di Enzo Palladini

Taxi Milano25. In viaggio con zia Caterina, una rivoluzionaria dei nostri tempi
Autrice: Alessandra Cotoloni
Editore: San Paolo Edizioni
Prefazione: Simone Cristicchi
Genere: Biografie
Anno edizione: 2021
Pagine: 173
Consigliato a chi non ha paura dell’anticonformismo che, anziché essere fine a se stesso, porta al bene degli altri; e a chi non si rifiuta di guardare in faccia il dolore.
Un turbinio di sensazioni, di brividi gelidi, di ceffoni che scuotono l’anima. Tutto questo si prova leggendo le pagine di Taxi Milano25, un libro che non è frutto della fantasia, ma potrebbe esserlo, e qualche volta la supera anche.
È una storia vera, la storia di Caterina Bellandi, detta Zia Caterina, una donna di immenso coraggio che a Firenze ha iniziato a fare la taxista e ha finito per fondare una Onlus.
La sua missione è chiara: portare sollievo a tutti quelli che ne hanno bisogno, anche solo attraverso un sorriso, una frase. I beneficiari della sua attività sono soprattutto i bambini meno fortunati, malati oncologici in cura all’ospedale Meyer. Zia Caterina, con il suo taxi variopinto e con il suo abbigliamento stravagante, li trasporta gratuitamente non solo dalle rispettive residenze al reparto dove si sottopongono alle cure, ma anche in posti dove possono vivere esperienze speciali.
C’è tanto dolore nella storia di Caterina, il dolore per la perdita del compagno Stefano, ucciso da un male tremendo. Il taxista era lui, a sua volta capace di interpretare quel ruolo in una maniera atipica e molto apprezzata dalla gente. Perso Stefano, Caterina ha ereditato il taxi e in quell’attività ha messo tutta la sua forza d’anima, la sua voglia di prendersi una rivincita sul destino.
“Si impara a essere dentro il dolore”, è una frase che Caterina ama ripetere. Ma non è semplice farlo, perché stare dentro non significa chiedere come stai, ma condividere quel dolore in ogni momento, portarlo insieme, sentirlo sulla tua pelle.
Tecnicamente parlando siamo in presenza di una biografia, ma in realtà è una multibiografia, perché raccontare la storia di Caterina Bellandi significa anche tracciare il profilo di quelli che lei chiama “super eroi”, i bambini e ragazzi che fanno parte della sua vita, che lottano ogni giorno contro la malattia. Non tutti capiscono il suo modo di fare, per questo lei considera i bambini dei veri “maghi”, che la percepiscono per quello che realmente è. Con i bambini a volte non c’è bisogno di parole, basta il sorriso.
Tutto quello che riguarda zia Caterina e il suo mondo è colorato e ha lo scopo di far scattare il sorriso, anche la sua casa di Firenze, anche quella parte della sua casa che chiama “il magazzino”, dove tiene tutti i suoi travestimenti, i suoi cappelli, i suoi occhialoni colorati. In fondo, dice lei, la vita è un magazzino dove ci sono accumulati gli infiniti momenti della nostra esistenza.
In tutti questi anni – il compagno Stefano è morto nel 2001 – ha voluto costruire un sogno del quale è gelosissima e al quale non vuole che altri attingano, a meno che non si mettano totalmente sulla sua stessa lunghezza d’onda. Fare volontariato tanto per farlo, no grazie. Farlo credendoci, sì certo.
Sono pagine in cui c’è carità, c’è speranza, c’è anche fede. Una fede che inizia laica e che solo in un secondo momento diventa anche religiosa.
“La puoi chiamare Dio o Energia o Universo, ma è comunque espressione di amore”.
In queste 173 pagine ce n’è tanto di amore, in tutte le sue forme più nobili, in tutta la sua capacità di superare ostacoli e barriere architettoniche.
Il libro in una citazione
«La compassione comporta il farsi partecipe delle sensazioni del prossimo senza volerlo sopraffare con il proprio pensiero.»
11 maggio 2021
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