I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “L’oratorio di Natale”
“Victor Nordensson è un musicista di fama internazionale che torna dopo tanti anni a Sunne, la cittadina della provincia svedese dove è nato, per dirigere l’Oratorio di Natale di Bach con un’orchestra di dilettanti.
Perché ha accettato un incarico tanto al di sotto del suo talento? Per onorare un debito col suo passato, sperando di liberarsi dal dolore che si porta dentro sin da bambino e che ha afflitto suo padre e suo nonno prima di lui. Tutto ha avuto inizio quando Solveig, moglie di Aron e madre di Sidner, ossia il nonno e il padre di Victor, è morta tragicamente, calpestata da una mandria. È dall’esperienza di quel lutto, di quella perdita e di quel dolore totale e totalizzante che tutto ha inizio e che Aron e Sidner compiranno una serie di scelte che si concluderanno con la nascita di Victor.
Un romanzo sul dolore formato, deformato e deformante, sul dolore assoluto e totalizzante e sulla diversità di vedute nell’affrontare il lutto e convivere con la perdita. Aron, per esempio, si chiude nella nostalgia, raggiunge la pazzia, continuando a immaginare Solveig lì accanto a lui e le conversazioni che avrebbero se fosse ancora in vita; Sidner, invece, precipita nella solitudine e nella separazione, come se ci fosse un prima e un dopo e lui fosse slegato da entrambi, e sarà solo grazie all’amicizia di Splendid e al suo amore per la musica che riuscirà ad affrontare ciò che resta di questa nuova vita ‘dopo’ la mamma. Una storia bellissima, tristissima ed emotivamente molto impegnativa, ma assolutamente imperdibile.”
@theinsta_reader su instagram (2 dicembre 2020)
L’oratorio di Natale
Autore: Göran Tunström
Titolo originale: Juloratoriet
Traduttore: Fulvio Ferrari
Editore: Iperborea
Genere: Moderna e contemporanea
Collana: Narrativa
Anno edizione: 2011
Pagine: 432
Cosa scrive l’editore
Musicista di fama internazionale, Victor Nordensson torna dopo tanti anni a Sunne, la cittadina di provincia svedese dov’è nato, per dirigere l’Oratorio di Natale di Bach con un’orchestra di dilettanti. Se ha accettato l’incarico è per saldare un debito con il passato, per realizzare un sogno sognato prima ancora che lui nascesse, ma soprattutto per ritrovare le sue radici di artista e di uomo.
Dove comincia un essere umano, fino a dove risale la sua storia, quali avvenimenti gli hanno “aperto i canali dell’anima”, facendo sì che tutte “quelle parole, quei pensieri congelati” che si portava dentro si sono sciolti in musica?
È dalla morte di Solveig, cinquant’anni prima, che tutto ha inizio: Solveig è passata sulla terra spargendo attorno a sé gioia, carezze, parole, musica. È lei, la moglie di Aron, l’americana, che ha insegnato a Sunne l’uso di baciarsi alla luce del sole, è lei che ha lanciato il progetto dell’Oratorio di Natale, interrotto alla vigilia dell’esecuzione, dopo dieci anni di prove, dall’incidente che l’ha uccisa. È dall’esperienza di quel lutto, di un dolore totale, che Tunström fa discendere la storia delle tre generazioni dei Nordensson: Aron, Sidner e infine Victor.
Una storia che spazia dalla Svezia alla Nuova Zelanda, all’inseguimento di quell’amore e di quella tenerezza che hanno perduto, di quella vita da cui la cortina del dolore li ha separati.
“Cattedrali di sogni e di idee”, dice Tunström, si nascondono dietro l’apparente banalità della vita, cattedrali che si innalzano verso quella luce e quella speranza che risuonano per tutto il romanzo nella musica di Bach.