di Giovanna Allocca
Le due vite di Lucrezia Borgia. La cattiva ragazza che andò in paradiso
Autori: Lia Celi e Andrea Santangelo
Editore: UTET
Genere: Biografie
Anno prima edizione: 2019
Pagine: 252
Consigliato a chi ama i romanzi storici e a tutti quelli che la storia la trovano noiosa o soporifera.
Chi era veramente Lucrezia Borgia, la cosiddetta “dark lady” del Cinquecento? La piccola di casa Borgia, indifesa e in balia del suo amato e odiato padre, o un diavolo in gonnella, disposto a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi?
Su questo e altro indaga Le due vite di Lucrezia Borgia. La cattiva ragazza che andò in paradiso, una biografia frutto del felice sodalizio tra la giornalista e autrice satirica Lia Celi e lo storico militare, archeologo e ricercatore Andrea Santangelo.
Lucrezia Borgia è stata, al di là di ogni ragionevole dubbio, una delle donne più famose e controverse del Rinascimento italiano e questa biografia riesce, sulla base di documenti storici, a far luce sulla sua discutibile vita.
La giovane donna scopre ben presto di non essere la dolce e casta figlia di una modesta e anonima locandiera romana e del suo triste compagno, bensì della bella Vannozza Cattanei e del sommo pontefice Rodrigo Borgia, alias Alessandro VI.
Si ritrova dunque a portare il peso di un cognome tanto ingombrante, sinonimo di potere, lussuria, nepotismo e libertinismo.
Lucrezia, donna di rara bellezza e intelligenza, viene purtroppo usata come merce di scambio dal sommo pontefice e dal fratello Cesare Borgia, il famigerato Valentino, per suggellare alleanze politiche e non solo. Alleanze firmate non con il sangue, ma a suon di matrimoni. Infatti, verrà data in sposa non una, non due, ma ben tre volte, senza poter dire o fare nulla.
Poco più che bambina sposerà Giovanni Sforza, nipote del grande Ludovico, con cui avrà un matrimonio immensamente infelice ma ricco di nuove amicizie soprattutto maschili.
Il secondo fortunato sarà Alfonso d’Aragona, figlio illegittimo del re di Napoli Alfonso II, che amerà alla follia e da cui avrà un figlio.
Ma si sa, l’amore vero in casa Borgia è cosa assai rara e, per volere dell’amato fratello Cesare, Alfonso viene brutalmente ucciso.
Ancora giovane e bella – i suoi lunghi capelli biondi sono fonte d’ispirazione di pittori e scrittori – Lucrezia è vedova e sola.
La ragion di Stato, o paterna che dir si voglia, anche stavolta ha la meglio e così Lucrezia si ritrova di nuovo sposata contro il suo volere, questa volta al Duca di Ferrara, Alfonso d’Este, uomo d’armi, appassionato della lavorazione della ceramica, e purtroppo affetto da quello che all’epoca veniva gentilmente chiamato “il mal francese”, la sifilide. Situazione alquanto critica che evidentemente non ostacola papà Borgia, più interessato agli intrighi politici che alla felicità e alla salute della terzogenita.
Nella bella Ferrara avviene la cosiddetta metamorfosi di Lucrezia: da insignificante pedina a figura di grande importanza e autorità. Negli ultimi sette anni della sua vita smetterà le vesti sontuose da femme fatale e donerà la sua anima a Dio.
Le due vite di Lucrezia Borgia è un’opera piacevole e omogenea, scritta in modo ironico e accattivante, con linguaggio e riferimenti attuali.
Una biografia che fa luce sulla vera essenza, se così di può dire, della bella Lucrezia.
Una biografia che ci rivela una Lucrezia totalmente diversa dalla donna cinica, crudele e perversa che ha ispirato commediografi e storici per secoli.
Una biografia unica, che racchiude la travagliata vita della bella romana, passando da eventi storici a curiosità e aneddoti in grado di tenere costantemente alta l’attenzione del lettore.
Il libro di una citazione
«Cercare ostinatamente quel che è giusto, sforzarsi di essere buona, ma ritrovarsi sempre in situazioni sbagliate è la costante della sua vita, a Roma come a Ferrara.»
9 maggio 2020
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