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Home » DIOSSINA 2.0, COLD CASE ALL’ITALIANA

DIOSSINA 2.0, COLD CASE ALL’ITALIANA

Nel 1976 un incidente nell’azienda Icmesa di Meda causò la dispersione di una sostanza chimica altamente tossica, la diossina Tcdd, in una vasta area della Bassa Brianza, con particolare incidenza a Seveso. Nel 2013, dunque ben 37 anni dopo quella che è considerata una delle peggiori catastrofi ambientali di tutti i tempi, il giornalista Massimiliano Vergani ha scritto diossina 2.0 − Seveso, dall’Icmesa alla Pedemontana, libro inchiesta ancora molto attuale vista la rinnovata rilevanza del fatto storico e la particolare attenzione rivolta oggigiorno alla tutela dell’ambiente.

LA VOCE DELLO SCRITTORE


Massimiliano Vergani racconta
diossina 2.0 − Seveso, dall’Icmesa alla Pedemontana

Massimiliano Vergani, cos’è esattamente diossina 2.0?

«Un’inchiesta documentata che ricostruisce ruoli, responsabilità e scenari che stanno nascosti fra le pieghe del dramma dell’Icmesa e che, oggi, vengono riproposti dal progetto dell’Autostrada Pedemontana.
Diossina 2.0 è a suo modo un progetto civile, un monologo drammatico e intrigante. Una frustata per le coscienze. Una storia in cui tutto è realmente accaduto.»

Com’è nata l’idea di questo libro?

«Ho vissuto personalmente il dramma dell’Icmesa nel 1976, per fortuna solo marginalmente. Anche se avevo solo 7 anni, quei giorni sono rimasti indelebili nella mia testa. Ho letto tutto ciò che è stato pubblicato, ho consultato gli atti dei processi, ho studiato. Non trovavo però una chiave personale che mi permettesse di affrontare un argomento che, a mio avviso, andrebbe raccontato nelle scuole. Quando poi è arrivato il progetto dell’Autostrada Pedemontana, che dovrebbe passare proprio su quei territori, mi si è accesa una lampadina: ma come? La diossina non si distrugge, è provato! E ora che si fa? Si tira su tutto di nuovo per fare una strada? Con quali conseguenze per la gente della Bassa Brianza? Da lì il libro è nato spontaneamente.»

A che tipo di lettore lo consiglierebbe?

«Ho cercato di raccontare gli aspetti più facilmente comprensibili di una storia dai risvolti infiniti, ho cercato di usare uno stile veloce e giornalistico: è un racconto adatto a tutti, anche ai ragazzini, che del più grande disastro industriale italiano della storia non sanno nulla.»

Perché il suo libro andrebbe letto?

Per essere informati, per la curiosità di riscoprire un ‘cold case’ italiano, per capire che l’atteggiamento delle istituzioni nei confronti di disastri di questa portata, in Italia, non è mai cambiato. E non cambia neppure oggi.

Qual è il messaggio che voleva trasmettere?

«Diossina 2.0 non è fiction, tutto ciò che è scritto è successo nella realtà ed è provato dalle fonti. Io non voglio trasmettere messaggi particolari, ma è la storia – alle volte paradossale – che lo fa da sé. Perlomeno se si ha una minima sensibilità per comprenderlo.»

In che modo ha deciso di raccontare l’accaduto?

«Ci potevano essere molti modi di mettere in fila i fatti. Io ho scelto di abbinare il racconto di quei giorni tragici del 1976, quando scoppiò il reattore dell’Icmesa, con il progetto della nuova Autostrada Pedemontana. Ne è sortita una storia che non passa di moda, sempre attuale, purtroppo, e non ancora conclusa. Infatti, si tratta di un libro che a sei anni dalla pubblicazione vende tuttora.»

Quale è stata la parte più faticosa della lavorazione?

«Ho fatto un lungo lavoro di ricerca delle fonti. E poi di verifica delle stesse su basi, scientifiche, legali o storiche. Non ho voluto alcuna testimonianza, che a distanza di anni sarebbe potuta risultare viziata. Tutto è dimostrato, dimostrabile e provato. E proprio per questo ancora più drammatico.»

Ha mai pensato a un ulteriore approfondimento?

«Dopo qualche anno dalla pubblicazione, visto l’interesse riscosso, ho pensato a una seconda puntata. Però, poi, mi sono reso conto che, piccoli dettagli a parte, la storia è rimasta allo stesso punto e quindi ho deciso che poteva bastare anche così. Sul disastro di Seveso sono state scritte tonnellate di libri, ma – e lo dico con un po’ di presunzione – nessuno ha mai preso in considerazione il fatto della diossina residua e potenzialmente di nuovo pericolosa nel momento in cui sul territorio si fa passare un’autostrada… Constato che, dopo l’uscita di diossina 2.0 il tema è diventato di attualità e molti sono gli articoli e i servizi televisivi prodotti, ancora oggi.»

Avrebbe cambiato qualcosa dopo che il libro è stato pubblicato?

«Il lavoro di preparazione è durato un anno, è stato approfondito con esperti e testimoni. Non si tocca più nulla.»

Ritiene che i pareri di coloro che lo hanno letto rispecchino il suo lavoro?

«Ho ricevuto molti pareri favorevoli, sono stato invitato a darne lettura pubblica, persino di fronte al muro residuo dell’Icmesa, nel giorno del quarantesimo anniversario. Un momento di altissima emozione. Un chimico che lavorava all’Icmesa mi ha detto che avrei potuto essere anche più “cattivo”, andare più in profondità. Tutto sommato, penso di aver fatto un buon lavoro.»

Come ha espresso la sua personale voce di scrittore nel testo?

La struttura del testo mi permette di esprimere una ‘linea’ contraria al passaggio dell’autostrada su territori già martoriati. Una linea che però ho suffragato con prove, dati e fatti. La mia non è dunque una mera opinione, ma semmai una lettura precisa dell’accaduto.

Ha un autore o un’autrice di riferimento che lo ha ispirato anche nella stesura di questo libro?

«Qualcuno, per prendermi in giro, mi ha chiamato il “Paolini della Brianza”. Non è così. A me è sempre piaciuto il lavoro d’inchiesta e in questa occasione mi sono potuto esprimere liberamente su un tema che conoscevo e ho approfondito. L’ispirazione viene dalla mia stessa memoria.»

Ci dice tre titoli di libri che consiglierebbe a un suo amico lettore?

Neve di Maxence Fermine, Il birraio di Preston di Andrea Camilleri e Blonde di Joyce Carol Oates.

3 marzo 2020
© RIPRODUZIONE RISERVATA

diossina 2.0 − Seveso, dall’Icmesa alla Pedemontana

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Autore: Massimiliano Vergani
Editore: Gedi – il mio libro
Genere: Inchiesta giornalistica
Collana: La Community di ilmiolibro.it
Anno di pubblicazione: 2013
Pagine: 72
Versioni disponibili: Cartaceo, eBook
Altri libri dell’autore: Baucetti (la dama, 1998), Rapresentasiòn Prophana (Bellavite Editore, 2002), La guerra dell’acqua (Gedi – il mio libro, 2011), Amblimbone (0111 Edizioni, 2012), Dialoghi con una treenne (Gedi – il mio libro, 2017).

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