di Sandro Signorelli
Metafore che si trasformano – L’assassinio del commendatore
Autore: Murakami Haruki
Editore: Einaudi
Traduttrice: Antonietta Pastore
Genere: Moderna e contemporanea
Anno edizione: 2019
Anno prima edizione: 2018 (Giappone)
Pagine: 440
Consigliato ai lettori di classici che amano l’esplorazione dell’animo umano… e la buona musica.
Un giovane artista, alle prese con la sua nuova vita da single, vive nella casa-atelier del famoso pittore Amada Tomohiko, dove ha ritrovato un quadro dal titolo “L’Assassinio del commendatore”. Questo giovane artista è il protagonista di Metafore che si trasformano, secondo volume della serie di Murakami Haruki, che porta lo stesso titolo del dipinto rivenuto nel sottotetto.
In Metafore che si trasformano, che costituisce un unicum narrativo con Idee che affiorano, trova conferma lo stile narrativo di Murakami. La voce narrante appartiene al protagonista, che si mostra con le caratteristiche umane e comportamentali di una persona assolutamente equilibrata e disciplinata nella gestione della propria quotidianità. Come spesso accade nei libri dell’autore giapponese, la normalità del protagonista è contrapposta all’eccezionalità degli eventi, ma i comportamenti che derivano da questa collisione non sono mai fuori dagli schemi né frutto di colpi di testa. Le riflessioni, le analisi e le reazioni a ciò che accade sembrano scritte per essere replicate da qualunque lettore razionale, capace di osservare con spirito oggettivo il mondo rappresentato dallo scrittore. Il lettore incontra i personaggi in luoghi molto tratteggiati, dalle atmosfere sempre affascinanti, rese tali da una penna sapiente, in grado di immergere la trama in una superba colonna sonora, che invoglia all’ascolto di musiche e autori leggendari.
Il mondo raccontato da Murakami non prescinde dal sogno come elemento del percorso individuale che completa l’esperienza di vita. Nell’Assassinio del commendatore assistiamo proprio a una sublimazione tridimensionale del sogno e dei desideri o delle angosce che lo determinano: il subconscio affiora per intersecarsi con la realtà.
Il protagonista di Metafore che si trasformano, dopo aver metabolizzato e accettato l’abbandono dell’amata moglie − “…qualunque nuvola, per quanto spessa e scura, vista dall’alto brilla di luce argentea…” − viene spinto dagli eventi a destarsi dal proprio torpore interiore per completarsi e sviluppare le proprie abilità, imparare a confrontarsi con gli altri adottando più piani di lettura e non fermarsi alle apparenze comportamentali con cui deve inevitabilmente fare i conti. Con questo spirito più maturo, il giovane deve quindi affrontare un viaggio metafisico al limite della sopportazione umana, che lo scoprirà un uomo diverso e consapevole, poiché “…la verità è una rappresentazione e la rappresentazione è la verità. Seguire la via della comprensione a tutti i costi è come raccogliere l’acqua con un setaccio…”.
Murakami ci regala una narrazione chiara, godibile, attraente, che tiene per mano il lettore e lo accompagna nei diversi piani spazio-temporali. Con una sequenza precisa del racconto, svela al momento opportuno i retroscena che formano il carattere dei personaggi.
L’eccezionalità dell’Assassinio del commendatore permette al lettore di rimanere coinvolto dal punto di vista emotivo come non mai, con l’idea di un attraversamento metaforico tra le luci e le ombre della propria anima. Ne conserveremo memoria come un poema narrato, che attraversa una selva oscura e invita a bere l’acqua del fiume della vita.
Il libro in una citazione
«Una bellissima metafora può rivelare possibilità nascoste in ogni accadimento.»
23 maggio 2020
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