di Elisa Vuaran
Fu sera e fu mattina
Autore: Ken Follett
Editore: Mondadori
Traduttrice: Annamaria Raffo
Genere: Romanzo storico
Anno edizione: 2020
Pagine: 792
Note: Prequel della Trilogia di Kingsbridge (I pilastri della Terra, Mondo senza fine, La colonna di fuoco).
Consigliato a chi non aspetta altro che farsi travolgere dalla passione, chi ama gli intrighi, chi subisce il fascino del Medioevo e soprattutto chi si è già avventurato a Kingsbridge.
Attorno all’anno Mille, nella cornice di un’Inghilterra devastata dalla furia delle incursioni vichinghe, s’intrecciano le storie di Edgar, ragazzo sveglio e promettente costruttore di barche, di Ragna, giovane nobildonna normanna dal deciso senso della giustizia, e di Aldred, monaco retto che sogna di rendere il mondo un posto migliore grazie alla cultura.
Le loro vite, apparentemente molto distanti, sono accomunate dal perpetuo scontro con la prepotenza della famiglia che governa sulla regione di Shiring e con la depravazione della Chiesa locale: tutti hanno qualcosa da nascondere e, per denaro, amore o vendetta, tutti possono essere corrotti…
Fu sera e fu mattina è il prequel della ormai celeberrima Trilogia di Kingsbridge, ambientato oltre un centinaio d’anni prima del grande bestseller I pilastri della Terra, in un Medioevo duro e rozzo, dove tuttavia non mancano momenti di meraviglia e di passione.
Gli ingredienti del romanzo sono gli stessi che già avevano reso irresistibili le trame degli altri libri della serie: contorti intrighi di potere e amori impossibili, nobili violenti, ambigui ecclesiastici, donne che si distinguono per il loro coraggio e altre che spiccano per la loro bassezza, giovani mediocri accanto a ragazzi che se la cavano in ogni situazione con la loro sola intelligenza – tutta l’umanità, nella sua varietà, trova rappresentazione. Non mancano i colpi di scena, e il lettore si chiede costantemente cosa s’inventeranno i personaggi per uscire dai continui nuovi impicci che si presentano, seguendo non solo il punto di vista dei protagonisti più benevoli ma anche le reazioni dei soggetti malvagi.
Il contesto storico, come sempre nei romanzi di Ken Follett, è meticolosamente curato e anche i dettagli apparentemente trascurabili contribuiscono a far immergere chi legge in un’ambientazione lontana nella storia ma vicina nell’umanità; anche il linguaggio si adatta al momento: si fa crudo nel descrivere le scene più violente, diventa volgare quando a parlare è un bifolco, tocca corde poetiche per dare voce ai pensieri più nobili.
A differenza de I pilastri della Terra (i cui primi capitoli sono più ostici), il prequel è scorrevole fin da subito e le circa ottocento pagine scivolano via in un batter d’occhio.
Rispetto agli altri libri della saga, la narrazione è più leggera e superficiale, ma comunque emotivamente travolgente, soprattutto per gli appassionati: chi già ha avuto modo di affezionarsi agli abitanti che nei secoli hanno popolato le strade di Kingsbridge potrà finalmente scoprire a cosa deve il suo nome questa città immaginaria…
Il libro in una citazione
«Il vescovo Wynstan di Shiring arrestò il cavallo sulla sommità di un’altura e guardò giù verso Combe. Non restava granché della città: il sole estivo illuminava una distesa grigia e desolata. “È peggio di quanto mi aspettassi” disse.»
12 gennaio 2020
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