di Elisa Vuaran

Fiore di roccia
Autrice: Ilaria Tuti
Editore: Longanesi
Anno edizione: 2020
Genere: Romanzo storico
Pagine: 320
Consigliato a chi ancora non immagina quante emozioni sincere si possano nascondere nella grande Storia.
Agata Primus è una giovane donna forgiata dalla montagna: infaticabile, dai principi e dai nervi saldissimi, semplice ma sensibile ai valori dell’umanità e all’arcaica bellezza della natura.
La sua vita si divide tra la cura del padre, immobilizzato a letto dalla malattia e inerme come un lattante nella loro casa spogliata dalla Grande guerra, e le pericolose missioni di “portatrice”. La campagna bellica infatti costringe ogni giorno lei e le altre donne del paese a caricarsi sulla schiena cibo, lettere, medicinali e pesanti munizioni e a inerpicarsi per ore sulla montagna per portare aiuto ai giovani soldati, tagliati fuori dal mondo e mandati al massacro per difendere il confine carnico.
Oltre a dover affrontare la visione dei corpi mutilati dopo le battaglie, Agata dovrà guadagnarsi la stima del Capitano Colman e soprattutto dovrà venire a patti con una difficile verità: i “demoni” che si trovano dalla parte opposta della linea di fuoco sono esseri umani proprio come lei.
Ilaria Tuti, già autrice anche di thriller come Fiori sopra l’inferno, ambienta pure Fiore di roccia nel suo Friuli e rende omaggio a una realtà femminile poco ricordata, quella delle coraggiose portatrici carniche.
Ispirato a personaggi e accadimenti reali, questo romanzo storico – vincitore del Premio Cortina d’Ampezzo 2020 nella categoria “Narrativa di montagna” – è frutto di un’accurata ricerca che ha portato l’autrice tra lettere e reperti custoditi in archivi e musei per raccontare degnamente la storia di queste silenziose protagoniste del conflitto.
Sebbene lo stile narrativo a tratti eccessivamente ricercato non renda sempre al meglio le condizioni modeste dei personaggi e strida un po’ con la crudezza dei fatti, il romanzo si lascia leggere con trasporto e offre notevoli parallelismi naturalistici, passaggi introspettivi in cui è facile identificarsi, momenti di azione e colpi di scena che mantengono viva la memoria delle persone che hanno fatto la Storia in quei tragici giorni.
Il libro in una citazione
«“Papà” lo chiamo. “È l’alba.”
Poso la tazza sul comò e prendo posto sulla sedia accanto a lui. Stringo le sue mani nelle mie: sono adagiate sopra le lenzuola come quando gli ho augurato la buona notte.
“Sono fredde” gli dico, e le sfrego dolcemente. Erano forti, ora sembrano di cartapesta. Da bambina le guardavo per ore lavorare con il coltellino i rami giovani di nocciolo, nelle lunghe sere di tempesta o bufera. Scortecciavano, incidevano, spellavano fino a ottenere strisce sottili di midollino da intrecciare per costruire gerle leggere e durature.
A volte penso di essere anch’io una gerla: scortecciata dalla vita fino a che è rimasto solo il necessario, incisa da perdite, spellata dal bisogno.»
14 maggio 2021
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