I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Romanzo egiziano”
“La storia della propria famiglia raccontata andando avanti e indietro nel tempo, in capitoli che sono anche storie a sé. Particolarmente bello ‘L’anno del maiale’, sulla cacciata degli ebrei nel 1492 dalla Spagna, e ‘La primavera delle sommosse’, sulla rivolta araba al Cairo del 2011.”
@raf-rob su twitter (19 ottobre 2019)
Romanzo egiziano
Autrice: Orly Castel-Bloom
Titolo originale: Haroman hamitzrì
Traduttore: Shulim Volgemann
Editore: Giuntina
Genere: Moderna e contemporanea
Collana: Israeliana
Anno edizione: 2019
Pagine: 190
Cosa scrive l’editore
Qual è il modo migliore per raccontare la storia della propria famiglia? Orly Castel-Bloom non ha dubbi: la memoria deve esplodere, autobiografia e immaginazione devono confondersi.
E se il passato è irrequieto, ogni occasione è allora buona per fare un passo indietro: ai tempi di re Ferdinando II e di Isabella la Cattolica, per esempio, quando “la Spagna vomitò i due grandi nemici del maiale che vivevano nel suo ventre: gli ebrei e i musulmani”, costringendo i fratelli Castil a lasciare Torre de Mormojon in Castiglia; o durante la Primavera araba del 2011, quando “l’esercito egiziano aprì il fuoco sui manifestanti sparando proiettili veri”.
Possiamo ritrovarci, senza rendercene conto, tra i giovani militanti sionisti del Cairo che si stanno preparando a emigrare in Israele, o nel 1952, tra i membri del gruppo egiziano di un kibbutz, a litigare per una valigia “come se fosse stata d’oro e nel mondo non esistesse il socialismo”.
La saga dei Castil affiora inaspettatamente da un insieme di memorie autobiografiche, fantasie e racconti.
Una narrazione sovversiva e coinvolgente che si muove tra passato e presente con i ritmi antichi dell’oralità, ma che non lascia mai il lettore spaesato. Romanzo egiziano sembra voler disorientarci di proposito solo per rivelarci che certe storie non conoscono linearità e che, per essere felici di tornare a casa, a volte è necessario perdersi.