
I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “101 storie zen”

“Questo piccolo libriccino di storie zen mi ha lasciata senza parole. Sin dalla prima storia ti trasmette un senso di pace che sembra inaspettato. Tutti i 101 racconti hanno qualcosa da insegnare, se letti con attenzione. Suggerisco di leggerne un paio al dì prima di iniziare la giornata.
Libro consigliato a chi vuole ritrovare la pace interiore. Voto: 101 stelline su cinque!”
@cuore_inchiostro su instagram (13 febbraio 2020)
101 storie zen
Curatori: Nyogen Senzaki, Paul Reps
Titolo originale: 101 Zen Stories
Traduttrice: Adriana Motti
Editore: Adelphi
Genere: Racconti, Religione
Collana: Piccola Biblioteca Adelphi
Anno edizione: 1973
Pagine: 107
Cosa scrive l’editore
“Lo Zen non è una setta ma un’esperienza.” Da questa esperienza, che ha al suo centro la nozione di satori, “illuminazione”, è nata una letteratura immensa, dalle numerose ramificazioni, a partire dal sesto secolo in Cina (sotto il nome di Ch’an) e a partire dal dodicesimo secolo fino ai nostri giorni in Giappone (sotto il nome di Zen).
Ciò che in Occidente ha finito per presentarsi spesso come moda banale è dunque una ricchissima tradizione religiosa, senza la quale è impensabile una grande parte della filosofia, della letteratura e dell’arte estremo-orientali. Per avvicinarsi a questo intricato complesso poche introduzioni sono altrettanto giuste nel tono, svelte e amabili come questa raccolta di storie Zen curata da Nyogen Senzaki e Paul Reps.
Il lettore vi troverà una scelta dalla Raccolta di pietre e di sabbia di Muju, maestro giapponese del tredicesimo secolo, e da altri testi classici Zen, sino alla fine del secolo diciannovesimo.
Con sobrietà e grazia Senzaki e Reps hanno saputo presentare in rapidi tratti apologhi capitali o ignoti, intrecciandoli con felice precisione, in modo che il lettore possa entrare in contatto immediato con le grandi questioni (e con le grandi soluzioni) dello Zen, contatto che troverebbe ben più difficilmente affidandosi a ponderosi manuali, contrari già nella loro costruzione allo spirito Zen – per eccellenza imprendibile e paradossale, irridente verso ogni sapienza soddisfatta, spesso nascosto dietro gli schermi del vuoto e del non sapere.