I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Le Bucoliche”
“Composte tra il 42 e il 39 a. C., Le Bucoliche ci raccontano una vita semplice e innocente, dove agli umili lavori fanno da sfondo silenzi, ozi e canti all’ombra degli alberi.
Scritte durante il drammatico periodo della confisca dei campi e delle guerre civili, queste dieci ecloghe di Virgilio vogliono essere l’evasione in un mondo utopico, dove il contatto con la natura cerca di stemperare la violenza della storia.
La ‘vitamina classica’ che vi proponiamo oggi vi invita dunque a riflettere sull’essenza delle cose, ricordandovi l’importanza di fermarsi e ritagliarsi un pò di spazio per se stessi in mezzo alla frenesia di questo mondo.”
@farmaciadeilibri su instagram (26 ottobre 2019)
Le Bucoliche
Autore: Publio Virgilio Marone
Titolo originale: Bucolĭca
Traduttore: Alfonso Traina
Curatore: Andrea Cucchiarelli
Editore: Carocci
Genere: Classici, Poesia
Collana: Aulamangna
Anno edizione: 2017
Anno prima edizione: 39 a.C. ca.
Pagine: 533
Cosa scrive l’editore
Se Virgilio non avesse scritto Le Bucoliche, fidando nella sua audace giovinezza, il cammino della poesia occidentale sarebbe stato assai differente.
Subito lettissime, imparate a memoria, studiate, le ecloghe vivono di suoni, descrivono frammenti di paesaggi e di vita rustica, parlano di boschi, greggi e amori e al contempo riescono a evocare la dimensione del mito.
Il misterioso Sileno, Titiro e Melibeo, Dafni sono tutte figure che hanno la concretezza del gesto e della parola, ma che pure si muovono in uno spazio attraversato dalla divina forza del canto, in una natura che risuona e partecipa dei sentimenti umani: e allora il puer, l’astro di Cesare, il dio della prima ecloga divengono essi stessi vividi, evidenti.
Ma Virgilio ha voluto anche distogliere lo sguardo dai simboli e dai miti, dal canto che è quasi magia: e ha visto la guerra, il dolore, l’esilio. Se Roma, con gli dei che la abitano, appare come una luce salvifica, essa è pur sempre parte di un meccanismo, o forse di un caos, che ha portato all’ingiustizia.
Testo profondamente “augusteo”, Le Bucoliche sono state pensate e scritte in un’epoca dai caratteri ancora molto incerti, prima che Augusto fosse soltanto immaginabile. Anzi, Virgilio ha contribuito a inventare l’età augustea.
Citazioni tratte dal libro
Titiro, tu sdraiato al riparo di un grande faggio moduli una canzone boschereccia sulla umile zampogna; noi abbandoniamo i territori della patria; tu, Titiro, placido all’ombra fai risuonare i boschi del nome della bella Amarilli. (I, 1-5)
@farmaciadeilibri su instagram (26 ottobre 2019)