I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Vardø. Dopo la tempesta”
“Vigilia di Natale del 1917. Vardø, Norvegia mediorientale. Il mare si gonfia improvvisamente e inghiotte quaranta uomini usciti a pescare. Maren perde suo padre e suo fratello nella burrasca e a tutte le donne di Vardø non resta che sopire il dolore, farsi forza e cercare di sopravvivere. Quando l’inverno allenta finalmente la sua morsa e le dispense sono ormai quasi vuote, Kirsten sprona le altre donne a rimettere le barche in mare e riprendere la pesca. Accatastano la legna, conciano le pelli e preparano le provviste in vista dell’inverno successivo, ma tutto questo è visto con sospetto dal pastore della chiesa locale, poiché contrario alla natura docile e remissiva del genere femminile. Pertanto, a Vardø viene inviato un sovrintendente fosco e ambiguo, Absalom Cornet. La sua fama lo precede: è tenuto in gran conto presso le più alte gerarchie ecclesiastiche poiché in passato ha mandato al rogo diverse donne accusate di stregoneria. La sua giovane moglie, Ursa, stringerà un forte legame con Maren, ma la chiusura mentale e l’isteria generale porterà a un tragico epilogo.
Traendo ispirazione dai processi alle streghe di Vardø del 1620, l’autrice mira a mettere in risalto la brutale sottomissione delle donne e la superstizione che aleggia in luoghi isolati, il tutto con una grande potenza narrativa. Magnifico!”
@theinsta_reader su instagram (11 luglio 2020)
Vardø. Dopo la tempesta
Autore: Kiran Millwood Hargrave
Titolo originale: The Mercies
Traduttrice: Laura Prandino
Editore: Neri Pozza
Genere: Romanzo storico
Collana: I Narratori delle Tavole
Anno edizione: 2020
Pagine: 336
Cosa scrive l’editore
1617, Norvegia nordorientale. In una funesta vigilia di Natale, il mare a Vardø si è improvvisamente sollevato e una folgore livida ha sferzato il cielo. Quando la tempesta si è acquietata in uno schiocco di dita, così com’era arrivata, le donne si sono raccolte a riva per scrutare l’orizzonte.
Degli uomini usciti in barca non vi era, però, nessun segno. Quaranta pescatori, dispersi nelle gelide acque del Mare di Barents. Alla ventenne Maren Magnusdatter, che ha perso il padre e il fratello nella burrasca, e a tutte le donne di Vardø non resta dunque che un solo compito: mettere a tacere il dolore e cercare di sopravvivere.
Quando l’inverno allenta la presa e le provviste di cibo sono quasi esaurite nelle dispense, le donne non si perdono d’animo: rimettono le barche in mare, riprendono la pesca, tagliano la legna, coltivano i campi, conciano le pelli. Spinte dalla necessità, scoprono che la loro unità può generare ciò che serve per continuare a vivere. L’equilibrio faticosamente conquistato è destinato, però, a dissolversi il giorno in cui a Vardø mette piede il sovrintendente Absalom Cornet, un fosco e ambiguo personaggio distintosi, in passato, per aver mandato al rogo diverse donne accusate di stregoneria.
Absalom è accompagnato dalla giovane moglie norvegese, Ursa, inesperta della vita e terrorizzata dai modi sbrigativi e autoritari del marito. A Vardø, però, Ursa scorge qualcosa che non ha mai visto prima: donne indipendenti. Absalom, al contrario, vede solo una terra sventurata, abitata dal Maligno. Un luogo ai margini della civiltà, dove la popolazione barbara dei lapponi si mescola liberamente con i bianchi e dove una comunità di sole donne pretende di vivere secondo regole proprie.
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