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Home » “CREPITIO DI STELLE”, STEFÁNSSON ILLUMINA RICORDI ED EMOZIONI

“CREPITIO DI STELLE”, STEFÁNSSON ILLUMINA RICORDI ED EMOZIONI

La copertina del libro "Crepitio di stelle" di Jón Kalman Stefánsson (Iperborea)
Quattro stelline e mezzo

Crepitio di Stelle
Autore: Jón Kalman Stefánsson
Editore: Iperborea
Traduttrice: Silvia Cosimini
Genere: Moderna e contemporanea
Anno edizione: 2020
Anno prima edizione: 2003 (Reykjavík)
Pagine: 256

Consigliato agli amanti delle storie famigliari, e a chi ama perdersi tra pagine intrise di poesia.

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di Marta Peroni

Quanto è forte il potere della memoria? Quali ricordi possono riaffiorare dalla visione di alcuni oggetti che arrivano dal passato?

Crepitio di stelle è il primo romanzo in prosa dello scrittore islandese Jón Kalman Stefánsson, pubblicato in edizione originale nel 2003 e portato in Italia solo ora dalla casa editrice Iperborea.
È una storia famigliare – che va dall’inizio del Novecento fino ai nostri giorni, passando per gli anni Settanta – narrata da un quarantenne, che torna nel luogo in cui ha vissuto l’infanzia: un condominio nella città di Reykjavík, nell’appartamento numero 54. Due ricordi di famiglia – una conchiglia di strombo e un sasso che sembra un esserino – fanno immergere il narratore – e il lettore con quest’ultimo – nelle vite di quattro generazioni di uomini e donne, portando alla luce due grandi storie d’amore che si alternano di capitolo in capitolo.

C’è la storia burrascosa del bisnonno, un uomo irrequieto mosso dal profondo desiderio di viaggiare in tutto il mondo, ma che in verità non abbandonerà mai la sua Islanda. Un uomo ricco di risorse, ma anche di debolezze, con l’ossessione per l’alcol e le belle donne. Un personaggio complesso, con luci e ombre, che oscilla costantemente tra la voglia di fuggire e quella di far ritorno, e che finisce per sposare una ragazza molto più giovane, caparbia e risoluta, che nonostante tutto gli resterà sempre vicina, pronta a risanare con amore un matrimonio con le sue tante falle e difficoltà.

C’è anche la vicenda più tenera e triste dell’uomo dell’Est, padre del protagonista, che, giunto a Reykjavík per lavorare come muratore, s’innamora di una ragazza sognatrice e ribelle. Una storia d’amore, ma anche di perdita. Una linea narrativa che darà spazio anche alle difficoltà di un bambino – protagonista e narratore – frutto della loro unione, che, a soli sette anni, si troverà a fare i conti con la morte.

Crepitio di stelle è un romanzo intriso di poesia e di ricordi, di tristezza ma anche di sorrisi: ci perdiamo tra la tenerezza dei giochi d’infanzia di quel bambino, in una solitudine mitigata solo dai suoi fidi soldatini, ma anche in compagnia di coetanei e di altre figure che popolano il quartiere in cui vive.

Non c’è una trama ben precisa e lineare, ma un flusso di ricordi, ritagli di vite diverse, tutte strettamente connesse, che, a poco a poco, s’intrecciano perfettamente. Esistenze narrate anche attraverso metafore e similitudini, in uno stile lirico. Grazie a questo Stefánsson riesce a evocare un insieme d’immagini molto nitide, che amplificano le emozioni provate dai protagonisti.

L’Islanda, poi, non resta una mera ambientazione, ma diviene un vero e proprio personaggio. La terra del ghiaccio e del fuoco muta nelle varie epoche, non è mai la stessa: una landa spoglia, cruda, con l’assenza di barriere tra uomo e natura, che piano piano è soggetta a vari cambiamenti, riguardanti soprattutto una città, Reykjavík, che cresce e si evolve.

Famiglia, perdita, sentimenti, vite quotidiane, tradimenti, ma anche amore.
Quest’ultimo non è mai melenso: ha le sue luci così come le sue ombre. Ai momenti di pura bellezza e tenerezza, si alternano anche le difficoltà (tradimenti, fughe…). C’è vita, ma anche morte: il buio della notte e la luce calda delle stelle.

Un romanzo perfetto per tutti gli amanti delle saghe famigliari, ma anche per chi è alla ricerca di poesia e bellezza, elementi che spesso possiamo trovare nella vita quotidiana, nelle persone che come noi sognano, prendono decisioni, amano, crollano ma poi si risollevano, sbagliano… o più semplicemente, vivono. Frammenti di vita che possono, in verità, donare le emozioni più forti.

Il libro in una citazione
«Mi viene in mente che espressioni come “a casa” e “nostalgia di casa” si riferiscono in primo luogo al profondo desiderio di ritornare dalle persone che sentiamo legate a noi. Tornare da coloro a cui ti senti legato, a cui vuoi legarti, a cui sei stato legato in passato oppure immagini di essere legato; di stare insieme a loro.
»

18 dicembre 2020
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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