I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Il soccombente”
“Tre pianisti si incontrano a un corso di Horowitz a Salisburgo. Uno di loro si rivelerà un vero genio della musica, gli altri due la abbandoneranno e reagiranno in maniera diversa. Un libro che ho scovato ‘a naso’. Mesi fa c’era una promozione Adelphi e il titolo mi ha incuriosita molto… ebbene, attraverso una scrittura ‘ossessiva’ viene fuori una storia triste di insuccesso e infelicità. Veramente una perla rara. Un gioiellino!”
@Ro_Berta_42 su twitter (10 luglio 2019)
Il soccombente
Autore: Thomas Bernhard
Titolo originale: Der Untergeher
Traduttrice: Renata Colorni
Editore: Adelphi
Genere: Moderna e contemporanea
Collana: Gli Adelphi
Anno edizione: 1999
Pagine: 186
Cosa scrive l’editore
A un corso di Horowitz, a Salisburgo, si incontrano tre giovani pianisti. Due sono brillanti, promettenti. Ma il terzo è Glenn Gould: qualcuno che non brilla, non promette, perché è. E presto diventerà una leggenda.
Mentre Gould, un giorno, suona le Variazioni Goldberg di Bach, il suo amico Wertheimer si sente trafitto, annientato: sa che in quel modo non suonerà mai. E, se così sarà, la sua vita intera si rivelerà essere quella di un soccombente, come Glenn Gould stesso lo aveva chiamato. In questa scena sono racchiusi tutti gli elementi che segneranno il futuro dei tre amici.
Gould morirà suonando le Variazioni Goldberg, raggricciato sulla tastiera, nel tentativo sempre rinnovato di essere non già un interprete al pianoforte, ma il pianoforte stesso, il suo Steinway.
Wertheimer sarà travolto dalla meccanica feroce dell’emulazione, della debolezza profonda, dell’incapacità di essere unico e della coscienza di non esserlo.
Il narratore, che è il terzo pianista, rinuncia anche lui al pianoforte, ma tesse una trascendentale partitura di prosa: questo libro, variazione romanzesca sul tema della grazia e dell’invidia, di Mozart e Salieri, ma ancor più sul tema terribile del non riuscire a essere.