di Marta Peroni
Vardø. Dopo la tempesta
Autrice: Kiran Millwood Hargrave
Editore: Neri Pozza
Traduttrice: Laura Prandino
Genere: Romanzo storico
Anno edizione: 2020
Pagine: 336
Consigliato agli amanti dei romanzi storici e, più in particolare, del tema delle streghe e dell’Inquisizione. Per chi ha voglia di conoscere una pagina di storia dimenticata.
Vardø è conosciuta come la capitale delle streghe della Norvegia: qui, infatti, nel XVII secolo, si svolsero circa 140 processi alle streghe e ai Sami, i nativi del luogo, ancora ancorati alle loro tradizioni, decisamente malviste dall’Inquisizione.
Prendendo spunto da un fatto storico realmente accaduto, Kiran Millwood Hargrave – pluripremiata poetessa, drammaturga e romanziera britannica – riesce a scrivere un romanzo che coinvolge emotivamente, fa riflettere, e anche commuovere.
Alla vigilia di Natale del 1617 a Vardø, cittadina della Norvegia nordorientale, una tempesta improvvisa e impetuosa coglie impreparati tutti gli uomini usciti in barca per pescare, che perdono così la vita nelle gelide acque del Mare di Barents.
Le donne, ormai sole, scrutano l’orizzonte in attesa, ma ben presto risulta chiaro che nessun padre, compagno, fratello né figlio farà ritorno. Restano solo il silenzio e il dolore nei quali si rinchiudono.
La vita, tuttavia, deve andare avanti. Le donne di Vardø cercano di risollevarsi e reagire. Si uniscono, prendono in mano la situazione e iniziano a svolgere tutti i lavori fino a quel momento riservati esclusivamente agli uomini, affrontando anche l’ostacolo più grande: quel mare che ha tolto loro gli affetti, ma dal quale devono ricavare obbligatoriamente cibo e sostentamento.
Emerge uno spirito di piena solidarietà, di aiuto reciproco, di coraggio e determinazione, ma in un’epoca in cui risuonano gli echi terribili dell’Inquisizione, è impensabile permettere a un gruppo di donne di essere indipendenti. Vivere da sole, infatti, significa essere facili prede delle tentazioni del Maligno.
Quel fragile equilibrio ricostruito è minacciato dall’arrivo del sovrintendente scozzese Absalom Cornet, distintosi in passato per aver mandato sul rogo diverse presunte streghe. Cornet giunge a Vardø in compagnia della sua giovane moglie Ursa, inesperta della vita e smarrita, che resta stupita di fronte all’indipendenza delle donne del villaggio.
Attraverso uno stile essenziale, arricchito però da immagini evocative e potenti, Millwood Hargrave riesce a trasportare concretamente il lettore di Vardø. Dopo la tempesta in quella terra lontana, tra quelle donne, e lo fa immergere in un modo di vivere molto diverso dal proprio. L’autrice permette al lettore di entrare nelle particolari abitazioni, con poche stanze e un misero spazio da condividere; fa conoscere i sentimenti di quelle donne, la loro forza ma anche la loro fragilità. Nel corso della lettura si avverte la forza dei legami che s’instaurano, ma anche i sentimenti d’invidia e l’ossessione religiosa che annebbiano la mente: si vedono le dita puntate, si incassano le accuse assurde e ingiuste, si prova la paura.
Sulla pelle si sente il freddo intenso di quella terra, di fronte alla forza furiosa del mare vengono i brividi; sembra quasi di percepire l’odore forte delle carcasse degli animali, o quello più dolce del pane appena sfornato. Si respira il fumo e il tanfo acre e terribile della carne che brucia sul rogo, ma anche la dolcezza di un amore che sboccia nonostante il terrore.
Vardø è una storia antica che, però, può avere riflessi anche nella nostra attualità: dalla violenza sulle donne alla capacità dei potenti di sottomettere e plagiare le menti più deboli. Echi di un passato che risuonano ancora nel presente.
Seppur romanzato, Vardø è un perfetto omaggio a una pagina di storia che forse in molti non conoscono. Una storia per ricordare non solo le tante donne, ma anche i Sami che persero la vita durante il periodo dell’Inquisizione. Le une semplicemente perché donne, perché invidiate, perché non sottomesse; gli altri perché ritenuti seguaci del male, che intessevano il vento ed evocavano i morti con il suono dei loro tamburi.
Vardø è un romanzo da leggere.
Il libro in una citazione
«Credeva che in quel mare non potesse succedere niente di peggio, credeva che niente potesse rivaleggiare con la malvagità della burrasca. Ma adesso sa che è follia credere che il male sia solo là fuori. Era qui, in mezzo a loro, camminava su due gambe, emetteva condanne con lingua umana.»
26 febbraio 2021
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