Silvia Roccuzzo, 29enne studentessa di ingegneria robotica all’Università di Pisa, ha lavorato al suo primo romanzo per ben 16 anni. Qualche tempo fa è arrivata la tanto attesa lettera di un editore entusiasta e lo scorso dicembre Morgan e l’orologio senza tempo è finalmente uscito dal cassetto.
Ora Silvia sta già pensando al seguito del fantasy, in cui la pirata Morgan e la sua fedele ciurma affrontano inseguimenti, battaglie e inganni e diventano custodi di un antico segreto nonché di un misterioso orologio da taschino, con le lancette ferme sulle ore dodici.
LA VOCE DELLO SCRITTORE
Silvia Roccuzzo racconta
Morgan e l’orologio senza tempo
Silvia Roccuzzo, come è nata l’idea di questo libro?
«Diversi anni fa, spinta dalla passione per il mare e le avventure fantasy di ogni genere – libri, fumetti, film – decisi per gioco di scriverne una mia. All’inizio era solo un passatempo, ma luoghi e personaggi iniziarono poi a delinearsi in modo consistente.»
A che tipo di lettori consiglierebbe il suo libro?
«Agli amanti del fantasy che cercano qualcosa d’insolito, o a cui possa interessare una storia in cui pirateria, magia e tecnologia si fondono per dare luogo a un mondo nuovo, quasi dal sapore steampunk. Lo consiglierei anche a chi ama scoprire come evolvono le relazioni tra i personaggi e apprezza una nota di humour.»
Perché il suo libro andrebbe letto?
«Per soddisfare il bisogno di evasione. In questo, il mio libro si colloca perfettamente nella letteratura fantastica, che solitamente ha lo scopo di trasportare il lettore in un’altra dimensione, facendolo sognare. Nello specifico, ho cercato di raggiungere questo obiettivo creando un’ambientazione particolare e suscitando curiosità per cosa si cela a monte dell’intreccio.»
Cos’ha di particolare l’ambientazione che ha creato?
«La mia città, Livorno, col suo porto e i suoi locali stile taverna, non può che diventare un ottimo “covo di pirati” in un fantasy. Le vicende si svolgono però nei luoghi più svariati: per mare e nel deserto, in città costiere, in piccoli paesini. Alcune scene sono ambientate in foreste suggestive, che ho un po’ “rubato” al Trentino. Per le abitazioni del villaggio dei maghi devo invece ringraziare mia nonna: fu lei a portarmi da Alberobello un souvenir a forma di trullo, che ora conservo come caro ricordo.»
Qual è il messaggio che voleva trasmettere?
«Il messaggio più importante è che, se vogliamo davvero qualcosa, possiamo riuscire a ottenerla. Come si suole dire, volere è potere. Altro tema rilevante è il ruolo giocato dagli affetti e da valori quali amicizia, amore e lealtà per riuscire in tutto.»
Cosa è nato prima? La storia o i personaggi?
«Più i personaggi, che hanno preso forma nella mia mente in modo definito. Poi la storia si è modellata su di loro.»
C’è uno di questi personaggi in cui si rivede?
«Assolutamente sì. Morgan, la protagonista, è ispirata a me. Un piccolo vizietto di molti autori, oserei dire.»
Ha concepito la trama così come è stata pubblicata o inizialmente aveva un’altra idea?
«L’idea di base è sempre stata la medesima, anche se col tempo la storia è passata dall’avventura marinaresca pura a un ibrido col fantasy e lo steampunk. Ho fatto piccole modifiche in corso d’opera per rendere la trama più chiara o più variopinta oppure semplicemente perché idee diverse venivano a galla.»
Come è arrivata al titolo?
«Sono stata aiutata da una bambina, che non smetterò mai di ringraziare. Il titolo rientrava già nelle mie idee, ma quando lei lo ha proposto spontaneamente, ho avuto un’importante conferma e ho pensato che fosse perfetto.»
Quanto è durata la gestazione del testo?
«Ci ho messo circa sei anni a concludere la storia. Poi ne ho impiegati altri dieci a ricorreggerlo e ad aggiornarlo. Ovviamente portavo avanti altri progetti in parallelo, ma appena avevo tempo tornavo a lavorarci, senza mai sentirmi completamente convinta che fosse pronto.»
Quando ha deciso che era il momento di tirarlo fuori dal cassetto?
«Forse non c’è stato un momento preciso. Durante i miei studi continuavo a lavorarci e, allo stesso tempo, inviavo proposte a varie case editrici. Quando ho finalmente ricevuto la lettera di un editore che si è rivelato entusiasta, mi sono sentita come se mi fosse arrivata una missiva da Hogwarts!»
Lei è laureata in ingegneria biomedica e ora sta studiando ingegneria robotica. La sua formazione universitaria ha influenzato in qualche modo la trama?
«Non molto, perché avevo già sviluppato la storia prima di iscrivermi all’università. In alcuni piccoli dettagli emerge però il tema della tecnologia.»
Come ha espresso la sua personale voce di scrittrice nel testo? In che modo lo ha reso “suo”?
Credo che il tono leggermente sarcastico o a volte canzonatorio nella narrazione sia il mio segno all’interno del libro. Può risultare piacevole o meno, ma è comunque un tratto che può far percepire la voce dello scrittore.
Prevede un seguito?
«La vicenda narrata si può dire autoconclusiva, ma lascia adito a sviluppare nuove avventure. Inizialmente non pensavo a un seguito, nel senso proprio di non aver meditato sulla questione, però ora sono già al lavoro su qualche idea.»
Avrebbe cambiato qualcosa dopo che il libro è stato pubblicato?
«Quanto alla storia, assolutamente nulla. Probabilmente avrei cercato di apportare miglioramenti al testo, correggendo qualche refuso sfuggito ai controlli e rendendo chiaro qualche concetto forse un po’ ostico. A dire il vero, fosse stato per me, lo avrei corretto all’infinito.»
Ritiene che i pareri di coloro che lo hanno letto rispecchino il suo lavoro?
«Penso di sì. Per ora ho avuto qualche parere positivo, anche sullo stile. Se dovessi riceverne di critici, ne farei tesoro per i prossimi libri. Del resto, le nostre abilità sono in continua evoluzione.»
Ha un autore o un’autrice di riferimento che l’ha ispirata anche nella stesura di questo libro?
Essendo una lettrice ‘incallita’, apprezzo e stimo molti autori: Sidney Sheldon, Italo Calvino, J. K. Rowling, Ken Follett, Stephen King, J. R. R. Tolkien, Andrzej Sapkowski, Margaret Weis, Tracy Hickman… Potrei andare avanti fino a domattina! Tuttavia, per questo libro non mi sono ispirata a nessuno di loro. Mi ha aiutato di più ascoltare musica, in special modo quella dei Depeche Mode. Sono orgogliosa di essermi ispirata al cantante del gruppo, Dave Gahan, per delineare qualche personaggio. Sta ai lettori scoprire quale!
Ci dice tre titoli di libri che consiglierebbe a un suo amico lettore?
«Mi verrebbe da fare un elenco interminabile. Se fossi costretta a scegliere, proporrei: La congiura dell’Apocalisse di Sidney Sheldon; Il visconte dimezzato di Italo Calvino e Le cronache di Dragonlance di Margaret Weis e Tracy Hickman.»
10 marzo 2020
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Morgan e l’orologio senza tempo
Autrice: Silvia Roccuzzo
Editore: Gruppo Albatros Il Filo
Genere: Fantasy, Avventura
Collana: Nuove Voci. Imago
Anno di pubblicazione: 2019
Pagine: 456
Versioni disponibili: Cartaceo, eBook
Il libro sui social: Morgan e l’orologio senza tempo – pagina facebook; @morganstr1200 – profilo instagram.
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