di Ilaria Marani
Ohio
Autore: Stephen Markley
Editore: Einaudi
Traduttrice: Cristiana Mennella
Genere: Moderna e contemporanea
Anno edizione: 2020
Pagine: 544
Consigliato a chi ha apprezzato Una vita come tante di Hanya Yanagihara e, più in generale, a tutti coloro che non hanno paura delle emozioni forti, a cui piacciono i romanzi di formazione, ma anche i misteri da svelare.
Ohio è un romanzo corale, composto da punti di vista distinti, uno per ciascuno dei quattro protagonisti. Bill, Stacey, Dan e Tina raccontano la propria storia, tramite ricordi rivivono eventi passati e mostrano al lettore come sono arrivati a essere gli adulti che sono, ma soprattutto forniscono un tassello utile a comporre la trama complessiva, che li vede tutti in eguale misura protagonisti. Lo statunitense Stephen Markley ha scritto il suo libro d’esordio come se fosse un puzzle e il lettore può realmente capire cosa è accaduto, sia nel passato che nel presente, solo quando giunge al termine della lettura, scoprendo il segreto che ha segnato le vite dei personaggi principali.
Incorniciato da un “preludio” e una “coda” – che racchiudono quattro lunghi capitoli centrali, tanto lunghi da poter essere considerati quasi racconti – Ohio è un libro difficile da inquadrare in un singolo genere. Ha certamente gli elementi base di un romanzo di formazione, perché narra tramite flashback i tormentati anni del liceo dei protagonisti, ormai pressoché trentenni. Ha alcune caratteristiche del romanzo mystery, perché sin da subito si percepisce la presenza di un mistero da svelare. Ma è anche un romanzo di forte accusa sociale, che dipinge con perfezione maniacale gli effetti degli eventi del primo ventennio del nuovo millennio su un’anonima cittadina della provincia americana.
Ohio è un romanzo spietato, crudo, dove non mancano scene di violenza – comunque descritte dall’autore senza eccedere – e dominato dal sentimento di rimpianto: per ciò che non è più, per i sogni infranti e per la scoperta di una realtà brutale e disillusa.
Teatro delle vicende è New Canaan, immaginaria località sita nella parte nordorientale dello Stato che dà titolo al libro, scelta dall’autore come emblema della provincia americana del Rust Belt – letteralmente “cintura di ruggine”, espressione che indica la regione compresa tra i monti Appalachi settentrionali e i Grandi Laghi, che un tempo era conosciuta come il cuore industriale dell’America e che, dalla metà del XX secolo, ha visto un progressivo declino economico con conseguente spopolamento e decadimento sociale.
Narrato in terza persona, scritto con una prosa scorrevole ed evocativa, lo straordinario esordio di Stephen Markley non delude le aspettative del lettore, cui l’editore ha promesso un romanzo “lancinante come un grido, nostalgico come una lettera d’amore”.
Struggente, rabbioso e intenso, Ohio è un romanzo che racconta la perdita dell’innocenza e lo fa con potenza, mostrando le difficoltà dell’adolescenza, il dolore e i traumi irrisolti, le disillusioni e i sogni infranti, la rabbia e l’amore.
Ohio è una di quelle rare letture che non possono lasciare indifferenti, i cui personaggi entrano sottopelle e non scompaiono girata l’ultima pagina.
Il libro in una citazione
«Difficile dire dove finisca questa storia o come sia cominciata, perché una delle cose che alla fine imparerete è che il concetto di linearità non esiste. Esiste solo questo sogno collettivo scatenato, incasinato, incendiario in cui nasciamo, viaggiamo e moriamo tutti.»
29 dicembre 2020
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