Alessandro Raschellà, 39 anni, si definisce prima di tutto lettore forte, ma da diverso tempo affianca l’attività di scrittore al ruolo di assistant professor in Computer Science e Computer Network presso l’Università John Moores di Liverpool.
Il primo dei suoi tre romanzi, Mia nonna fuma, ha vinto da inedito il concorso “Parole da scrivere”, indetto dall’associazione culturale Libro Aperto. L’originalità e la forte critica sociale sferzata attraverso le esperienze di vita di un ragazzo naïf sono state le motivazioni che hanno spinto la giuria a far ottenere a Raschellà la prima pubblicazione.
Accadeva nel 2012, ma ancora oggi Mia nonna fuma è il libro cui l’autore si sente più affezionato, tant’è che questo titolo è diventato anche il nome del suo blog letterario.
LA VOCE DELLO SCRITTORE
Alessandro Raschellà racconta
Mia nonna fuma
Alessandro Raschellà, com’è nata l’idea di Mia nonna fuma?
«Mia nonna fuma è il punto d’incontro tra la mia passione per la letteratura, il mio problema di concentrazione, che ha un po’ condizionato la mia vita, e una serie di personaggi strani che ho conosciuto durante i miei viaggi. Un giorno ho pensato che anch’io avrei voluto scrivere un libro per appassionare qualcuno con le mie esperienze di vita così come i miei scrittori preferiti appassionano me.»
Quali sono i suoi scrittori preferiti?
«Gli autori che più mi danno ispirazione sono Chuck Palahniuk e Douglas Coupland. Mi piace come nei loro romanzi il personaggio “assorba” la storia, lasciandola quasi in secondo piano, e accompagni il lettore in una serie di aneddoti, a volte surreali, che creano una narrazione intorno al protagonista. Lo stile letterario e il carisma dei personaggi per me sono più importanti della storia stessa.»
Dunque cosa racconta Mia nonna fuma?
«Il protagonista soffre di un grave disturbo della concentrazione: proprio mentre gli altri cercano di parlargli, sente canzoni e storie nella testa. Si trova quindi a dover adattare il mondo circostante ai suoi pensieri, ma riuscirà comunque a vivere tutte le esperienze di un ragazzo della sua età: lavori, viaggi e nuove conoscenze.»
A che tipo di lettore consiglierebbe il suo libro?
«Credo che il mio stile possa piacere ai lettori progressisti, che amano leggere generi sperimentali e stili alternativi. Lo sconsiglio quindi a chi non riesce ad apprezzare libri che non siano classici.»
Perché andrebbe letto?
«Perché parlo delle contraddizioni che governano il nostro mondo, delle ipocrisie e delle false verità che ho scoperto viaggiando, confrontandomi con gente di altre culture e di altre religioni. Credo che le riflessioni del protagonista, basate su esperienze di vita reali, possano aiutare a capire il diverso, ad accettare la multiculturalità, e a non cadere nella trappola della xenofobia.»
I viaggi hanno evidentemente giocato un ruolo fondamentale nella sua vita e nella sua esperienza di scrittore. Di quali parla nel libro?
«È vero, in vita mia ho viaggiato molto e ho visitato talmente tanti Paesi che non avrebbe senso citarli tutti. Nel libro parlo di esperienze maturate in Irlanda, Regno Unito, Spagna e Italia, luoghi in cui ho vissuto. Racconto anche un viaggio a New York. Tuttavia, non cito espressamente alcuna città. La particolarità del mio libro sta proprio nella mancanza di punti di riferimento: nessuna città visitata viene nominata, bensì solo descritta, e nessun personaggio ha un nome, al limite solo un soprannome atto a identificarlo.»
Qual è il messaggio che voleva trasmettere?
Far vedere la stupidità del razzismo attraverso gli occhi di un ragazzo naïf.
Cos’è nato prima? La storia o i personaggi?
«Sono nati prima i personaggi, tutti ispirati a persone che ho conosciuto realmente. Le loro vite, assieme a quella del protagonista, hanno poi creato la storia.»
C’è un personaggio in cui si rivede?
«Beh, Mia nonna fuma è una sorta di autobiografia romanzata e influenzata da alcune opere letterarie che ho amato. Quindi sì, c’è un personaggio in cui mi rivedo.»
Ha concepito la trama così com’è stata pubblicata o inizialmente aveva un’altra idea?
«La storia è stata sempre la stessa sin dall’inizio: un percorso formativo di un ragazzo che raggiunge la maturità in seguito ai suoi viaggi.»
Perché questo titolo?
«Lo scoprirete leggendo.»
Quanto è durata la gestazione del testo e qual è stata la parte della lavorazione più faticosa?
«Il romanzo l’ho scritto in poco tempo, più o meno in un paio di mesi. Il processo più lungo e complicato è stata la revisione, effettuata anche grazie alle correzioni proposte da vari amici che mi hanno aiutato a rendere il libro proponibile a una casa editrice.»
Prevede un seguito?
«Non è un libro aperto a un seguito. Però nei miei romanzi successivi, Fratello Skunk e Burundanga, cito aneddoti narrati in Mia nonna fuma.»
Ritiene che i pareri di coloro che hanno letto il libro rispecchino il suo lavoro?
«In un modo o nell’altro, i pareri dei lettori rispecchiano sempre il lavoro di un’opera. Quelli negativi, che sono di solito legati a un’incompatibilità tra lettore e autore, di certo non tolgono meriti a tutto il lavoro necessario per la realizzazione del libro.»
Come ha espresso la sua personale voce di scrittore nel testo? In che modo lo ha reso “suo”?
Trattandosi di una sorta di autobiografia romanzata, il protagonista è stato costruito a partire dal mio carattere e dalle mie esperienze. In tutte le situazioni più assurde, anche quelle che non ho vissuto realmente, l’ho fatto agire pensando a come mi sarei comportato al suo posto. Inoltre, tutti i pensieri del protagonista sono riflessioni mie. In altre parole, ho deciso di esprimere quello che penso sul mondo e sulla vita, usando lui.
Lei ha pubblicato questo libro prima con alcuni editori e poi in self publishing. È però più frequente che accada il contrario. Perché questa decisione?
«Considerandomi prima di tutto un lettore forte, non ho mai avuto una buona impressione del self publishing. Sembrerebbe un controsenso, lo so. Il fatto è che ormai esiste una marea di libri autopubblicati ed è molto complicato trovarne di realmente interessanti. Alla fine, vengono letti dalla cerchia di conoscenti dell’autore stesso e da qualche altro lettore attirato da una promozione intelligente. Tempo fa non avrei mai pensato di pubblicare in autonomia, ma poi ho ceduto perché sono rimasto molto deluso dal lavoro della casa editrice che si è occupata della prima edizione di Mia nonna fuma. Una volta rescisso il contratto, non volendo togliere il libro dal mercato né rivolgermi a case editrici medio-piccole, ho optato per il self publishing.»
Perché ha escluso a priori le case editrici medio-piccole?
«Finora tutte le mie esperienze con le case editrici medio-piccole sono state pessime. Le escludo anche perché credo che, in fondo, la maggior parte delle copie che vendono siano quelle che l’autore stesso riesce a far acquistare ad amici e parenti alle presentazioni, da lui organizzate, oppure agli sconosciuti tramite i canali social o ancora alle fiere, dove si presenta a proprie spese. La casa editrice medio-piccola smercia quasi esclusivamente ai saloni e in poche librerie, gestite per lo più da conoscenti, e comunque parliamo di qualche decina di copie al massimo. Quindi, un giorno, mi sono chiesto: ma vale realmente la pena guadagnare un euro a copia solo per il prestigio di essere pubblicato da una casa editrice − che a volte tanti di quegli euro a copia neppure te li dà − per i libri che vendo io? La risposta evidentemente è stata no e così ho introdotto il self publishing nella mia esperienza di autore.»
Come sta andando?
«L’esperienza si sta rivelando positiva perché sono io a gestire tutto, usando la piattaforma di Amazon: dalla pubblicazione alla promozione, alle vendite. Vorrei quindi continuare a lavorare con il self publishing, affiancandolo, quando e se mi sarà possibile, a pubblicazioni con case editrici importanti.»
Ha cambiato qualcosa nel testo di Mia nonna fuma nelle edizioni successive alla prima?
«Solo pochi dettagli, che non hanno variato lo stile e il senso della storia.»
Ci dice tre titoli di libri che consiglierebbe a un suo amico lettore?
«La breve favolosa vita di Oscar Wao di Junot Díaz, JPod di Douglas Coupland e Il lamento del prepuzio di Shalom Auslander. Consiglierei questi libri perché tra le mie letture preferite sono i più alternativi per stile e trama.»
17 marzo 2020
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Mia nonna fuma
Autore: Alessandro Raschellà
Editore: Amazon KDP (2019), StreetLib (2016), Libro Aperto International Publishing (2012)
Genere: Moderna e contemporanea
Anno di pubblicazione: 2019
Pagine: 172
Versioni disponibili: Cartaceo, eBook
Il libro sui social: @MiaNonnaFuma – profilo twitter; @mia_nonna_fuma – profilo instagram; @MiaNonnaFuma – pagina facebook; www.alessandroraschella.com
Altri libri dell’autore: Brother, Libro Aperto International Publishing (2014), modificato e ripubblicato con il titolo Fratello Skunk, Amazon (2020); Burundanga, Bibliotheka Edizioni (2017).
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