I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Inferno”

“Ho amato Il codice da Vinci. Ho amato ancora di più Angeli e demoni.
E mi è piaciuto moltissimo anche Inferno.
Tornano qui le avventure di Robert Langdon che, tra Firenze, Venezia e Istanbul, instaurerà una vera e propria corsa contro il tempo per bloccare e impedire la diffusione di un virus (Inferno, per l’appunto) che rischia di decimare la popolazione mondiale come fece la peste in passato.
Gli indizi da decifrare seguono tutto il cammino di Dante nella sua Divina commedia. Colpi di scena, ansia, menzogne, illusioni e un video che getta tutti nel terrore. Eppure nel finale, che sorprende − diversamente dal film − c’è anche spazio per un’attenta riflessione sulla sovrappopolazione e la mancanza di risorse.
C’è il tema della diversità, del sentirsi fuori dal mondo, della difficoltà nel sentirsi accettata, in Sienna, personaggio femminile che accompagna Robert in quest’avventura. E c’è l’Arte. La Bellezza. Da Vasari a Botticelli. La bellezza delle città: Firenze, Venezia, Istanbul. E la Divina commedia che ti viene quasi voglia di rileggere con più attenzione. Questo libro a me è piaciuto e lo consiglio!”
@marta.sognatrice su instagram (22 giugno 2019)
Inferno
Autore: Dan Brown
Titolo originale: Inferno
Traduttori: Nicoletta Lamberti, Annamaria Raffo, Roberta Scarabelli
Editore: Mondadori
Genere: Gialli & Noir
Collana: Oscar Absolute
Anno edizione: 2016
Pagine: 522
Cosa scrive l’editore
Il professore di simbologia di Harvard Robert Langdon viene trascinato in un tormentato mondo che ruota intorno a uno dei più durevoli e misteriosi capolavori della letteratura mondiale: l’Inferno di Dante Alighieri.
Su questo sfondo, Langdon si trova a combattere contro un agghiacciante avversario e un ingegnoso enigma che lo sospinge in uno scenario di arte classica, passaggi segreti e scienza futuristica. Guidato dall’epico e fosco poema dantesco, Langdon si affanna a cercare risposte e a decidere di chi fidarsi prima che il mondo venga per sempre cambiato.
Il volto di Dante che ci guarda dalla copertina è il motore mobile di un thriller che di “infernale” ha molto. Il ritmo e poi il simbolismo acceso, e infine la complessità dei personaggi. Non è sorprendente che lo studioso di simbologia Robert Langdon sia un esperto di Dante.
È naturale che al poeta fiorentino e alla visionarietà con cui tradusse la temperie della sua epoca tormentata il professore americano abbia dedicato studi e corsi universitari ad Harvard.
È normale che a Firenze Robert Langdon sia di casa, che il David e Piazza della Signoria, il Giardino di Boboli e Palazzo Vecchio siano per lui uno sfondo familiare. Ma ora è tutto diverso, non c’è niente di normale. È un incubo e la sua conoscenza della città fin nei labirinti delle stradine, dei corridoi dei palazzi, dei passaggi segreti può aiutarlo a salvarsi la vita.
Il Robert Langdon che si sveglia in una stanza d’ospedale, stordito, sedato, ferito alla testa, gli abiti insanguinati su una sedia, ricorda a stento il proprio nome, non capisce come sia arrivato a Firenze, chi abbia tentato di ucciderlo e perché i suoi inseguitori non sembrino affatto intenzionati a mollare il colpo. Barcollante, la mente invasa da apparizioni mostruose, il professore deve scappare.
Aiutato solo dalla giovane dottoressa Sienna Brooks, soccorrevole, ma misteriosa come troppe persone e cose intorno a lui, deve scappare da tutti. Comincia una caccia all’uomo in cui schieramenti avversi si potrebbero ritrovare dalla stessa parte, in cui niente è quel che sembra.