I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito ad “Archivio dei bambini perduti”
“Una famiglia composta da padre, madre e due bambini nati da precedenti relazioni, si mette in viaggio verso l’Arizona. Il padre vuole visitare il luogo dove l’ultima banda di guerrieri apache si è arresa all’esercito americano, la madre vuole invece vedere con i propri occhi la realtà di quella che i notiziari chiamano ‘emergenza migratoria’: bambini che attraversano da soli il confine, di cui spesso si perdono le tracce.
I presupposti per un ottimo romanzo c’erano tutti, sia per quanto riguarda i temi trattati che per la scrittura ricercata e profonda. A malincuore, devo evidenziare delle note dolenti, tra cui il fatto che il testo in alcuni tratti appare confusionario e difficile da seguire, ripetitivo e spesso prolisso, tanto che più volte ho avuto il pensiero di abbandonarlo, e l’avrei fatto, se non fossi una lettrice che si impone di concludere ogni libro che legge nella speranza di ricredersi, ma non è stato questo il caso.
Inoltre, i bambini non vengono mai chiamati per nome, ma solo differenziati in base al loro sesso: ‘il maschio e la femmina’, e purtroppo non ho gradito questa spersonalizzazione, trovandola quasi fastidiosa.
Un peccato, 3 stelle e mezzo a questo libro.”
@reginadeilibri su instagram (18 luglio 2020)
“Questo è un libro che parla di viaggi: quello di una famiglia allargata, composta da due archivisti del suono (lei documentarista e giornalista, lui documentario e acustemologo) e dai rispettivi figli avuti da precedenti relazioni, un maschio (figlio di lui) e una femmina (figlia di lei). Lei è interessata ai bambini messicani dispersi, lui, invece, vuole ricostruire le tracce degli ultimi pellerossa e così la famiglia decide di partire in direzione Arizona; il viaggio di Geronimo e dei suoi compagni dell’ultima apacheria esistita sui monti Chiricahua; il viaggio dei bambini perduti provenienti illegalmente dal Messico e rinchiusi nei grandi centri texani ed estradati o dispersi nel deserto a pochi giorni dal confine.
Questo è soprattutto un libro di critica, un libro politico che tratta un argomento spinoso e attuale, la crisi migratoria negli Stati Uniti, e lo fa ponendo l’accento sui bambini.
La struttura del libro è originale, la prosa è senza fronzoli, capace di rendere la lettura scorrevole. Mi è piaciuto molto, anche se ho trovato la prima parte un po’ lunga: i molti dettagli e le descrizioni creano la giusta atmosfera, ma rallentano il ritmo della narrazione. La storia decolla quando il punto di vista cambia e l’ultimo terzo del libro l’ho letteralmente divorato.
Una lettura che mi sento di consigliare a tutti, sopratutto per l’argomento e il messaggio di fondo che Valeria Luiselli è riuscita pienamente a trasmettere, senza mai alzare la voce, ma risultando comunque incisiva.”
@ioviaggioleggendo su instagram (21 maggio 2020)
“Una famiglia composta da una giornalista e un acustemologo e i loro due figli, nati da relazioni precedenti, decide di intraprendere un viaggio verso l’Arizona: lui vuole visitare le apacherie, lei vuole vedere con i propri occhi il fenomeno dell”emergenza migratoria’ dal Messico agli Stati Uniti. Perlopiù questi migranti sono bambini che attraversano il confine sui tetti dei convogli ferroviari con un numero di telefono cucito nei vestiti.
Un libro che racconta sotto forma di lessico famigliare la vita di questi bambini che cercano qualcosa di diverso, sperando che sia migliore, rischiando la vita, per arrivare negli Stati Uniti. Un romanzo non facile nella scrittura e nel racconto, ma bellissimo!”
@giorgia_legge_tanto su instagram (22 gennaio 2020)
Archivio dei bambini perduti
Autore: Valeria Luiselli
Editore: La Nuova Frontiera
Genere: Moderna e contemporanea
Collana: Liberamente
Anno edizione: 2019
Pagine: 416
Cosa scrive l’editore
Una macchina avanza sulle strade americane. All’interno una coppia e i due bambini nati da precedenti relazioni.
Il padre e la madre sono documentaristi, si sono conosciuti durante una mappatura degli idiomi parlati a New York, la metropoli linguisticamente più eterogenea del pianeta. Si sono lasciati alle spalle la casa in cui sono diventati una famiglia.
Davanti a loro una lunga lingua d’asfalto che li spinge verso un futuro incerto. Sono diretti in Arizona: il padre vuole visitare il luogo dove l’ultima banda di guerrieri apache si è arresa all’esercito americano. La madre vuole invece vedere con i propri occhi la realtà di quella che i notiziari chiamano “emergenza migratoria”: bambini che attraversano da soli il confine.
In un alternarsi di paesaggi desertici, polverose città di frontiera e soste in motel, si delinea una nuova mappa dell’America d’oggi, un territorio profondamente segnato dalla storia, dalle migrazioni e dalle conquiste. Lo stesso paesaggio che, in cima a un treno merci, attraversano anche i bambini perduti con un numero di telefono cucito sui vestiti.
Citazioni tratte dal libri
Quando due persone si perdono, la cosa migliore è che una rimanga nello stesso posto e l’altra si dedichi alle ricerche.
@reginadeilibri su instagram (18 luglio 2020)
E anche se il termine “perduto” non è preciso, nel nostro privato lessico famigliare, i rifugiati sono i bambini “perduti”. E in un certo senso, credo, che siano questo, bambini perduti. Sono i bambini che hanno perduto il diritto a un’infanzia.
@ioviaggioleggendo su instagram (13 maggio 2020)