I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Il gatto”
“Un romanzo breve tristissimo. Non è un giallo, è il racconto di due anime disperate. Due anziani, diversissimi per vissuto, estrazione sociale, si incontrano per caso e si sposano. Coabitando, scoprono piccole e grandi differenze che li allontanano, fino a un triste epilogo.
Mi ha colpito l’incapacità di dialogare, perdonare e provare compassione. Ho sentito una sorta di pietà per questi due vecchietti, che sprecano gli ultimi anni delle loro vite a covare astio nei confronti dell’altro, anziché semplicemente avvicinarsi, accettare la reciproca compagnia e sorreggersi. Libro consigliatissimo.”
@libri_cct su twitter (28 febbraio 2020)
Il gatto
Autore: Georges Simenon
Titolo originale: Le chat
Traduttore: Marco Bevilacqua
Editore: Adelphi
Genere: Moderna e contemporanea
Collana: Gli Adelphi
Anno edizione: 2011
Pagine: 165
Cosa scrive l’editore
Da anni, ormai, Émile Bouin e Marguerite Doise non si rivolgono più la parola, e comunicano solo attraverso laconici, ma non per questo meno crudeli, bigliettini. Ciascuno fa la spesa per conto suo, ciascuno ha una sua dispensa, e ciascuno mangia, da solo, a un orario diverso da quello dell’altro.
Del resto, niente li predisponeva a formare una coppia armoniosa: lei è magra, pallida, impettita e irreprensibile; lui tarchiato e sanguigno; lei ha alle spalle gli splendori di una famiglia dell’alta borghesia caduta in rovina e il ricordo di un primo marito musicista; lui viene dal mondo operaio, e nel suo passato ci sono le balere in riva alla Senna, i piaceri semplici del proletariato della banlieue, e una moglie allegra e polposa morta troppo presto. Lei detesta l’odore del sigaro toscano e i modi rozzi dell’uomo; lui trova irritanti le leziosità della donna.
L’odio ha preso corpo in un momento preciso, quando Émile si è convinto che sia stata Marguerite a uccidergli l’amatissimo gatto − e si è vendicato sul pappagallo da lei prediletto. Un odio che da allora si è solidamente installato tra loro, diventando, come scrive Benoît Denis, “un sentimento puro, senza ombre e senza contaminazioni”, del quale non possono fare a meno perché è per entrambi l’unica ragione di vita, e l’unica barriera contro la morte.