I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Il cuoco dell’Alcyon”
“Un po’ diverso dagli altri per ambientazione, personaggi e tipo di trama. La nota finale dello scrittore fa capire il perché di questa ‘originalità’. Questo libro non è sicuramente il mio preferito tra quelli con Montalbano protagonista, ma non mi è dispiaciuto.”
@angeloambrosell su twitter (4 marzo 2020)
“Un Montalbano molto cinematografico, il che è insieme un bene e un male. Comunque è anche onirico, poetico, solido. Spietato. Le mie pagine preferite sono quelle sull’eclissi di luna.”
@BooksPrincess su twitter (9 luglio 2019)
Il cuoco dell’Alcyon
Autore: Andrea Camilleri
Editore: Sellerio Editore
Genere: Gialli & Noir
Collana: La Memoria
Anno edizione: 2019
Pagine: 251
Cosa scrive l’editore
Tutto è indecidibile, sogno e realtà, vero e falso, maschera e volto, farsa e tragedia, allucinazione e organizzata teatralità di mosse e contromosse beffarde, in questo thriller che impone al lettore, tallonato dal dubbio e portato per mano dentro la luce fosca e i gomiti angustiosi dell’orrore, una lettura lenta del ritmo accanito dell’azione.
Tutti si acconciano a recitare, nel romanzo: che si apre drammaticamente con i licenziamenti degli impiegati e degli operai di una fabbrica di scafi gestita da un padroncino vizioso e senza ritegno, detto Giogiò; e con il suicidio, nello squallore di un capannone, di un padre di famiglia disperato.
Da qui partono e si inanellano le trame macchinose e la madornalità di una vicenda che comprende, per “stazioni”, lo smantellamento del commissariato di Vigàta, la solitudine scontrosa e iraconda del sopraffatto Montalbano, lo sgomento di Augello e di Fazio (e persino dello sgangherato Catarella), l’inspiegabile complotto del Federal Bureau of Investigation, l’apparizione nebbiosa di “’na granni navi a vela”, Alcyon, una goletta, un vascello fantasma, che non si sa cosa nasconda nel suo ventre di cetaceo (una bisca? Un postribolo animato da escort procaci? Un segreto più inquietante?) e che evoca tutta una letteratura e una cinematografia di bucanieri dietro ai quali incalza la mente gelida di un corsaro, ovvero di un più aggiornato capufficio dell’inferno e gestore del delitto e del disgusto. “L’Alcyon […] aviva la bella bitudini di ristari dintra a un porto il minimo ’ndispensabili e po’ scompariri”.
Il romanzo ha, nella suggestione di un sogno, una sinistra eclisse di luna che incombe (detto alla Bernanos) su “grandi cimiteri”. La tortuosità della narrazione è febbrile. Prende il lettore alla gola. Lo disorienta con le angolazioni laterali; e, soprattutto, con il tragicomico dei mascheramenti e degli equivoci tra furibondi mimi truccati da un mago della manipolazione facciale.
Sorprendente è il duo Montalbano-Fazio. Il commissario e l’ispettore capo recitano come due “comici” esperti. “Contami quello che capitò”, dice a un certo punto Montalbano a Fazio. E in quel “contami” si sente risuonare un antico ed epico “cantami”: “Cantami, o Diva, del pelide Achille l’ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei […]”.
Il cuoco dell’Alcyon è il penultimo dei romanzi della serie del Commissario Montalbano, inaugurata da La Forma dell’acqua (1994), cui sono seguiti Il cane di terracotta (1996), Il ladro di merendine (1996), La voce del violino (1997), La gita a Tindari (2000), L’odore della notte (2001), Il giro di boa (2003), La pazienza del ragno (2004), La luna di carta (2005), La vampa d’agosto (2006), Le ali della sfinge (2006), La pista di sabbia (2007), Il campo del vasaio (2008), L’età del dubbio (2008), La danza del gabbiano (2009), La caccia al tesoro (2010), Il sorriso di Angelica (2010), Il gioco degli specchi (2011), Una lama di luce (2012), Una voce di notte (2012), Un covo di vipere (2013), La piramide di fango (2014), La giostra degli scambi (2015), L’altro capo del filo (2016), La rete di protezione (2017), Il metodo Catalanotti (2018). La serie si è conclusa con Riccardino (2020).