Alaster è un mercenario, abile con la spada e dal pensiero veloce. Marcel è un mezz’uomo archeologo che vuole continuare le ricerche di suo nonno, appassionato di draghi e cancelli di pietra. Myra è una mezz’elfa quasi maga, che sa anche capitanare una nave. Con tre personaggi così, che partono alla ricerca del preziosissimo Occhio di drago nel mondo incantato di Jorđin, gli appassionati di fantasy hanno sicuramente di che divertirsi. Lo possono fare leggendo Drago, primo volume della trilogia Le cronache di Alaster nonché esordio di Leonardo Tomer, 30enne toscano insegnante di scienze motorie e maestro di scherma olimpica. Tra orchi, nani, goblin e vervene il pericolo è sempre in agguato e, nel cercare di difendere se stesso e i suoi amici, Alaster scoprirà di avere (letteralmente) la forza di un drago.
LA VOCE DELLO SCRITTORE
Leonardo Tomer racconta
Drago

Leonardo Tomer, com’è nata l’idea di Drago?
«È nata per caso, durante l’estate 2019, mentre mi trovavo in viaggio con la mia ragazza, Silvia. Stavamo parlando di libri fantasy e lei mi chiese che storia avrei narrato se avessi deciso di scrivere un romanzo. Pensai che mi sarebbe piaciuto leggere di un drago come protagonista e cominciai a raccontare. Subito mi vennero in mente l’inizio e la fine del libro, nonché i personaggi, a cui poi diedi nome nel corso della stesura. Quando iniziai a scrivere, avevo già in mente anche il titolo.»
Qual è il messaggio che voleva trasmettere?
«Ci sono molti messaggi che avrei voluto trasmettere. Il primo è probabilmente il valore dell’amicizia: non a caso, i tre personaggi principali, pur essendo molto diversi tra loro per carattere e origini, stringono un bel rapporto fraterno.»
Perché il suo libro andrebbe letto?
«Perché narra una bella storia, capace di trasportarti in un mondo incantato.»
Da cosa ha tratto ispirazione per scrivere questa bella storia?
«Non c’è qualcosa di preciso che mi ha ispirato. Sono sempre stato appassionato del fantasy, soprattutto dei draghi, tanto da cimentarmi nei giochi di ruolo D&D 3.5 e Pathfinder. Probabilmente è stato il genere a ispirarmi.»
La figura del drago è indubbiamente una delle più iconiche del fantasy. Se, da una parte, la scelta di inserirla nella storia può soddisfare le aspettative degli appassionati del genere, dall’altra può risultare rischiosa perché renderla ancora interessante e poco scontata non è da tutti. Crede di esserci riuscito?
Credo di sì. Nel mio libro i draghi giocano un ruolo di primaria importanza, ma allo stesso tempo sono un mito. Ci sono e non ci sono… e Alaster si trova a dover scoprire un lato di sé che non conosceva e che neppure sapeva esistesse. Molto spesso nel fantasy il drago viene visto come una figura secondaria, una cavalcatura, un compagno, una fiera feroce… raramente viene presentato come protagonista.
A che tipo di lettore consiglierebbe Drago?
«Sicuramente agli appassionati del genere, ma anche a tutti gli altri lettori.»
C’è un personaggio in cui si rivede?
«Sicuramente nel protagonista, Alaster, che ama la scherma e cerca sempre di migliorarsi senza arrendersi. Per crearlo, mi sono ispirato proprio a me e al mio carattere.»
Che ruolo ha voluto attribuire all’ambientazione? A cosa si è rifatto per delineare i luoghi incantati di Jorđin?
«L’ambientazione è fondamentale per la storia ed è ispirata al mondo fiabesco e mitologico. I rapporti tra Regno di Kanor e Impero, come anche la religione e le relazioni tra le razze cui appartengono i vari personaggi, determinano lo svolgersi dell’avventura.»
Come ha espresso la sua personale voce di scrittore nel testo? In che modo l’ha reso “suo”?
Ho cercato di imprimergli uno stile e un ritmo personali. Per dare continuità alla narrazione ho evitato di eccedere nelle descrizioni e di scrivere scene vuote. Inoltre, alcuni passaggi mettono sicuramente in risalto la mia grande passione per la scherma e i duelli. Per esempio, nel terzo capitolo Alaster si trova, costretto dalle circostanze, a insegnare a Marcel come tirare di scherma. In pratica, Alaster indossa i miei panni di maestro e cerca di spiegare a un neofita le basi del duello e del combattimento, nonché i fondamentali della disciplina.
Quanto è durata la gestazione del testo e qual è stata la parte della lavorazione più faticosa?
«Ho scritto la storia in sette mesi. La parte più faticosa è stata la fase di correzione, durante la quale ho anche cercato di eliminare incongruenze dovute a modifiche apportate in corso di stesura. Inoltre, la realizzazione della copertina e dei disegni ha richiesto molto impegno.»
Visto che si è occupato personalmente della copertina e delle illustrazioni, ci racconta come le ha concepite e realizzate?
«L’idea della copertina mi era già venuta nel momento in cui ho cominciato a scrivere il romanzo, difatti l’ho disegnata durante la stesura del terzo capitolo. Poi l’ho modificata e colorata con un programma che si chiama Gimp, che mi ha anche consentito di inserire la parte testuale. Le illustrazioni delle pagine interne sono state prima realizzate interamente a mano con pennarellini a punta fine e poi scannerizzate al pc.»
Nel suo processo creativo di scrittore che ruolo ha avuto visualizzare e disegnare personaggi e luoghi?
«Direi che disegno e scrittura hanno avuto ruoli così sinergici nella realizzazione del libro che per me sarebbe davvero difficile scinderli l’uno dall’altro. Durante la stesura ho creato non solo la copertina, ma anche i disegni, quantomeno i bozzetti. Lo scopo era semplicemente mostrare al lettore il mio immaginato. La storia era già nella mia mente: ho cercato di riprodurre con le parole e le immagini quello che vedevo, come se fosse stato un film o una serie di quadri.»
Ha concepito la trama così com’è stata pubblicata o inizialmente aveva un’altra idea?
«L’ho concepita com’è stata pubblicata. È stata modificata solo qualche scena.»
Avrebbe cambiato qualcosa dopo che il libro è stato pubblicato?
«Forse qualche frase o termine… ma per il resto no, sono contento del risultato.»
Ritiene che i pareri di coloro che lo hanno letto rispecchino il suo lavoro?
«Il libro è appena uscito, per cui sto aspettando ancora molti pareri. Quei pochi che ho ricevuto finora sono stati tanto positivi. La cover, poi, ha riscosso molto successo.»
Drago è il primo volume di tre. Com’è arrivato all’idea della trilogia Le cronache di Alaster?
«La storia che mi è venuta in mente è molto lunga così ho pensato di suddividerla in tre libri.»
Ha già iniziato la stesura degli altri due volumi? Ci può dare qualche anticipazione?
«Mi trovo ora all’opera con il secondo, che dovrebbe avere almeno il doppio delle pagine del primo. L’idea sarebbe quella di pubblicarlo tra due anni.»
Ha un autore o un’autrice di riferimento che l’ha ispirato anche durante la stesura di questo libro?
«Ho adorato leggere sin dall’infanzia, soprattutto fantasy. Il mio scrittore preferito in assoluto è Terry Goodking, l’autore della Spada della Verità. Mi piacciono molto però anche Robert Jordan, David Eddings, Licia Troisi, Christopher Paolini, Tracy Hickman e Margaret Weis… e molti altri. Penso di essere stato ispirato un po’ da tutti questi.»
Ci dice tre libri e/o serie che consiglierebbe a un amico lettore?
«La Spada della Verità di Terry Goodking, Le Cronache di Dragonlance di Margaret Weis e Tracy Hickman, La ruota del tempo di Robert Jordin.»
25 settembre 2020
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Drago
Le cronache di Alaster – Vol. 1

Autore: Leonardo Tomer
Editore: Gruppo Albatros Il Filo
Genere: Fantasy
Collana: Nuove Voci Imago
Anno di pubblicazione: 2020
Pagine: 268
Versioni disponibili: Cartaceo, eBook
Il libro sui social: @le_cronache_di_alaster_drago – profilo instagram
Sito web: www.leonardotomer.com
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