I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Tornare a casa”
“Ingwer, professore di archeologia, figlio di una ragazza ritardata e nipote di un oste, torna al paese per prendersi cura dei nonni novantenni. Conosceremo una storia malinconica e triste. Avevo grandi aspettative per questo romanzo, ma devo ammettere che inizialmente sono rimasta delusa. Ho faticato ad affezionarmi ai personaggi e ho trovato faticose le linee narrative. Ora che ho terminato la lettura però sento nostalgia sia dei luoghi sia delle persone di quei luoghi.”
@sabrina_melzo su twitter (11 agosto 2020)
“In un paesino della Frisia settentrionale, Brinkebull, nasce Ingwer Feddersen, figlio di Marret, una ragazzina affetta da ritardo mentale che lo mette al mondo a soli diciassette anni. Fin da piccolissimo viene messo dal nonno Sönke in piedi su una cassa a spillare birre al bancone della locanda di famiglia. Frequenta il liceo, nonostante le perplessità dei nonni e dell’intero paesino, in cui chi aspira ad andarsene viene visto come traditore. Diventa docente universitario, fugge e si lascia la vecchia vita alle spalle. Alla soglia dei cinquant’anni, però, inizia a considerare la sua vita insoddisfacente e artificiale: vive in una casa con altri due inquilini eterni Peter Pan, non trova più stimoli nell’insegnamento e allora decide di tornare a casa per prendersi cura dei nonni e della locanda ormai semiabbandonata. Questa è per lui l’occasione per scoprirsi e ritrovarsi, saldando i conti con il passato che lo ha tanto ferito e, cercando di reinventarsi, per compiere un primo passo concreto verso il cambiamento. Un romanzo dalle mille sfaccettature, in cui ogni idillio è finzione, velato di malinconia, e in cui la dolcezza si trasforma in ironia. I sentimenti più profondi che agitano il cuore dell’uomo sono messi completamente a nudo: l’abbandono, la scoperta delle proprie origini, il bisogno di appartenenza, la morte. Assolutamente consigliato!”
@theinsta_reader su instagram (10 agosto 2020)
“Tornare a casa di Dörte Hansen è un libro che parla di origini, del concetto di casa, dello scorrere del tempo e di traguardi comuni nella vita di molti, in maniera musicale e rimanendo in un equilibrio perfetto tra passato e presente. Ricorrendo a una sorta di realismo magico, parla di una comunità di un paesino inventato nella Germania del Nord, Brinkebüll.
Mi è piaciuto molto per la narrazione della storia e spesso mi ha ricordato un altro libro di una scrittrice tedesca, Quel che si vede da qui di Mariana Leky, pur distanziandosene in molti aspetti.”
@cocktaildilibri su instagram (23 luglio 2020)
Tornare a casa
Autrice: Dörte Hansen
Titolo originale: Mittagsstunde
Traduttore: Teresa Ciuffoletti
Editore: Fazi Editore
Genere: Moderna e contemporanea
Collana: Le Strade
Anno edizione: 2020
Pagine: 439
Cosa scrive l’editore
Quando un bambino nasce in un paesino di provincia dove di bellezza non c’è neanche l’ombra, è figlio di una ragazzina affetta da ritardo mentale e fin da piccolissimo viene messo in piedi su una cassa a spillare birra al bancone di una locanda, il fatto che da adolescente frequenti il liceo è piuttosto sorprendente; se poi diventa un professore universitario e decide di lasciarsi tutto alle spalle, l’evento è più unico che raro, e in paese c’è chi lo vive come un tradimento.
Nel momento in cui, alla soglia dei cinquant’anni, l’uomo fugge da una vita accademica insoddisfacente e da un’ambigua convivenza a tre in un appartamento in cui non si diventa mai adulti per tornare a casa e prendersi cura dei nonni − Sönke, l’oste arroccato nella sua locanda semi abbandonata, ed Ella, che la vecchiaia ha reso capricciosa e imprevedibile −, due realtà apparentemente inconciliabili si scontrano, dando vita a una crepa profonda dalla quale tutto torna a galla.
Il ritorno a Brinkebüll diventa così un’occasione per riscoprirsi e reinventarsi: ci sono conti da saldare, ruoli da invertire e tante tappe da rivisitare prima di muovere il primo passo verso il cambiamento.
Il contrasto fra due mondi, il nostro passato e il nostro presente, le famiglie da cui proveniamo e quelle che ci siamo scelti, è la sostanza da cui germoglia questo romanzo, che racconta l’evoluzione di un paesino e i destini individuali dei suoi abitanti con dolcezza, ironia sottile e una vena di malinconia.