I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Le gratitudini”
“Ma poi alla fine non si capisce perché la demenza senile debba essere un argomento tabù per la letteratura contemporanea. È qualcosa che entra prima o poi nella vita di tutte le famiglie, un male oscuro al quale non si riesce – forse non si vuole riuscire – a trovare una soluzione. Delle persone anziane interessa poco e il drammatico recente vissuto non fa altro che confermare questa triste considerazione.
La scrittrice francese Delphine de Vigan riesce a trattare l’argomento con una leggerezza che conquista, sicuramente grazie anche a un’ottima traduzione di Margherita Botto, che fa vivere la storia con intensità. Michka, la protagonista, è una donna anziana e sola che ha fatto la correttrice di bozze per tanti anni e che, a un certo punto, non riesce più a esprimere i concetti con le parole giuste, quindi deve essere ricoverata in un istituto per anziani. Il suo presente intorbidito e un po’ del suo passato, che riaffiora parzialmente nitido, vengono raccontati a due voci, dall’ortofonista Jérôme, che prova a salvare il salvabile, e dalla giovane Marie, una vicina di casa a cui Michka in passato ha fatto in parte da mamma, supplendo agli squilibri psichici della madre vera.
L’insieme è decisamente triste, ma il lettore divorando le pagine non può fare a meno di volere bene a Michka, a Jérôme e a Marie, figure di un’umanità che rende meno pesante un argomento, quello della demenza senile appunto, che sa essere spietato quando lo si vive in prima persona.”
Enzo Palladini nel gruppo facebook (30 giugno 2020)
“Quanta dolcezza, in questo libro. Quanta commozione. È un mondo che conosco bene, quello della vecchiaia: raramente l’ho visto raccontato con tanta delicata e semplice verità.”
@Dreamhunter72 su twitter (23 marzo 2020)
“Michka sta perdendo le parole ed è costretta ad andare a vivere in una residenza per anziani. Qui riceve assistenza continua e le visite di Marie, ex vicina di casa a cui ha fatto da madre. Con il giovane terapista Jérôme, ortodontista che la aiuta a non perderle tutte, le sue parole, si instaura un rapporto speciale. Un giorno gli racconta che vorrebbe tanto ringraziare la famiglia che la accolse durante la guerra e le salvò la vita per poi poter lasciare questo mondo in pace con se stessa.
Jérôme farà di tutto per esaudire questo suo ultimo desiderio, perché il valore di un semplice ‘gratis’, come direbbe Michka, è davvero prezioso e inestimabile.
Un romanzo breve in cui c’è assolutamente tutto: una trama ben definita, personaggi ben caratterizzati, ma soprattutto l’Amore, quella forza impalpabile che muove il mondo e veicola i rapporti umani.
Libro consigliatissimo, soprattutto in questo momento di grande sconforto. Abbiamo bisogno di queste storie.”
@theinsta_reader su instagram (10 marzo 2020)
Le gratitudini
Autore: Delphine de Vigan
Titolo originale: Les gratitudes
Traduttrice: Margherita Botto
Editore: Einaudi
Genere: Moderna e contemporanea
Collana: Supercoralli
Anno edizione: 2020
Pagine: 160
Cosa scrive l’editore
Michka sta perdendo le parole. Proprio lei, che per tutta la vita è stata correttrice di bozze in una grande rivista, lei che al caos del mondo ha sempre opposto una parola gentile, ora non riesce più a orientarsi nella nebbia di lettere e suoni che si addensa nella sua testa. E cosí adesso Michka vive in una residenza per anziani.
A dire il vero, se non fosse stato per quelle parole birichine e qualche trascurabile intoppo nelle attività quotidiane, sarebbe rimasta volentieri nel suo accogliente appartamento parigino. Ma è meglio così: qui riceve assistenza continua, e poi non voleva che Marie, l’ex vicina a cui ha fatto da seconda madre, si preoccupasse tanto per lei. E allora biscottini, sonnellini, uscitine, passettini: Michka si piega, con una certa riluttanza, al ritmo fiacco delle giornate “da vecchia”, alle stravaganze degli altri “resistenti”, ai sogni infestati dalla temibile direttrice.
Confinata nella sua stanzetta asettica, sempre più fragile e indifesa, a Michka non resta che consolarsi con le visite di Marie e le chiacchierate con Jérôme, il giovane ortofonista che lavora nella casa di riposo. Il ragazzo, infatti, ha ceduto presto alla tenera civetteria della sua paziente discola – gli esercizi per il linguaggio “la sfioriscono” –, che vuole solo raccontare e farsi raccontare.
A poco a poco, però, le parole si fanno più rare, barcollanti, e, anche se non ha perso il senso dell’umorismo, Michka è consapevole di non poter deviare l’inesorabile corso degli eventi. Ed è proprio per questo che vorrebbe realizzare un ultimo, importante desiderio: ringraziare la famiglia che l’accolse durante la guerra e che di fatto le salvò la vita. Saranno Marie e Jérôme ad aiutarla, perché anche loro conoscono il valore inestimabile di un semplice “gratis”, come direbbe Michka.