di Sabrina Bergamini

N.E.O. La caduta del sole di ferro
Autore: Michel Bussi
Editore: edizioni e/o
Età di lettura: da 12 anni
Traduttore: Alberto Bracci Testasecca
Anno edizione: 2020
Genere: Fantasy
Pagine: 434
In questo libro trovi rispetto per l’ambiente, importanza dell’amicizia, antirazzismo e inclusione.
Consigliato a
adulti che amano il fantasy;
ragazzini che prediligono storie di avventura e mistero.
Una Parigi del futuro, come d’altra parte il resto del mondo, è completamente deserta, spopolata. È chiaro che si è verificato un disastro ambientale, qualche avvenimento catastrofico che ha quasi sterminato l’intera umanità. Nel cielo, accanto al sole, ce n’è un altro artificiale, che una volta all’anno emana raggi colorati per scandire il passare del tempo.
Gli unici sopravvissuti in questo scenario inquietante sono due gruppi di adolescenti, tutti dodicenni. Il primo gruppo vive accampato sulla Tour Eiffel, che è stata tappezzata di pelli per proteggersi dal freddo e dalla pioggia d’inverno e dal caldo cocente d’estate. Sono i ragazzi del Tepee, che si nutrono di cacciagione procurata nel Bois de Boulogne, diventato una vera e propria foresta, e dei pesci pescati nella Senna. Questi giovani vivono un po’ da selvaggi, ma tra loro si è instaurata una specie di gerarchia con a capo Akan e, come guida morale, una strana ragazza chiamata Mordelia. Nella parte opposta della città vivono invece i ragazzi del Castello (ovvero del Louvre). Non li si vede mai in giro per Parigi, non cacciano e si racconta che si nutrano di altri bambini.
I due gruppi di adolescenti s’incontrano solamente una volta all’anno, in occasione di una commovente cerimonia che si svolge sull’Île de la Cité. Insieme, rendono omaggio ai propri genitori, mai conosciuti, raccogliendosi in silenzio in un santuario (Notre-Dame).
La diffidenza dei ragazzi del Tepee verso i coetanei residenti al Castello aumenta pericolosamente quando molti animali, in particolare gli uccelli, vanno via via ammalandosi. Chi se ne nutre, si sente subito male: il sospetto è che i ragazzi del Castello vogliano avvelenare il cibo dei ragazzi del Tepee.
Dunque Akan e Mordelia inviano il loro più agile compagno, Zyzo, a fare la spia: deve introdursi nel Castello e scoprire la causa dell’avvelenamento. Zyzo, il nostro protagonista, si fa subito catturare ed entra così in contatto con i coetanei del Louvre, dove si ritrova catapultato in un mondo affascinante e per nulla ostile. Qui viene a sapere che il sole di ferro è stato posto in cielo dai genitori dei ragazzi del Castello ed è un’apparecchiatura che permette loro di usufruire della corrente elettrica, del riscaldamento e di tutta la tecnologia più moderna in modo che possano seguire su grandi schermi lezioni di storia, scienza e arte registrate con dedizione dagli adulti prima di morire. La donna che parla nei video, Maria Luna, è considerata una mamma da tutti loro.
Zyzo apprende anche che, diversi anni prima, una nube tossica ha contagiato tutti gli esseri viventi. Gli adulti hanno però avuto il tempo – circa sei anni – per mettere in salvo i propri figli. Zyzo rimane sconvolto e allo stesso tempo commosso quando comprende il motivo per cui tutti i sopravvissuti hanno esattamente dodici anni. Con lui anche il lettore ne rimarrà certamente colpito.
Affascinato, Zyzo si rende conto che i ragazzi del Castello non mangiano carne umana, anzi! Sono vegetariani e coltivano in sofisticate serre tutto il cibo di cui hanno bisogno. Nessun cannibale, allora!
Al Castello sono suddivisi in tre grandi gruppi: i Sapienti, coloro che amano studiare e conoscere la storia, le scienze e l’astronomia; i Soldati, ragazzi e ragazze atletici il cui compito principale è mantenere l’ordine e la pace (nel Castello sono vietate le armi); le Scimmie, artisti cui è affidato l’incarico di tramandare la bellezza delle opere d’arte. Mentre Zyzo e gli abitanti del Louvre imparano a essere amici, i ragazzi del Tepee iniziano a considerare di muovere un attacco contro la fazione opposta. La battaglia che si preannuncia è molto più di una scaramuccia tra adolescenti: è in gioco il futuro dell’umanità.
Gli eventi precipitano e tante sono le domande che emergono: chi erano genitori di questi adolescenti? Se gli adulti avevano messo a disposizione dei ragazzi del Castello potenti tecnologie per preservarne la vita, perché non avevano fatto altrettanto per i bambini del Tepee? Chi si è occupato di crescere questi figli meno fortunati? Chi li ha accuditi? Chi o cosa sta provocando la moria degli animali? Cosa significa la sigla N.E.O, che è incisa su tanti manufatti tecnologici presenti nel Castello? In Francia, o meglio, nel mondo esistono altri gruppi di dodicenni sopravvissuti?
Tanti colpi di scena e altrettanti personaggi accattivanti attraversano le pagine di N.E.O. La caduta del sole di ferro, primo volume della saga per ragazzi scritto dal famoso e apprezzato giallista francese Michel Bussi. È facile affezionarsi a Zyzo, Akan, Mordelia, Agnel, Chrysanthe con la sua bambola di paglia. È impossibile non innamorarsi della regina Alixe, dell’intelligentissimo Ogenor, di Saby, di Giovanni d’Arco e di tanti, tantissimi altri tra cui un ragazzo disabile e uno omosessuale.
Chi ama Bussi per i suoi gialli raffinati e complessi – ricordiamo certamente il celebre Ninfee nere – oppure chi ne apprezza i libri ricchi di intrighi (Non lasciare la mia mano, Forse ho sognato troppo, La doppia madre) si troverà molto stupito nel leggere una storia completamente diversa, assolutamente imprevedibile e lontana dai soliti schemi. D’altra parte, l’autore si era già cimentato a narrare un racconto con personaggi adolescenti nel romanzo La follia di Mazzarino, dove un gruppo di ragazzini, seppur attorniato da adulti, si trova a indagare riguardo un intricato enigma.
In N.E.O. La caduta del sole di ferro si affrontano peraltro molti temi importanti quali il rispetto per l’ambiente, il razzismo e l’inclusione di persone disabili e/o con diverso orientamento sessuale, questo sempre in maniera molto delicata e con linguaggio adatto ai lettori giovani.
Lo stile della scrittura rimane quello che ha sempre contraddistinto Bussi: fresco, chiaro, capace di mantenere viva l’attenzione. Bussi non smentisce la propria imprevedibilità presentando dapprima uno scenario distopico e desolato per poi concludere con un grande messaggio di speranza e di pace.
Il libro in una citazione
«Si baciarono teneramente mentre il cielo si illuminava di alti e variopinti fuochi d’artificio. Visibili da lontano, lontanissimo, il più lontano possibile. Come per fare sapere a tutti, nel raggio di chilometri, che lì stava nascendo un nuovo mondo.»
11 giugno 2021
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