Se credevate che la donna fosse nata solo come una costola di Adamo e che il potere del Destino fosse senza limiti, vi stavate sbagliando. Capirete perché leggendo L’Origine, libro d’esordio di Annachiara Cairoli, 22enne studentessa lombarda e consulente fiscale. Primo volume della trilogia fantasy L’Oracolo dei mondi, L’Origine narra della riconquista dell’armonia perfetta nell’Universo, guastata dall’incompatibilità caratteriale esistente tra Luce e Ombra, due dei sei Elementi creati dal Destino.
Aria, Fuoco, Terra e Acqua sono le altre quattro sorelle coinvolte nella sfida di riconquistare la serenità ingiustamente tolta ai loro stessi figli, gli Umani. A raccontarci questa storia ricca di eventi inaspettati e a farci riflettere sul suo significato è proprio il Destino, che ama parlare di sé come se fosse una donna.
LA VOCE DELLO SCRITTORE
Annachiara Cairoli racconta
L’Origine
Annachiara Cairoli, quando è nata l’idea di questo libro?
«Nei primi anni del mio percorso liceale. Non so esattamente in quale preciso istante, ma ho sicuramente tratto ispirazione dalla canzone Archangel dei Two Steps from Hell, che mi ha fatto immaginare un universo tutto mio.»
A che tipo di lettore lo consiglierebbe?
«A chi piace il fantasy e a chiunque si senta ispirato dalla trama. Lo dico perché ho avuto diversi riscontri positivi da persone che solitamente non apprezzano questo genere, cosa che mi ha davvero sorpresa.»
Perché il suo libro andrebbe letto?
«Non credo ci debba essere una motivazione: un libro deve attrarre il lettore, non può essere una costrizione. Se una persona viene incuriosita dalla quarta di copertina, le chiedo di dargli una possibilità perché (forse) riuscirà a sorprenderla.»
Qual è il messaggio che voleva trasmettere?
«I messaggi del mio romanzo sono diversi. Tra di essi, il fatto che la ragione non è ben determinata, non ha sempre una sola direzione ed è soggettiva. Lo stesso vale per il bene e il male: molti li considerano ben definiti, ma con il mio libro ho voluto dimostrare che non sempre è così. Ho cercato di indurre anche ad altre riflessioni, ma non voglio dilungarmi: credo che sia diritto di ogni lettore dare il proprio significato a ciascuna lettura. Dico questo perché ho scoperto, proprio grazie alle recensioni del mio libro, che ogni lettore percepisce in modo più vivido un certo significato rispetto a un altro, anche in virtù delle proprie esperienze personali. Inutile dire che trovo questo fenomeno veramente sorprendente.»
Nel suo libro narra di una creazione del Cosmo tutta al femminile. Benché ambientati in mondi immaginati, spesso i fantasy propongono ritratti di donne con ruoli in ultima analisi “tradizionali”. Invece il suo trasforma le donne in vere protagoniste, che arrivano forse anche a togliere spazio agli uomini. Ci racconta com’è arrivata a questa decisione?
Innanzitutto volevo creare personaggi femminili vividi, legati da un rapporto molto stretto, qualcosa che, nonostante eventuali allontanamenti, non avrebbe mai potuto provocare la rottura netta del loro legame poiché uniti dalla loro Origine. Inoltre, volevo associarli all’antica idea della donna come divinità collegata alla Terra per la possibilità di generare vita. Un’idea cui raramente è stata data la giusta importanza. Di conseguenza, perché non rendere giustizia a questa connessione? Nessuno può fermare il potere del nostro Pianeta quando crea disastri naturali, quindi nessuno può fermare il potere femminile che da sempre gli è stato associato.
Anche il Destino, che ci presenta come asessuato, preferisce parlare di sé come una donna. Perché?
«Ho voluto giocare con l’italiano. La nostra lingua definisce il Destino come maschile, ma mi sono voluta opporre a tale norma linguistica per rimarcare anche in questo caso che alcuni concetti non sempre possono essere determinati in maniera netta, ma possono avere anche altre sfumature.»
Il Destino intesse un dialogo con il lettore. Che tipo d’interlocutore immagina quando narra la sua storia?
«Anche in questo caso ho voluto sfatare un’idea molto diffusa, quella per cui “il Destino è sopra a tutto e a tutti” e dare invece la possibilità ai lettori di poterlo vedere vicino a loro. Il dialogo che il Destino instaura è tra persone comuni, sedute l’una accanto all’altra.»
Cos’è nato prima, la storia o i personaggi?
«Domanda difficile. Direi i personaggi, anche se il lettore non conosce ancora i primi che ho pensato perché compariranno nei successivi volumi della trilogia. La storia ha avuto uno sviluppo alquanto curioso, visto che le mie prime idee sono quelle che rientreranno nel terzo libro. Ogni volta che l’intreccio si perfezionava, mi dicevo: “Manca qualcosa, devo far capire meglio quanto è successo prima di tutto questo”. Utilizzare solo i flashback avrebbe creato buchi di trama che i lettori non avrebbero apprezzato, quindi quello che inizialmente doveva essere un libro autoconclusivo, nel tempo si è trasformato in una storia di ben altra portata.»
C’è qualche personaggio in cui si rivede?
«Direi quasi in assoluto nella narratrice, per il suo carattere. È stato infatti semplice scriverne le battute e giocare con la sua ironia, poiché sono parte di me. Ho lasciato miei frammenti anche nelle sei sorelle. I loro tratti contraddistinguono me allo stesso modo in cui loro sei creano insieme un equilibrio.»
Sempre in merito ai personaggi, ha tratto ispirazione da qualcuno in particolare?
«No, o meglio, nessuno di esistente. La cultura celtica, poco conosciuta ma per me tanto interessante, mi ha suggerito i nomi delle sei sorelle. La narratrice si chiama invece Fate (traduzione letterale in inglese del termine “destino”, ndr) perché ho pensato fosse facile da ricordare.»
Nei fantasy solitamente conta molto anche l’ambientazione. Quali caratteristiche ha voluto prevalessero nei luoghi in cui sono ambientate le vicende del suo romanzo?
«Nel mio libro l’ambientazione è un sottofondo che accompagna le vicende e i luoghi si uniformano a cosa sta accadendo. Non ho mai voluto che questi prevalessero sui personaggi e ho percorso la via della semplificazione cosicché la maggior parte dei lettori riuscisse a immaginarli e a riconoscerli senza troppa fatica. In questo caso il grande merito per l’ispirazione va a Dante Alighieri e alla sua Divina Commedia.»
Nelle sue descrizioni i colori hanno un ruolo predominante…
«Disegnare e colorare sono una delle mie più grandi passioni. Mi viene ormai naturale trovare un’armonia nei colori e credo che gli stessi, se utilizzati adeguatamente, possano aiutare il lettore a immaginare meglio le scene e, dunque, a comprendere meglio la storia. Alle sorelle ho voluto associare i colori che ritenevo più adatti all’Elemento che rappresentavano e credo che la strategia abbia funzionato perché molti lettori sono riusciti a inquadrarle con facilità proprio grazie ai colori che le contraddistinguono.»
Ha scritto molti capitoli, tutti piuttosto brevi…
«Mi è venuto spontaneo farlo, ma poi ho capito che poteva anche essere una strategia vincente per mantenere alta l’attenzione del lettore. Io stessa ho sempre avuto difficoltà con i capitoli troppo lunghi, soprattutto quando il tempo che avevo per leggere non era molto.»
Com’è arrivata al titolo? Lo ha scelto lei o la casa editrice?
«Il titolo è di mia creazione. Inizialmente era un altro, ma quando l’editor, a fine correzione, mi ha chiesto se desideravo modificare qualcosa, ho ritenuto opportuno cambiarlo e anche lei è convenuta sul fatto che la nuova soluzione fosse di maggiore impatto. L’Origine per me ha anche un valore simbolico: rappresenta la fine del sogno di pubblicare il mio libro e l’inizio della sua realizzazione.»
Quanto è durata la gestazione del testo e qual è stata la parte della lavorazione più faticosa?
«La stesura è iniziata a fine luglio 2019 ed è terminata a dicembre. Tutto era nato con la semplice volontà di mettere su carta idee che da troppo tempo avevo in testa, non pensavo assolutamente a un’eventuale pubblicazione e quindi non avevo alcuna pressione addosso. Forse l’unica vera difficoltà è stata quella di trasferire le mie idee nel testo, cercando un’esatta corrispondenza tra le immagini che avevo in mente e quelle su carta. Alla fine sono rimasta soddisfatta.»
Ritiene che i pareri di coloro che hanno letto L’Origine rispecchino il suo lavoro?
«Con grande gioia devo dire di sì. Avevo molta paura che i lettori non potessero capire, ed ero pronta a critiche di qualsiasi genere, pur sapendo che se una casa editrice mi aveva accettato al primo colpo qualcosa doveva significare. Eppure diversi lettori mi hanno fatto molti complimenti, oltretutto senza che avessi chiesto un parere. Le loro poi non erano semplici congratulazioni, ma vere e proprie argomentazioni con riferimenti ai significati del libro, cosa davvero emozionante per me.»
Come ha espresso la sua personale voce di scrittrice nel testo? In che modo lo ha reso “suo”?
Credo che tutto il libro abbia qualcosa di me, a partire dalla mia volontà di andare contro certe credenze radicate nella nostra società. Ritengo molto personale anche la scelta della narratrice, perché penso che pochi immaginerebbero di essere guidati in un viaggio del genere dal Destino in persona.
Avrebbe cambiato qualcosa dopo che il libro è stato pubblicato?
«Ciò che ho pubblicato rispecchia completamente quello che avevo pensato di voler trasmettere ai lettori.»
Lei ha pubblicato con un editore alla giovanissima età di 22 anni mentre c’è chi insegue questo sogno per una vita intera. Com’è avvenuto il contatto con la casa editrice?
«Per caso. Avevo il sogno nel cassetto di pubblicare un libro, ma non avevo intenzione di tirarlo fuori a tutti i costi. Se ci fosse stata l’occasione bene, se no pazienza. Alla fine l’opportunità è arrivata. L’Origine è la prima storia cui sono riuscita a dare un vero finale rispetto ad altri miei scritti e, una volta conclusa, desideravo venisse corretta proprio perché ci tenevo tanto. Mi misi dunque alla ricerca di un editor e, mentre navigavo sul web, mi sono imbattuta nel sito di Albatros, che invitava gli scrittori emergenti a spedire il proprio manoscritto. Non potrò mai dimenticare quel giorno: era l’11 dicembre 2019, erano circa le dieci del mattino e inviai il mio testo. Il destino ha giocato anche con me e proprio il 13 gennaio, giorno del mio compleanno, ho ricevuto la chiamata dell’editore. Se ci ripenso, ancora non ci credo: è stato tutto così veloce e non pianificato… questo insegna che molte volte la vita riesce a sorprenderci con eventi del tutto inaspettati. Mi permetto quindi di dare un consiglio a chi vorrebbe pubblicare un libro, ma non ha il coraggio: provateci, buttatevi! Non abbiate paura dei no, possono essere un incentivo a ripartire, mentre col non provarci si rischia sempre di rimanere con il rimpianto di non essersi dati una possibilità. Gli antichi romani dicevano “Carpe diem”, cogliete l’attimo!»
Lei esercita la professione di consulente fiscale, dunque fa un lavoro molto pragmatico, però scrive fantasy…
«Già! Amo viaggiare con la fantasia, ma anche rimanere con i piedi ben piantati nella realtà. Credo che siano entrambi dimensioni importanti: escludere l’una o l’altra fa solo vivere a metà.»
Cosa ritorna dei suoi studi di giurisprudenza nel romanzo?
«Gli studi mi hanno insegnato che la giustizia non è mai netta: tutti possono avere delle motivazioni per gli atti che compiono e per alcuni saranno comunque giusti, per altri inevitabilmente sbagliati. Anche nelle aule di tribunale troviamo due parti con le rispettive ragioni. Alla fine la sentenza è una, ma non è detto che tutti la debbano ritenere giusta. Il diritto è una scienza esatta, ma ricca di correnti di interpretazione.»
Tra studi universitari e lavoro, immaginiamo sia molto impegnata. Come trova il tempo per scrivere?
«È una domanda che a volte mi pongo anche io. Per me è fondamentale trovare del tempo per me stessa. Cerco sempre di ritagliarmi dei momenti per le mie passioni, a parte ovviamente quando le responsabilità e gli impegni non mi danno la possibilità: prima il dovere, poi il piacere. Credo che mi aiuti anche il fatto di non sopportare il dolce far niente. Abbiamo un momento libero? Benissimo! Creiamo, disegniamo, scriviamo, non sprechiamo il tempo che ci è concesso.»
Visto che ha scritto un libro così giovane, immaginiamo lei legga molto… Si ricorda come e quando ha iniziato a farlo?
«Sì, ho sempre letto molto ed è una passione che è nata proprio quando ho imparato a leggere: la mia libreria è piena dei libri di Geronimo Stilton. Poi mi sono affezionata ai fantasy e, col tempo, ho anche iniziato ad apprezzare romanzi rosa e thriller. Attualmente, però, leggo qualsiasi genere: se la trama del libro mi ispira, lo compro.»
Se dovesse far capire a un suo coetaneo che non legge i benefici che la lettura può dare, cosa direbbe?
«La lettura è importantissima. Grazie a essa apriamo la mente e abbiamo la possibilità di riflettere o di conoscere cose ignote. Aiuta soprattutto nella società attuale, in cui basta leggere un post su facebook per ritenersi colti e informati. Questo è un mito da sfatare, a tutti i costi. I libri, che restano in eterno, sono guardiani della memoria della nostra storia, mentre noi esseri umani possiamo esserlo solo temporaneamente. Se i ragazzi, gli adulti, chiunque riuscissero a capire di più i privilegi che la lettura può dare, forse la nostra società sarebbe più moderna e sana.»
Ha un autore o un’autrice di riferimento?
«Ne ho tanti, a partire da Dante Alighieri, per continuare con Ugo Foscolo, Luigi Pirandello e concludere con Agatha Christie, Nicholas Sparks, Cassandra Claire, Rick Riordan e molti altri… sono tutti importanti per me perché tutti mi hanno regalato spunti per la scrittura e la narrazione.»
Ci dice tre titoli di libri che consiglierebbe a un amico lettore?
«Agli amanti del fantasy consiglio vivamente di leggere almeno una volta l’intera saga delle Cronache di Narnia per il significato intrinseco all’intera opera. Agli appassionati di romanzi rosa suggerisco almeno un libro di Nicholas Sparks, come La vita in due, poiché ogni romanzo racconta una sfumatura dell’amore e fa riflettere sul fatto che non sempre tutto può essere perfetto. A chi piacciono i grandi classici consiglio i libri di Luigi Pirandello, per esempio Uno, nessuno e centomila, che credo sia un buono spunto, soprattutto per i giovani, per riflettere su se stessi e sulla crescita personale.»
26 ottobre 2020
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L’Origine
L’Oracolo dei mondi – Vol. 1
Autrice: Annachiara Cairoli
Editore: Gruppo Albatros Il Filo
Genere: Fantasy
Collana: Nuovi Voci Imago
Anno di pubblicazione: 2020
Pagine: 250
Versioni disponibili: Cartaceo, eBook
Il libro sui social: @loracolodeimondi − profilo instagram; L’Oracolo dei mondi − pagina facebook; @Loracolodeimond1 − account twitter.
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