalmente, un grande scrittore chiede la collaborazione di un esperto specifico per il lessico da utilizzare in certe circostanze. In La banda degli uomini le due figure coincidono perché Flavio Villani di professione fa il medico e il racconto dell’autopsia alla quale il corpo del Carlin viene sottoposto, per scoprire poi che in realtà è stato ammazzato di botte, ha la completezza e la precisione che solo chi sa può mettere in gioco. Ma è davvero da ammirare anche la perfetta conoscenza di quello che Milano era nel 1938 e ovviamente non è più, dei luoghi dove i gerarchi erano soliti ritrovarsi per ostentare il proprio potere e le proprie ricchezze, magari con l’aggiunta di qualche traffico situato oltre il limite della legalità.

Una storia appassionante e molto ben raccontata. Se proprio bisogna trovarle un difetto è la mancanza di una fine vera e propria, perché l’ultimo atto vero è l’assassinio di uno dei protagonisti (in negativo) durante un’affollata festa di Carnevale, ma tutto il resto va intuito, come il destino dei ragazzi, l’eventuale futuro della banda, il possibile esito delle indagini sulla morte del Carlin. Il romanzo è comunque un insieme che conquista dopo poche pagine e che accompagna il lettore fino alla fine, portandolo a immaginare come fosse la Milano dell’epoca, sia morfologicamente che socialmente.

Il libro in una citazione
«C’era qualcosa, una sorta di sesto senso, che gli diceva che l’odio dei momenti peggiori era solo un sentimento passeggero che, per qualche ragione, lui non era in grado di sostenere con la necessaria intensità.»

16 luglio 2021
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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