di Enzo Palladini

Dannati per sempre
Autore: Nicola Calathopoulos
Editore: Minerva
Anno edizione: 2021
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 368
Consigliato a chi sa usare l’ironia per sdrammatizzare le fobie della vita moderna.
La Spagna viene scossa da un clamoroso caso letterario. Il romanzo Dannati per sempre riscuote in tutto il Paese (e anche all’estero) un successo senza precedenti. L’opera tratta argomenti molto delicati, come la degenerazione di certi costumi della Chiesa cattolica, la pedofilia dei preti e il silenzio dell’istituzione ecclesiastica in proposito. Tutti temi analizzati non solo con grande competenza e cognizione di causa, ma anche con ironia e con un linguaggio che presenta interessanti tratti di originalità.
C’è però un particolare che rende Dannati per sempre ancora più intrigante: non si sa chi sia l’autore. O meglio: la firma è quella di tale Ferdinand Celouis, che in realtà non esiste. All’interno del libro non ci sono note biografiche e, anche attraverso ricerche approfondite su tutto il territorio spagnolo, è impossibile riuscire a ricostruire chi si nasconda dietro questo pseudonimo. Celouis non si ferma alla pubblicazione del libro, perché subito dopo avere raggiunto una popolarità che non si aspettava e che forse lui stesso non vorrebbe avere, inizia a collaborare con importanti testate giornalistiche scrivendo articoli di altissimo contenuto critico e informativo.
Tra le tante persone che tentano di scoprire l’identità di Celouis, ce n’è una che la prende un po’ troppo sul serio e finisce per farne l’ossessione della sua esistenza: Mauro Delgado, uno dei critici letterari più influenti di Spagna. Delgado perde il posto di lavoro e anche la ragione per cercare la vera identità dell’autore di Dannati per sempre e deve ricominciare da zero ogni volta che crede di essere vicino a una soluzione che alla fine troverà. Forse.
Chi ha avuto la fortuna di lavorare per qualche anno con Nicola Calathopoulos, giornalista, attualmente vicedirettore di News Mediaset, ha il piccolo privilegio di poter gustare tra le righe qualche particolare autobiografico infilato qua e là e qualche chicca ascoltata davanti alla macchinetta durante una pausa caffè. Ma chi si avvicina per la prima volta all’autore non deve temere di partire svantaggiato: lo stile è limpido e sempre velatamente ironico come nell’essenza umana di Calathopoulos, lo storytelling è basato su una struttura ben pensata e ben seguita, ci sono i colpi di scena al momento giusto, ci sono svolte imprevedibili ma anche analisi approfondite del carattere dei personaggi. Così, se qualcuno può provare inizialmente un senso di fastidio per la figura del professore universitario Gonzalo Carbonell, che è uno degli indiziati per identificarsi con Ferdinand Celouis, alla fine anche questo personaggio finirà per ispirare empatia e sarà un compagno di viaggio gradevolissimo lungo tutto il percorso.
Il libro in una citazione
«L’attesa di un evento garantisce un piacere solo apparentemente sottile e discreto; in realtà ti fa avvampare di desiderio.»
25 giugno 2021
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