I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Guerra e pace”
“Erano anni che volevo leggere questo libro, ma ogni volta che lo prendevo in mano lo posavo con disappunto perché all’inizio è in francese (e ce ne è parecchio in tutto il testo, perché il francese era la lingua della nobiltà russa). Recentemente ho però trovato una traduzione di Einaudi con le parti in francese tradotte in nota; dopo ho scoperto anche una traduzione gratuita in eBook su LiberLiber, senza francese.
Il testo è lungo, ma si legge tranquillamente. Devo comunque ammettere che l’epilogo − che potrebbe essere considerato un trattato storico-sociologico a sé − mi ha provata.
Oltre al bell’intreccio, alla galleria dei personaggi, all’inserimento in un contesto storico ben definito, mi sono rimaste dentro l’assurdità e la leggerezza di alcune scene che bilanciano l’orrore della guerra e che costituiscono le parti necessarie di un grande capolavoro.”
@Vittoriona1 su twitter (7 febbraio 2020)
Guerra e pace
Autore: Lev Tolstoj
Titolo originale: Vojnà i mir
Traduttrice: Emanuela Guercetti
Editore: Einaudi
Genere: Classici, Romanzo storico
Collana: Supercoralli
Anno edizione: 2018
Anno prima edizione: 1865-1869
Pagine: XIV -1658
Cosa scrive l’editore
L’idea di Guerra e pace nasce da lontano, quando un Tolstoj ventottenne reduce dalla guerra di Crimea progetta un romanzo sui decabristi, gli aristocratici protagonisti della rivolta del dicembre 1825 che proprio in quell’anno 1856 ritornano, graziati, dalla deportazione.
Sennonché Tolstoj si ritrova a cercare sempre piú indietro nel tempo la chiave per interpretare il presente, l’idea originaria viene abbandonata, e a partire dal 1863 prende forma l’ambiziosissimo progetto di un’opera corale che abbracci le guerre napoleoniche dal 1805 alla grande epopea del 1812, con l’invasione francese e l’incendio di Mosca, per spingersi con l’epilogo fino al 1820.
In sette anni di lavoro intensissimo Tolstoj si documenta, legge monografie storiche, memorie, diari, scava nelle tradizioni famigliari, rielabora la sua esperienza di militare, scrive e riscrive schemi, appunti, varianti: migliaia di pagine. Il risultato è un’opera che ancora oggi stupisce per l’ampiezza e la profondità dello sguardo e in cui si fondono azione romanzesca, materiale storico e discorso filosofico, “non un romanzo, ancor meno un poema epico, ancor meno una cronaca storica”, secondo Tolstoj stesso.
A un secolo e mezzo dalla sua pubblicazione, Guerra e pace è ancora uno dei libri piú amati della letteratura occidentale: forse perché con la ricchezza del suo intreccio soddisfa la nostra sete di storie, o perché ci propone personaggi talmente vivi e attendibili che tendiamo a pensarli come uomini e donne reali. O perché qui Tolstoj porta a perfezione il suo famoso metodo artistico che ci fa vedere come nuovi oggetti e situazioni, e riesce a realizzare quello che in una lettera definisce, senza mezzi termini, come “il fine dell’artista”: “fare amare la vita in tutte le sue infinite, inesauribili manifestazioni”. Nientemeno. O perché ci affascina con la sua ostinata ricerca della verità, applicata sia all’analisi psicologica sia alla descrizione dei comportamenti sociali, sia all’indagine di quell’”infinito labirinto di nessi” che è per lui il tessuto della storia.
Una ricerca che spesso si avvale anche dell’umorismo, e che non teme le contraddizioni. Cosí in Guerra e pace la potente denuncia degli orrori e dell’insensatezza della guerra non esclude la descrizione della bellezza di un campo di battaglia o dell’ebbrezza di una carica di cavalleria, e nel resoconto di una battuta di caccia c’è posto per la felicità di chi avvista il lupo e per i “pensieri” dell’animale braccato.