I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Trilogia di New York”

“Ho iniziato a leggere questo libro del tutto ignara che fosse un trio di detective story solo all’apparenza. Trilogia di New York è in realtà un metaromanzo formato da tre romanzi brevi/racconti (Città di vetro, Fantasmi e La stanza chiusa) in cui i legami tra l’autore, i personaggi e il lettore si moltiplicano e intersecano a mano a mano che si prosegue con la lettura. Le tre storie narrate presentano numerose analogie e collegamenti: personaggi che ritornano, particolari e dettagli comuni (come il tanto amato taccuino rosso).
Il lettore, come un detective, interpreta tali collegamenti come parti di un rebus da sciogliere e si perde in questo labirinto di misteri. Perché Auster ha scelto l’espediente della detective story per parlare d’altro: del concetto di identità − e più nello specifico di quella dello scrittore, ma anche di quella del lettore e dell’essere umano − oltre che della ricerca/perdita della stessa. Tutto il libro gioca sul dualismo essere non essere, sullo specchiarsi, il sembrare e lo scomparire.
In una spirale che tende all’infinito lo scrittore diventa personaggio, il personaggio diventa scrittore, il detective diventa lo spiato, lo spiato diventa detective, l’uno prende il posto dell’altro… e noi che leggiamo, immersi in un’atmosfera onirica e surreale in una metropoli nebulosa fatta di vetri e specchi, ci perdiamo proprio come i personaggi.
Tutto appare come un’enorme metafora sull’atto dello scrivere compiuto dallo scrittore, che annulla la propria identità per dar vita ai personaggi, i quali a loro volta svaniscono quando si arriva a girare l’ultima pagina. […]”
@ioviaggioleggendo su instagram (30 aprile 2020)
“Una lettura particolare. D’altra parte, Paul Auster non si smentisce mai. Porta il lettore nelle sue pagine, lo confonde per poi indurlo a ritrovarsi alla fine del suo romanzo. Qui i romanzi, che hanno consequenzialità ma allo stesso tempo sono autoconclusivi, sono tre e potrebbero essere dei gialli visto che le tinte del racconto ricordano Philippe Marlowe. In realtà, mi hanno ricordato le atmosfere di Blade Runner.”
@giorgia_legge_tanto su instagram (12 giugno 2020)
“Auster è per me il miglior scrittore postmoderno in vita. Anche nella sua Trilogia di New York è riuscito a trasmettermi, come nella maggior parte dei suoi libri, l’angoscia e la solitudine dei suoi complessi personaggi.”
@MiaNonnaFuma su twitter (13 ottobre 2019)
Trilogia di New York
Autore: Paul Auster
Titolo originale: The New York Trilogy
Traduttore: Massimo Bocchiola
Editore: Einaudi
Genere: Gialli & Noir
Collana: Super ET
Anno edizione: 2014
Pagine: 316
Cosa scrive l’editore
In una città stravolta e allucinata, in cui ogni cosa si confonde e chiunque è sostituibile, i protagonisti di queste storie conducono ciascuno un’inchiesta misteriosa e dall’esito imprevedibile.
Tutto può cominciare con una telefonata nel cuore della notte, come nel caso di Daniel Quinn (Città di vetro), autore di romanzi polizieschi che accetta la sfida che gli si presenta e si cala nei panni di uno sconosciuto detective. Ma può anche capitare che chi debba pedinare si senta a sua volta pedinato (Fantasmi); o, ancora, che ci sia qualcuno che s’immedesima a tal punto nella vita di un amico da sposarne la vedova e adottarne il figlio (La stanza chiusa).
Tre detective story eccentriche e avvincenti in cui Paul Auster inventa una sua New York fantastica, un “nessun luogo” in cui ciascuno può ritrovarsi e perdersi all’infinito. Ed è proprio nell’invenzione di questa solitudine che i personaggi della Trilogia misurano il proprio io e scoprono il loro vero destino.
[…] peraltro in 4 3 2 1 compaiono fugacemente alcuni personaggi come, per esempio, Daniel Quinn della Trilogia di New York, Marco Stanley Fogg di Moon Palace, David Zimmer del Libro delle illusioni e Adam Walker di […]