di Marta Peroni

La strada di casa
Autore: Kent Haruf
Editore: NN Editore
Traduttore: Fabio Cremonesi
Anno edizione: 2020
Anno prima edizione: 1990 (Usa)
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 194
Consigliato a chi ha voglia di ritrovare tra le pagine un’umanità fragile, ma anche ostinata e coraggiosa, che arriva al cuore.
La strada di casa di Kent Haruf inizia con un ritorno che riapre ferite mai rimarginate. Otto anni prima, senza una spiegazione, Jack Burdette ha lasciato improvvisamente Holt, abbandonando la giovane moglie e due figli piccoli, e lacerando una comunità con un atto che ha acceso una profonda sete di vendetta, che ancora non si è placata.
Al volante di una Cadillac rossa, quasi a farsi spregio della ferita arrecata, peggiorato nell’aspetto, Jack ritorna in quella piccola città dell’America rurale di cui non si è mai sentito troppo figlio.
Ma cosa è successo otto anni prima? E per quale motivo è di nuovo lì?
Voce narrante delle vicende è Pat Arbuckle, direttore del giornale locale Holt Mercury, che ha conosciuto e un tempo ammirato Jack e di cui è stato un vecchio amico.
In un viaggio a ritroso nel passato, che collega piano piano pezzi di un puzzle di vita, affiora la storia di Jack e degli abitanti di Holt che hanno incrociato il suo cammino: dalla sua infanzia travagliata si passa alla sua incapacità di seguire le regole di una cittadina che gli sta stretta.
Il carattere complicato e a tratti violento non ha però impedito a Jack di essere ammirato non solo dai più giovani per alcuni atteggiamenti ma anche da tutti gli altri per la sua abilità sul campo da football.
E c’è anche chi lo ha amato, come Wanda Jo Evans − una ragazza che, accecata dai sentimenti, si è quasi annullata pur di compiacerlo. E chi lo ha sposato nel giro di un paio di giorni, come la giovane Jessie, forse la vera anima del romanzo, una donna forte, determinata, un personaggio che non può non restare vivido nel cuore del lettore.
La fuga di Jack ha fatto ritornare la cittadina di Holt alla sua placida normalità, a una vita forse più serena, che però viene di nuovo minacciata dal suo ritorno. Che cosa ha intenzione di fare Jack?
Con una prosa asciutta, limpida, dolce e talvolta implacabile, Haruf ci racconta di un’America meno conosciuta, più riparata, di provincia, dove i grandi fatti arrivano poco, dove tutti conoscono le vite di tutti. La vicenda si svolge in una comunità piccola, spesso chiusa in sé, a tratti violenta, ma che sa donare anche gesti di generosità e amore.
È una storia che affronta anche il tema della giustizia – o forse sarebbe più opportuno parlare d’ingiustizia: tribunali inadeguati che non sono capaci di trattenere colpevoli, cittadini che pur di vendicarsi di un torto subito si scagliano anche sugli innocenti, ferendoli e inducendoli a gesti che possono provocare una perdita inconsolabile.
L’epilogo inaspettato e sorprendente potrebbe lasciare con l’amaro in bocca, ma dopotutto anche questa è la vita: luci e ombre che si alternano, così come i momenti di tenerezza a quelli più crudi, intensi, terribili.
La strada di casa è il secondo libro scritto da Kent Haruf, uscito negli Stati Uniti nel 1990, sei anni dopo Vincoli, e nove anni prima della Trilogia della pianura. Un ultimo viaggio malinconico, dolce-amaro, in una cittadina fittizia ma descritta in maniera così vivida da apparire reale e nella quale ogni lettore che amerà la scrittura di questo autore vorrà sempre tornare, proprio per sentirsi un po’ a casa.
Il libro in una citazione
«La gente di Holt pensava che a quel punto avrebbe pianto. Pensavano che sarebbe crollata. Immagino fosse quello che volevano. Ma lei non lo fece. Forse aveva oltrepassato il punto in cui le lacrime di un essere umano hanno un senso, difatti girò la testa, chiuse gli occhi e dopo un po’ si addormentò.»
9 ottobre 2020
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