di Manuela Mongiardino
La sonata a Kreutzer
Autore: Lev Tolstoj
Editore: Einaudi
Anno edizione: 2017
Anno prima edizione: 1889
Introduzione: Vittorio Strada
Traduzione: Leone Ginzburg
Genere: Classici
Pagine: 117
Consigliato a chi ama i classici e vuole conoscere Tolstoj prima di affrontare le sue grandi opere.
Durante un viaggio in treno, un certo Pozdnyšev racconta di sé a uno sconosciuto narratore: inizia dalle prime esperienze da ragazzo, ancora studente, fino al fallimentare matrimonio minato da una folle gelosia. Un rapporto tra coniugi non cementato dall’arrivo dei figli, bensì ulteriormente insidiato.
Il colpo finale arriva da un violinista, che Pozdnyšev invita per accompagnare al pianoforte la moglie nell’esecuzione della Sonata a Kreutzer di Ludwig van Beethoven, e l’epilogo si svolge in una notte in cui lui si trova lontano per motivi di lavoro.
La gelosia prende il sopravvento e dilania il cuore di Pozdnyšev, che ritorna a casa il più velocemente possibile: la sua mente è oppressa, sta male, è annebbiata, non riesce a ragionare con lucidità; lui vede immagini inesistenti, vaneggia. Prova un bisogno di distruzione, violenza, furore. Pozdnyšev sospetta prima un interesse tra sua moglie e il violinista, poi una vera e propria relazione, infine pensa addirittura che i suoi figli possano essere di altri uomini. Purtroppo il racconto culmina con l’uxoricidio, in casa, in salotto, davanti al personale, al violinista e anche alla presenza dei figli, addormentati nelle camere attigue.
Ormai troppo tardi, alla fine del testo, quando Pozdnyšev vede il volto della donna morta nella bara, comprende la gravità della sua azione e implora perdono. D’altra parte, gli altri non possono capire quello che lui aveva provato.
Il romanzo breve La sonata a Kreutzer fu scritto nel 1889 da Lev Nikolàevič Tolstoj, autore russo dell’Ottocento conosciuto in tutto il mondo per la forza morale delle sue opere.
Tra gli anni Settanta e Ottanta, Tolstoj cadde in una profonda crisi spirituale, che lo avvicinò ai testi sacri e alla Chiesa, approdando così a un cristianesimo delle origini, nato da una purificazione interiore poi descritta in Resurrezione, altra sua notissima opera.
Alla base della sua fede ci sarà il Vangelo e, in particolare, il Discorso della montagna, in cui Gesù approfondisce i dieci comandamenti per i discepoli e la folla.
Nella Sonata a Kreutzer Tolstoj indaga l’istituzione del matrimonio come tale ma anche l’amore tra i coniugi, la loro fedeltà, e si chiede se il matrimonio renda realmente felici. La castità – sembra chiederci l’autore − è preferibile perfino al matrimonio e al conseguente dono dei figli? C’è una risposta diversa per ognuno di noi.
Questa è una lettura che fa male, soprattutto per l’atteggiamento di Pozdnyšev, sempre all’affannosa ricerca di una motivazione per accusare la moglie di infedeltà. Tra le parole che pronuncia durante il suo viaggio apocalittico troviamo: punire, liberarsi, rancore. Definisce sua moglie come “cagna schifosa”, il suo viso come “attraente e odiato”, la sua bellezza come “animalesca sensualità”. La bellezza che scorge nella moglie è difatti intesa come un’arma puntata contro di lui. Gli appellativi che le rivolge sono veramente sconvenienti e denotano un odio profondo e malato. La sensazione è che lui già immediatamente dopo il matrimonio non sapesse come portare avanti la vita a due. Sin dall’inizio, la follia lo ha travolto e lo ha indotto a uccidere ingiustamente la persona che gli stava accanto.
Poco sappiamo della pena che l’uxoricida ha dovuto scontare: la perdita della custodia dei figli e forse qualche anno in prigione. Lo conosciamo su quel treno tra altri passeggeri, desideroso di raccontare la sua storia come se fosse giusto cercare compassione e partecipazione al suo dolore di uomo tradito.
L’idea di un marito che cerca un modo per poter accusare la moglie di tradimento ed escogitare un’occasione per farla fuori è tanto raccapricciante quanto dannatamente attuale. A tratti, sembra purtroppo di leggere un articolo di cronaca nera sul giornale.
Alcuni passaggi ricordano altre importanti opere di Tolstoj. Anche qui il protagonista narra infatti di donne che desiderano un marito ricco pur conoscendo la sua lunga e intensa esperienza da amatore e vengono presentate come abili calcolatrici che scoprono le spalle e usano i belletti per irretire gli uomini.
Il femminismo, che significa uguaglianza tra uomo e donna e non certo prevaricazione, è ben lontano: l’unico personaggio di Tolstoj che comprende questo concetto è Levin in Anna Karenina, vero capolavoro del realismo.
Per la società del tempo, un uomo faceva esperienze di vita e tuttavia continuava a prendersi cura della famiglia. Se invece la donna aveva un amante, era una persona spregevole che andava allontanata dalla casa e dai figli. Nessuno provava a capire perché una donna potesse provare interesse per qualcuno al di fuori della famiglia, cercando magari di sopperire alle mancanze affettive o culturali che difatti causavano il tradimento.
Troppo spesso efferatezze simili a quelle raccontate nella Sonata a Kreutzer hanno luogo ai giorni nostri perché alcuni non sanno comprendere le persone che hanno vicino, pensano che siano un loro possesso e non sanno crearsi una vita soddisfacente che non sia una putrida appendice di quella altrui.
Se ne parla anche nell’Ars Amatoria di Ovidio, ma con uno spirito totalmente diverso e dalle opposte conseguenze: in questo caso l’autore consiglia uomini e donne e sa ridere dei loro atteggiamenti durante il corteggiamento o l’approccio amoroso.
È invece Erich Fromm a farci comprendere, nell’Arte di amare, cosa sia l’amore nelle sue diverse sfaccettature e come agisca sui nostri sensi e sulla nostra psiche.
Se è vero che Fromm è stato pubblicato nel 1956, Pozdnyšev avrebbe dovuto conoscere quantomeno Ovidio. Che tristezza, che pena quegli uomini come questo creato dalla penna magistrale di Tolstoj, che non capiscono se stessi e riversano le proprie mancanze sulla malcapitata donna che prendono al loro fianco.
Il libro in una citazione
«Amare per tutta la vita una donna o un uomo è come sostenere che una candela resterà accesa tutta la vita.»
11 settembre 2020
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