I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Un altro bicchiere di arak”
“Avrei tante cose da dire su questo libro, uno dei migliori che ho letto finora. Il bello è che l’ho scoperto per caso, grazie a un’altra lettura, e mi sono innamorata di questa scrittura itinerante.
Un viaggio che doveva durare qualche mese si protrae per cinque anni e, leggendo, il lettore vieno accompagnato dall’autore in Iran, senza nessun aereo, attraverso la Via della Seta. Un viaggio che fa conoscere persone così diverse da noi, ma tanto accoglienti da farti sentire a casa. Un viaggio che è anche geografia e storia insieme, natura e popoli meravigliosi, culture diverse, travagliate e affascinanti. Consigliatissimo a chi vuole viaggiare restando a casa, e a chi viaggia veramente con un solo zaino in spalla, perché insegna a fare a meno di tante cose, vivendo appieno il Paese visitato. In ultimo, ma non meno importante, questo libro mi ha spinto a riprendere in mano l’atlante geografico per vedere la posizione di tutti i luoghi attraversati durante la lettura, e ho cercato in Rete le fotografie dei ponti fatti di liane intrecciate del piccolissimo villaggio di trentaquattro case di Nongriat, sperduto tra Nepal, Tibet, Birmania e Bangladesh.”
@antonella962 su instagram (10 febbraio 2020)
Un altro bicchiere di arak. In Iran attraverso la Via della Seta
Autore: Angelo Zinna
Editore: Villaggio Maori
Genere: Mondo
Collana: Germinale
Anno edizione: 2016
Pagine: 294
Cosa scrive l’editore
Angelo Zinna è alla ricerca di un’esperienza che possa dare senso alla sua vita. Lascia l’Italia per intraprendere un viaggio di pochi mesi lungo la Via della Seta, ma farà ritorno solo cinque anni dopo.
È grazie al suo vissuto che l’autore ci dà un’immagine nuova di un Paese finora poco conosciuto e troppo spesso identificato con la sua storia più negativa.
Tra bicchieri di arak, calle-pace e hijab, dopo i numerosi passaggi in autostop, i doni ricevuti, le nuove amicizie e gli inaspettati inviti in casa, ci rendiamo conto che resistere oggi è, anche, viaggiare senza limiti di confini, senza pregiudizi nei confronti del diverso.