I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Paris-Brest”
“Tanguy Viel ci porta a Brest, cittadina della Bretagna, dove il figlio minore di una famiglia decaduta in seguito a uno scandalo monetario ritorna da Parigi per Natale.
I genitori del ragazzo si sono stabiliti in una casa vista mare nella parte più selvaggia del Finistère, in un’abitazione dallo stile gotico e dall’aria tetra, che ben si addice all’indole malevola della sua famiglia. Una madre dispotica e ai limiti del patologico che fa credere a tutti di essere tornata dall’esilio in Linguadoca per occuparsi dell’anziana madre, alla quale deve la sua lussuosa casa, ma che tratta con ingratitudine. Un padre devastato dallo scandalo per cui fu ritenuto responsabile di un ammanco di quattordici milioni. Un fratello omosessuale, che cerca di nascondere la propria natura, soprattutto alla madre. Infine, la nonna, che vive rintanata in soffitta, grazie al cui denaro l’intera famiglia si sostenta.
Il ritorno a casa è un vero e proprio supplizio, che allontana ancora di più il giovane scrittore dalla famiglia. Una scrittura ipnotica ci racconta una storia fatta di maschere, dietro le quali l’elemento umano è praticamente assente. Bellissimo!”
@theinsta_reader su instagram (13 gennaio 2020)
“Una madre dispotica e maniacale, uno scandalo da milioni di dollari e un figliol prodigo che torna a casa da Parigi con un manoscritto sulla storia della propria famiglia. Ho apprezzato tanto la trama − che mi ha ricordato Irène Némirovsky − e lo stile. Un flusso di coscienza che ci porta alla scoperta delle intricate trame famigliari. Bello e particolare.”
@Ro_Berta_42 su twitter (11 gennaio 2020)
Paris-Brest
Autore: Tanguy Viel
Titolo originale: Paris-Brest
Traduttore: Riccardo Fedriga
Editore: Neri Pozza
Genere: Moderna e contemporanea
Collana: I Narratori delle Tavole
Anno edizione: 2010
Pagine: 158
Cosa scrive l’editore
Una famiglia francese e Brest, la città della Bretagna maldestramente ricostruita dopo la guerra. A Brest ritorna il figlio più giovane, diventato scrittore a Parigi. Ritorna dopo tre anni per trascorrere il Natale in famiglia.
I suoi genitori si sono stabiliti fuori città, nella parte più ostile, selvaggia e rocciosa del Finistère, in una casa sferzata dai venti e visitata da gabbiani e corvi malevoli. In quella costruzione dall’aria sinistramente gotica, il figlio più giovane non tarda a scoprire che la malevolenza è penetrata nel cuore stesso della sua famiglia.
Il padre non riesce a scacciare dalla mente l’ombra dello scandalo che lo ha travolto anni prima. Era il vicepresidente dello Stade Brestois quando il Brest era una grande squadra e ambiva alla Coppa dei Campioni. Diventò una squadretta per colpa di un ammanco di quattordici milioni, di cui lui fu personalmente accusato.
La madre rimugina ancora sul fallimento del negozio di souvenir aperto in Linguadoca, la regione del Sud della Francia dove si erano rifugiati dopo lo scandalo, un fallimento che le ha lasciato in dote ben tremiladuecento cartoline di tori della Camargue e duecentoquarantotto accendini con la riproduzione di Palavas-les-Flot.
La nonna se ne sta rintanata in soffitta, indispettita dall’essere trattata come una vecchia decrepita che vive a spese della famiglia, mentre è esattamente il contrario. E grazie al suo denaro che la famiglia ha potuto far ritorno in Bretagna a testa quasi alta. […]
Il fratello più grande, infine, si sforza miseramente di celare la sua omosessualità, nota ampiamente a tutti e in particolare alla madre che vorrebbe spedirlo da uno psicoterapeuta per “cancellare il male”.
Il ritorno a casa si rivela, insomma, per il giovane scrittore un ritorno a un’esistenza indispettita e boriosa, a un’umanità che si dibatte tra ciò che immagina di essere e ciò che è realmente, e per la quale il denaro è tutto ciò che rimane per non sprofondare nel nulla.
Con la sua scrittura impeccabile, dal ritmo ipnotizzante, Tanguy Viel crea con Paris-Brest uno dei più riusciti ritratti di famiglia della letteratura contemporanea: un balletto di maschere dietro le quali è difficile scorgere un volto umano.