Qualche anno fa Antonio Petti, 28enne clinical specialist torinese, si è ritrovato a fare un lungo e indimenticabile tour tra Australia e Asia con alcuni amici. Al suo ritorno, ha trascritto gli appunti presi giorno per giorno e ne sono scaturiti due diari di viaggio.
Il secondo, Around Asia con i ragazzi di Casa Maylands, è per l’autore un vero e proprio “viaggialibro”, in cui pagine di carta e pagine web si uniscono per far immergere il lettore in un racconto introspettivo.
LA VOCE DELLO SCRITTORE
Antonio Petti racconta
Around Asia con i ragazzi di Casa Maylands

Antonio Petti, com’è nata l’idea di questo libro?
«Ero ancora in Australia, alla vigilia della partenza per il mio grande viaggio in Asia con i miei coinquilini. All’epoca vivevo con loro a Perth, in quella che chiamavamo “Casa Maylands”. Steso sul letto di camera mia, iniziai ad annotare riflessioni ed emozioni di quel momento: lasciavo un luogo in cui avevo vissuto per circa due anni, ma ero anche entusiasta per l’avventura che avrei affrontato con i miei compagni. Avevamo pianificato di viaggiare per mesi, senza un vero limite di tempo, visitando l’Australia e parte dell’Asia.»
A che tipo di lettore lo consiglierebbe?
«A chi ama viaggiare, non solo nel senso di visitare posti incantevoli, ma soprattutto nel senso di crescere, maturare. Il libro è dedicato a tutti coloro che anelano a una maggiore profondità d’animo, a una diversa visione della vita, a una dimensione spirituale oppure, semplicemente, a coloro che ricercano con passione ciò che li porterà a essere persone migliori.»
Perché il suo libro andrebbe letto?
«Perché racconta la storia di un ragazzo che è partito con lo scopo di viaggiare con alcuni amici e che, senza nemmeno accorgersene, il vero viaggio l’ha compiuto interiormente. Inoltre, è una lettura leggera che mostra con semplicità luoghi lontani da noi, la cultura e il modo di vivere delle popolazioni che li abitano.»
Qual è il messaggio che voleva trasmettere?
«Che ci sono vari modi di vedere la vita e che è importante fermarsi, di tanto in tanto, per pensarci su. Questo ci permette di vivere più consapevolmente, non in modo automatico e frenetico come spesso la nostra società ci induce a fare.»
Cosa significa esattamente “diario di viaggio introspettivo” e con quali strategie narrative lo ha reso tale?
«Ho raccontato non solo avvenimenti e comportamenti ma anche ciò che essi facevano scaturire dentro di me. Nel libro ci sono molte riflessioni che mi hanno portato a crescere a livello personale. Quanto alle strategie narrative, posso solo dire che ho cercato di essere il più sincero e spontaneo possibile. Scrivevo molto di getto, riportando l’esperienza vissuta e le emozioni che nascevano in me e cercando di dare sempre risposta alle domande che ne derivavano.»
La narrazione è perfettamente aderente alla realtà o la scrittura l’ha portato talvolta ad allontanarsi da essa?
«Perfettamente aderente alla realtà. Ho riempito le pagine di questo libro scrivendo a penna su alcuni diari che mi portavo dietro, nel mio grosso zaino. Ogni mattina mi alzavo un’ora prima dei miei compagni e scrivevo le esperienze del giorno precedente, integrandole con le mie considerazioni. Il racconto è molto dettagliato.»
Perché ha scelto l’Asia e, in particolare, quella parte di Asia?
«Tutti noi ragazzi di Casa Maylands eravamo già amici di lunga data e ci conoscevamo da quando eravamo bambini. Vivevamo in provincia di Milano: io e Ilenia siamo cresciuti a Bollate mentre Nicolò e Mattia a Senago. Per varie coincidenze ci siamo ritrovati a fare un’esperienza di vita in Australia. Io ero lì già da un anno e, quando loro mi hanno raggiunto, abbiamo deciso di affittare insieme casa in un quartiere di Perth chiamato, per l’appunto, Maylands. Dopo mesi di lavoro in Australia, decidemmo di avventurarci in un grande viaggio. Volevamo iniziare proprio dall’Australia sia perché ci trovavamo già lì sia perché ci affascinava la sua natura selvaggia. Saremmo poi andati in Asia perché era relativamente a poche ore di aereo e perché cercavamo l’approccio con una cultura orientale. In ordine di vicinanza, decidemmo di visitare Singapore, Malesia, Thailandia e Laos, spostandoci principalmente con mezzi locali come autobus o traghetti.»
Qual è il luogo che le è rimasto nel cuore?
«Il Laos. È un posto incontaminato, con paesaggi meravigliosi, dove si può ancora avvertire l’autenticità della popolazione del Sudest asiatico. Oltretutto, proprio in una zona rurale di questo Stato, ho fatto un’esperienza di casa famiglia insieme agli autoctoni, che mi ha toccato profondamente.»
Nel 2017 ha autopubblicato Around Australia con i ragazzi di Casa Maylands. Tra il primo e il secondo libro è cambiato il suo approccio alla scrittura?
«No, non credo. Forse il secondo libro, che si focalizza sull’Asia, è scritto in modo leggermente più introspettivo poiché i primi mesi di viaggio avevano già apportato degli effetti in me. Credo che mi avessero già reso più riflessivo e orientato alla ricerca dell’essenza della vita. I due testi sono sì uno successivo all’altro, ma possono essere letti indipendentemente poiché raccontano di esperienze completamente diverse, in parti del mondo totalmente differenti l’una dall’altra.»
Quanto è durata la gestazione del testo e quale è stata la parte della lavorazione più faticosa?
«Una volta ritornato in Italia, ho provveduto a trascrivere al pc i miei appunti di diario e questa è stata sicuramente la parte più faticosa della lavorazione. Poi li ha letti la mia ragazza che, per dirla alla Stephen King, è la mia ideal reader. Conclusa questa prima fase, ho inviato la bozza a un’amica di famiglia, insegnante in pensione, che aveva particolarmente apprezzato il mio libro sul viaggio in Australia e si era offerta di correggere eventuali imprecisioni. Infine, ho inviato il testo all’editore, che ha deciso di pubblicarlo dopo aver effettuato un’ulteriore revisione.»
Cosa intende con “ideal reader”?
«Il lettore ideale del testo, che cambia anche a seconda del genere del libro. In altre parole, è la persona che prendo come riferimento per capire il mio target di lettori e ricevere un feedback a riguardo. Se per Stephen King l’ideal reader era la consorte, per me è la mia fidanzata, mia compagna di classe alle superiori con cui ho tra l’altro riallacciato i rapporti dopo che lei aveva letto il mio primo libro.»
Come ha espresso la sua personale voce di scrittore nel testo? In che modo lo ha reso “suo”?
Ho cercato di essere il più autentico possibile. Ci ho messo me stesso, raccontandomi e facendo emergere alcuni miei lati profondi, senza utilizzare le convenzionali maschere che normalmente ognuno di noi indossa vivendo nella società. Non è sempre facile aprirsi completamente agli altri, ma con la scrittura è diverso. L’autore può raccontare liberamente ciò che vuole esprimere e se, per qualche ragione, chi legge non apprezza quanto scritto, è libero di interrompere la lettura, ma non può in alcun modo zittire il pensiero riportato su carta. Il libro è di chi lo scrive, che vuole condividere la propria visione del mondo, e non di chi lo acquista. Questa concezione mi ha permesso di rendere il testo personale e unico, benché narrassi episodi di viaggio.
Lei ha pubblicato con un editore noto per coinvolgere gli autori in operazioni di crowdfunding. Ci racconta la sua esperienza in merito a questa pratica di introduzione relativamente recente? Pro e contro?
«Se il mio libro è attualmente ordinabile nelle principali librerie italiane, è sicuramente merito del lavoro svolto insieme a bookabook, che mi ha aiutato nelle varie fasi del processo editoriale, dall’editing al marketing. Di certo non è stato semplice trovare un minimo di duecento lettori che acquistassero in pre-ordine il mio libro, condizione necessaria per far sì che poi venisse pubblicato. La pubblicazione in crowdfunding può essere una modalità interessante, ma il percorso non è in discesa. Per raggiungere l’obiettivo ho dovuto chiedere aiuto a famigliari, colleghi e amici. Chiedere di spendere soldi per un libro che ancora non esiste e che si riceverà a distanza di molti mesi non è così semplice. Tutto sommato, però, grazie a chi ha creduto in me, sono riuscito a superare il numero di pre-ordini necessario e la pubblicazione è avvenuta con successo.»
Avrebbe cambiato qualcosa del testo dopo che è stato pubblicato?
«No, assolutamente nulla. Per me era fondamentale mantenere il testo aderente all’esperienza vissuta.»
Ritiene che i pareri di coloro che hanno letto il libro rispecchino il suo lavoro?
«Al momento recensioni e feedback sono positivi. Forse perché il libro è versatile: può intrattenere sia chi vuole semplicemente svagarsi sia chi vuole riflettere sulla propria concezione della vita. I pareri che ho ricevuto mi hanno reso orgoglioso del lavoro svolto e del piccolo contributo che ci tenevo a dare al mondo.»
Sulla pagina Facebook dedicata al libro il lettore trova foto e video relativi alle esperienze ivi narrate. Possiamo dire che per lei pagine di carta e pagine web sono parti integranti di un’unica narrazione?
Proprio grazie ai video che il lettore trova su Facebook può vivere l’esperienza in associato, entrando completamente nei luoghi che ho visitato e nelle mie riflessioni. In questo modo si cresce assieme e assieme si affrontano tematiche importanti come la visione del tempo e i diversi approcci alla vita. Col mio “viaggialibro” − così amo definirlo − si può viaggiare spendendo meno di un biglietto aereo.
Come si orienta il lettore tra volume e pagina Facebook?
«Nel libro il lettore trova a piè di pagina i riferimenti per guardare i video corrispondenti agli episodi narrati. Con questo risvolto multimediale il libro dà modo di vivere le esperienze dei ragazzi di Casa Maylands ancora più realisticamente, cosa possibile perché ho creato la pagina Facebook proprio in viaggio. Quando circa mille persone iniziarono a seguirla, capii che quello che inizialmente consideravo solo un diario personale, da condividere esclusivamente con i miei compagni d’avventura, poteva diventare un libro.»
Lei scrive anche poesie. C’è della poesia nel suo libro?
«Alcune parti possono essere considerate poetiche, visto che vanno a toccare argomenti di una certa sensibilità. Tutto sommato, ho optato per una lettura scorrevole a discapito della poesia vera e propria. Del resto, questo libro non aveva lo scopo di rendere più bello il contenuto dell’avventura, ma di condividere l’esperienza in sé, in modo sincero e reale, per portare il lettore a riconoscersi nel testo e a maturare nuove riflessioni.»
Ha intenzione di fare altri viaggi per scriverne diari?
«Credo che le esperienze di viaggio con i ragazzi di Casa Maylands siano concluse con questi due libri. Probabilmente viaggerò ancora e scriverò nuovi diari, poi deciderò se pubblicarli o meno. Comunque non viaggio appositamente per scrivere diari, ma è proprio lo scrivere diari che mi permette di viaggiare. Anche stando a casa, mettendo su carta i propri pensieri e riflettendo, si può vivere un viaggio formativo.»
Ha un autore o un’autrice di riferimento che lo ha ispirato anche nella stesura di questo libro?
«Sinceramente no. Credo fermamente che questo libro, come il primo che riguarda il viaggio in Australia, sia unico nel suo genere anche grazie al fatto che non sono stato influenzato da pensieri di altri autori. Molto spesso si incorre in testi che contengono concetti letti altrove come se, in fin dei conti, tutti facessero parte di una certa filosofia acquisita, una sorta di ripetuto circolare di pensieri simili. Ciò non accade nei miei libri perché sono nati esclusivamente dal mio modo di vedere la vita. Questo è quello che a me piace pensare, anche se devo riconoscere che è impossibile non essere affatto influenzati − magari anche inconsciamente − dal contesto culturale e religioso in cui viviamo.»
Ci dice tre titoli di libri che consiglierebbe a un suo amico lettore?
«Consiglierei L’alchimista di Paulo Coelho, Tool of Titans di Tim Ferriss e, per restare nel contesto contemporaneo italiano, Fattore 1% di Luca Mazzucchelli.»
21 aprile 2020
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Around Asia con i ragazzi
di Casa Maylands

Autore: Antonio Petti
Editore: bookabook
Genere: Letteratura di viaggio
Anno di pubblicazione: 2020
Pagine: 193
Versioni disponibili: Cartaceo, eBook
Altri libri dell’autore: Auround Australia con i ragazzi di casa Maylands (Amazon, 2017)
Il libro sui social: Around Australia and Asia con I ragazzi di Casa Maylands – pagina Facebook; @antonio.petti92 – profilo instagram.
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