I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Il pianista”

“Władysław Szpilman, autore del libro, è un pianista polacco, interprete di Chopin, che visse l’occupazione tedesca della Polonia il 1° settembre 1939 e la conseguente distruzione di Varsavia […]
La narrazione inizia a fine agosto. Nel ghetto ebraico, si notano le differenze tra i ricchi ebrei borsaneristi, che frequentano i caffè in cui lui suona, e i bambini che non hanno da mangiare e vivono per strada.
La mattina del 1° settembre la Seconda guerra mondiale inizia con i raid aerei: d’ora in poi la storia diventa la narrazione della sopravvivenza del protagonista e della sua città. Varsavia viene totalmente distrutta dai tedeschi: una città morta, piena di morti, lungo le strade, nelle piazze e sotto le macerie. La vita umana non vale più niente: uomini, donne e bambini vengono schiacciati e trucidati da mezzi di trasporto, fucilati senza motivo o deportati in luoghi dove la morte sarà ancora più lunga, dolorosa e traumatica.
La cultura e i suoi illustri rappresentanti non sono tenuti in alcun conto. Musicisti, professori universitari, scrittori, poeti, professionisti vengono ammassati su carri bestiame in partenza per un ipotetico luogo di lavoro in Germania e mai più di ritorno. Szpilman il pianista mai avrebbe pensato di diventare scrittore. Ci narra la sua sopravvivenza, resa possibile solo grazie a uomini pronti ad aiutare il prossimo: tra questi l’attore Andrzej Bogucki e la moglie cantante, Janina Godlewska, Lewicki e il tedesco Wilm Hosenfeld, del quale parla Wolf Biermann in un saggio alla fine del libro [nell’edizione Loescher].”
@manuela_reads_too su instagram (21 gennaio 2020)
“23 settembre 1939. Il giovane pianista polacco Władysław Szpilman suona il Notturno di Chopin per la radio locale mentre le bombe tedesche cadono sulla città. La centrale elettrica viene distrutta e la radio polacca ridotta al silenzio. Rinchiusi nel ghetto e assediati dalla fame e dalle malattie, gli ebrei vengono lentamente decimati. La città si ribella e viene evacuata, cosa che nel gergo nazista significa campo di concentramento se si è idonei al lavoro oppure fucilazione. Szpilman vede morire i suoi amici e la sua intera famiglia, riuscendo miracolosamente a sopravvivere tra le rovine della sua Varsavia.
Il pianista è una testimonianza degli Orrori perpetrati dai nazisti nei confronti del popolo polacco, ma è al contempo un barlume di speranza che si fa strada nel Dolore e nella Disperazione mettendo in luce ciò che resta dell’Umanità degli uomini: Szpilman, infatti, fu salvato da un ufficiale tedesco che lo sentì suonare quello stesso Notturno di Chopin su un pianoforte trovato tra le macerie della città.
Di tutto l’orrore di cui Hilter e l’Umanità intera si resero colpevoli, queste testimonianze sono la Memoria e come tale essa va sempre alimentata per non dimenticare ed evitare di ripetere nuovamente gli stessi errori. “
@theinsta_reader su instagram (27 gennaio 2020)
Il pianista. Varsavia 1939-1945. La straordinaria storia di un sopravvissuto
Autore: Władysław Szpilman
Titolo originale: The Pianist
Traduttrice: Lidia Lax
Editore: Baldini & Castoldi
Genere: Romanzo storico
Collana: Romanzi e racconti
Anno edizione: 2017
Pagine: 222
Cosa scrive l’editore
Il 23 settembre 1939 Władysław Szpilman, un giovane pianista di Varsavia, suonò il Notturno in C diesis minore di Chopin per la radio locale, mentre le bombe tedesche cadevano sulla città. Più tardi, un ordigno tedesco distrusse la centrale elettrica e la stazione radio polacca fu ridotta al silenzio. La guerra precipitò Varsavia nell’orrore dell’occupazione nazista. Rinchiusi nel ghetto, gli ebrei furono a poco a poco decimati.
Agghiacciato testimone degli eventi che porteranno alla rivolta e all’evacuazione della città, Szpilman vide morire molti dei suoi amici e la sua intera famiglia, riuscendo miracolosamente a sopravvivere tra le rovine della sua amata Varsavia.
Il pianista è allo stesso tempo la storia straordinaria della tenacia di un uomo di fronte alla morte e un documento della misteriosa, possibile umanità degli esseri umani: la vita di Szpilman fu salvata da un ufficiale tedesco che lo udì suonare quello stesso Notturno di Chopin su un pianoforte trovato fra le macerie.