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Home » “UN ESPERIMENTO D’AMORE”, HILARY MANTEL NARRA I DOLORI DELLA GIOVANE CARMEL NELLA SWINGING LONDON

“UN ESPERIMENTO D’AMORE”, HILARY MANTEL NARRA I DOLORI DELLA GIOVANE CARMEL NELLA SWINGING LONDON

La copertina del libro "Un esperimento d'amore" di Hilary Mantel (Fazi Editore)

Un esperimento d’amore
Autrice: Hilary Mantel
Editore: Fazi
Traduttrice: Giuseppina Oneto
Genere: Moderna e contemporanea
Anno edizione: 2021
Anno prima edizione: 1995 (Inghilterra)
Pagine: 238

Consigliato a chi ama i romanzi di formazione e le storie di emancipazione femminile.

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di Sabrina Colombo

Anni Sessanta, Nord dell’Inghilterra. Carmel McBain è figlia unica di genitori appartenenti alla classe operaia. È di origini irlandesi, cattolica. Grazie alle sue capacità riesce a ottenere l’ammissione a un college retto da suore, il Santissimo Redentore, che le permetterà di accedere alla prestigiosa facoltà di Legge della London University. 

Carmel vive un rapporto conflittuale con la madre, donna forte e dignitosa ma vinta dalle fatiche e dalle delusioni accumulate, che vede nella giovane lo strumento per riscattare se stessa, in primo luogo, dal destino di subalternità e privazioni continue cui è stata costretta.

“Ero cresciuta credendo – anzi, vedendo con i miei occhi – che mia madre era una donna molto potente. Non era una persona da cambiare idea. Promulgava i suoi editti e io ubbidivo.”

Carmel approda allo studentato universitario e davanti a lei si spalancano le porte del futuro: sono gli anni dell’emancipazione femminile, che passa attraverso la moda della minigonna, le riunioni dei giovani socialisti, l’idealismo libertario, l’abbandono della religione cattolica e dei suoi dogmi tradizionali e fortemente repressivi, la rivoluzione sessuale, l’uso degli anticoncezionali, il ricorso all’aborto.

Carmel vive sulla propria pelle tutte le contraddizioni di quel periodo, in una continua tensione fra il desiderio di affrancarsi dal ruolo tradizionale di moglie e madre, già scritto per le ragazze di quella generazione di passaggio, e l’amore per il suo fidanzato, noioso e borghese fino al midollo.

“Niall non aveva niente di rabberciato; di natura era un quarantenne con in mano le chiavi di una Rover che parcheggia davanti a un buon albergo raccomandato dagli amici. L’inganno non gli si addiceva.”

“… Lui sembrava esattamente quello che era e nient’altro: il pilone che gioca in una squadra di rugby di un liceo settentrionale, un uomo di famiglia in divenire.”

Il contatto con ragazze di diversa estrazione sociale e culturale – Karina l’immigrata, ombrosa, arrivista e manipolatrice; Julianne, libera ed estroversa, futura psicoterapeuta; Lynette, di buona famiglia e generosa con tutte al limite della prodigalità; Sue, sprovveduta, che sceglie di interrompere la pillola per vedere se il suo corpo è in grado di procreare – la arricchisce interiormente e la porta a confrontarsi per la prima volta con i suoi desideri e le sue paure profonde:

“Eravamo addestrate a dilazionare le gratificazioni, a coccolare e allenare e ostentare le nostre capacità mentali, ma adesso i nostri corpi manifestavano le loro esigenze. Avevamo fatto sesso; il sesso generava il desiderio delle sue conseguenze.”

“Non ne parlavamo ma ogni corridoio di Tonbridge Hall fremeva di panico da fertilità.”

Carmel, progressivamente, prende di coscienza del problema alimentare di cui soffre e delle fragilità che esso sottende, avvia e infine vince la battaglia contro il demone dell’anoressia che l’ha condotta a un passo dal distruggersi.

“Era una frattura netta, scritta nel mio corpo; sentivo le ossa a pezzi, le schegge e le frastagliature che cercavano di trovare il modo di forarmi la pelle.”

Il fascino del romanzo sta nell’essere un affresco storico – genere in cui la Mantell è maestra, avendo vinto due volte il Man Booker Prize nel 2009 e nel 2012 con i primi due volumi della trilogia dei Tudor – scritto in prima persona con un tono frizzante e sbarazzino, spiritoso e sentimentale, largamente introspettivo.

Il lettore della Mantel ritrova pienamente il suo stile, fatto di un fraseggio corposo, con un’aggettivazione ricca che serve a scolpire nella mente i luoghi, il carosello di personaggi e le atmosfere della storia che ha scelto di raccontare.

Un esperimento d’amore è in definitiva la cronaca “dell’esperimento di vita” di molte donne, all’alba degli anni Sessanta in una Londra già multietnica e multiculturale, che si sono trovate nella condizione di contestare una società fortemente maschilista, abbattendo i pregiudizi e i retaggi del passato con determinazione e spirito pionieristico.

Una bella prova per l’autrice che si dimostra eclettica e sempre in grado di convincere il lettore più raffinato.

18 maggio 2021
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il libro in una citazione
«… non voglio che pensiate che questa sia una storia di anoressia. Ce ne sono troppe, ci sono romanzi interi su ragazze svagate, viziate, ragazze che si riducono a spettri e poi scoppiano come palloncini a una festa. No: e tuttavia in parte questa è una storia di carne, di corpi che contengono la nostra mente… Diciamo allora che questa è una storia che riguarda l’appetito nei suoi tanti risvolti e aspetti, nelle sue perversioni e nella sua fragilità, nei suoi strani rifiuti e capovolgimenti. Per ora questo è sufficiente.»

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