I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Morgana”
“Che bello questo libro! Scritto con la solita bravura delle autrici, narra le storie di dieci donne capaci, ognuna nel suo campo, di rompere gli schemi ed essere rivoluzionarie.
Sono ‘storie educative e non edificanti’, come recita la quarta di copertina. Più di tutte mi hanno colpito quelle di Marina Abramovic e Grace Jones. Per entrambe ho avuto subito l’impulso di cercare in Rete i riscontri di quanto leggevo e questa cosa ha rafforzato ancor di più l’impatto. La performance della Abramovic al MoMA di New York, per esempio, è di un effetto emotivo dirompente. Lettura consigliatissima.”
@VincenzoMilani su twitter (3 ottobre 2019)
Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe
Autrici: Michela Murgia, Chiara Tagliaferri
Editore: Mondadori
Genere: Moderna e contemporanea
Collana: Strade Blu. Fiction
Anno edizione: 2019
Pagine: 240
Cosa scrive l’editore
Moana Pozzi, Santa Caterina, Grace Jones, le sorelle Brontë, Moira Orfei, Tonya Harding, Marina Abramovic, Shirley Temple, Vivienne Westwood, Zaha Hadid. Morgana non è un catalogo di donne esemplari; al contrario, sono streghe per le donne stesse, irriducibili anche agli schemi della donna emancipata e femminista che oggi, in piena affermazione del pink power, nessuno ha in fondo più timore a raccontare.
Il nemico simbolico di questa antologia è la “sindrome di Ginger Rogers”, l’idea − sofisticatamente misogina − che le donne siano migliori in quanto tali e dunque, per stare sullo stesso palcoscenico degli uomini, debbano sapere fare tutto quello che fanno loro, ma all’indietro e sui tacchi a spillo.
In una narrazione simile non c’è posto per la dimensione oscura, aggressiva, vendicativa, caotica ed egoistica che invece appartiene alle donne tanto quanto agli uomini.
Le Morgane di questo libro sono efficaci ciascuna a proprio modo nello smontare il pregiudizio della natura gentile e sacrificale del femminile. Le loro storie sono educative, non edificanti, disegnano parabole individuali più che percorsi collettivi, ma finiscono paradossalmente per spostare i margini del possibile anche per tutte le altre donne.
Nelle pagine di questo libro è nascosta silenziosamente una speranza: ogni volta che la società ridefinisce i termini della libertà femminile, arriva una Morgana a spostarli ancora e ancora, finché il confine e l’orizzonte non saranno diventati la stessa cosa.