I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Lacci”
“Il romanzo è la fedele riproduzione di ciò che accade quando il sentimento amoroso implode e devasta la coppia.
Domenico Starnone racconta ciò che succede quando Aldo e Vanda, uniti in matrimonio troppo giovani (non appena ventenni) e dopo aver dato alla luce due figli, si sono a un tratto lasciati per l’infedeltà coniugale di uno dei due. […]
In Lacci, la privazione e la distanza tra i corpi la fanno da padrone: l’apparente elemento di disturbo si chiama Lidia, giovane e bella ragazza, appagante e disponibile quanto basta per trasmettere ad Aldo ogni sensazione desiderata.
Il capolavoro dello scrittore si compie nel seguire il distacco tra i due protagonisti centimetro per centimetro e, una volta inscenata la separazione, la divarica, fino a giungere a una distanza di fronte alla quale sbiadisce quella tra Napoli, casa della famiglia, e Roma, dove c’è l’appartamento di Lidia; il tutto raccontato con una semplicità disarmante, mantenendo viva la curiosità del lettore pagina dopo pagina.
Di particolare pregio sono anche i figli che, nel corso della lettura, rivestono un ruolo di crescente importanza.”
@ilprioratodeibibliofili su instagram (24 agosto 2020)
Lacci
Autore: Domenico Starnone
Editore: Einaudi
Genere: Moderna e contemporanea
Collana: Super ET
Anno edizione: 2016
Pagine: 134
Cosa scrive l’editore
“Se tu te ne sei scordato, egregio signore, te lo ricordo io: sono tua moglie.” Si apre così la lettera che Vanda scrive al marito che se n’è andato di casa, lasciandola in preda a una tempesta di rabbia impotente e domande che non trovano risposta.
Si sono sposati giovani all’inizio degli anni Sessanta, per desiderio di indipendenza, ma poi attorno a loro il mondo è cambiato, e ritrovarsi a trent’anni con una famiglia a carico è diventato un segno di arretratezza più che di autonomia. Perciò adesso lui se ne sta a Roma, innamorato della grazia lieve di una sconosciuta con cui i giorni sono sempre gioiosi, e lei a Napoli con i figli, a misurare l’estensione del silenzio e il crescere dell’estraneità.
Che cosa siamo disposti a sacrificare, pur di non sentirci in trappola? E che cosa perdiamo, quando scegliamo di tornare sui nostri passi? Perché niente è più radicale dell’abbandono, ma niente è più tenace di quei lacci invisibili che legano le persone le une alle altre. E a volte basta un gesto minimo per far riaffiorare quello che abbiamo provato a mettere da parte.
Domenico Starnone ci regala una storia emozionante e fortissima, il racconto di una fuga, di un ritorno, di tutti i fallimenti, quelli che ci sembrano insuperabili e quelli che ci fanno compagnia per una vita intera.
Citazioni tratte dal libro
Se tu te ne sei scordato, egregio signore, te lo ricordo io: sono tua moglie. Lo so che questo una volta ti piaceva e adesso, all’improvviso, ti dà fastidio. Lo so che fai finta che non esisto e che non sono mai esistita perché non vuoi fare brutta figura con la gente molto colta che frequenti. Lo so che avere una vita ordinata, doverti ritirare a casa a ora di cena, dormire con me e non con chi ti pare, ti fa sentire cretino.
@ilprioratodeibibliofili su instagram (24 agosto 2020)