di Marianna Zirino
Pioggia nera
Autore: Georges Simenon
Editore: Adelphi
Traduttrice: Carmen Tomeo
Genere: Classici
Anno edizione: 2002
Anno prima edizione: 1941 (Francia)
Pagine: 127
Consigliato a chi ama i bambini che raccontano (non i racconti per bambini) e a chi vuole incontrare a colpo sicuro Georges Simenon, mettendo in conto che non riuscirà mai più a smettere di leggerlo.
Nella profonda provincia normanna degli anni Quaranta del secolo scorso, sotto una pioggia ininterrotta per tutto il romanzo, una famiglia piccolo-borghese di commercianti di stoffe al dettaglio ha costruito giorno dopo giorno, con il sacrificio del lavoro onesto, la propria vita decorosa, fatta di risparmi e rinunce. Però ancora insegue un desiderio inconfessabile, una casa di proprietà per gli anni del ritiro.
Desiderio per realizzare il quale la famiglia Lecœur è disposta a compiere altri sacrifici, altre rinunce, altre sopportazioni, fino al punto di ospitare nell’angusto bilocale dal soffitto basso l’ingombrante, detestabile, perfida zia Valérie. Parallelamente o sullo sfondo, a seconda dei punti di vista dei personaggi, ma soprattutto dei lettori, altre vicende storico-politiche narrano fatti di scioperi, sommosse, uomini ricercati dalla polizia, attentati anarchici, gendarmi.
Sono i vividi ricordi di un bambino di sette anni − rievocati dall’uomo ormai adulto che si confronta con la madre anziana − a narrare la duplice storia contenuta in Pioggia nera.
Sennonché Jérôme è stato un bambino profondamente solo in un mondo di adulti, tra cui si insinua proprio l’odiata zia. Intelligente, acutissimo, dalla sensibilità sovreccitata, osservava e interpretava con disincanto la realtà intorno a sé, quella famigliare e quella sociale, che si svolgeva nella piazza del mercato, unico scorcio di mondo visibile dall’unica finestra a mezzaluna della stanza. Capiva tutto, Jérôme, intuiva grandi verità che sfuggivano agli adulti… oppure no?
Anche in Pioggia nera come in altri romanzi di Georges Simenon sono evidenti alcune delle caratteristiche più significative della sua scrittura, che il lettore appassionato di questo prolifico autore impara ben presto a riconoscere.
La duplice narrazione, di una vicenda privata, spesso molto semplice come in questo caso, e, parallelamente, la vita sociale o politica − talvolta del mondo del lavoro o della malavita − si intersecano attraverso le azioni dei personaggi rivelando verità profonde o profonde ingiustizie e quasi sempre le imprescindibili contraddizioni della natura umana.
Le descrizioni sono talmente incisive e contengono così tante informazioni in poche righe o in qualche parola da suscitare subito nel lettore immagini tanto indelebili da ricordare le scene di un film.
I personaggi vengono proposti con pochi nitidi particolari, centellinati lungo l’intero romanzo, con la promessa non dichiarata che prima dell’epilogo tutto sarà svelato, perché Georges Simenon, che crea per sottrazione, sa già tutto e non dubita della loro autenticità. Lo scrittore conosce intimamente le vite di ciascuno di loro, li osserva con disincanto e li descrive senza fare sconti a nessuno, rasentando la crudeltà (proprio come fa il protagonista Jérôme).
Ai suoi lettori Georges Simenon presenta zia Valérie come “… una donna enorme (…) con la faccia larga e grassa, diversi strati di doppio mento e una peluria scura sopra il labbro superiore”. E poi: “(…) con gli occhi acquosi in cui galleggiavano due pupille che sembravano pillole di veleno”. E ancora: “È terribile! Da quando tua zia è qui, non si può più entrare in gabinetto. Puzza in modo tale…”.
Non solo zia Valérie ma anche la famiglia Lecœur, la signorina Pholien, vicina di casa che dà una mano in negozio, la venditrice di formaggio al mercato, il piccolo Albert, sua nonna l’austera vedova Rambures e le loro vite vengono presentati al lettore il più tardi possibile, suscitando in noi l’irrefrenabile desiderio di continuare a leggere.
Il libro in una citazione
«Per un attimo calò il silenzio, uno di quei silenzi che fanno dire: “Passa un angelo”.»
17 aprile 2020
© RIPRODUZIONE RISERVATA
[…] LEGGI LE ALTRE RECENSIONI DEI LETTORI […]