I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Ossigeno”
“Bello ma complesso, claustrofobico ma avvincente. Un rapimento, una vita distrutta e ricostruita a fatica, altre vite distrutte, quasi un effetto domino. Non sai mai se la persona rinchiusa è quella che sta in gabbia o quelli che sono fuori… Attraverso le pagine si ripercorrono cambiamenti radicali dentro e fuori, incluso l’avvento di Internet e della moderna tecnologia. Niente è come sembra, nessuno è quel che appare. Scritto molto bene, è un signor libro che vale la pena leggere. Per il tema trattato, non lo consiglio però a lettori alle prime armi.”
@Anto962 su twitter (4 gennaio 2020)
Ossigeno
Autore: Sacha Naspini
Editore: edizioni e/o
Genere: Gialli & Noir
Collana: Dal Mondo
Anno edizione: 2019
Pagine: 211
Cosa scrive l’editore
Laura scompare nel nulla il 12 agosto del 1999, a otto anni. Viene ritrovata in un container il 6 ottobre del 2013. Adesso di anni ne ha ventidue.
Luca sta cenando con suo padre, i carabinieri irrompono, portano via l’uomo.
Le accuse mosse nei confronti dello stimato professor Carlo Maria Balestri sono gravissime: dietro la facciata di un antropologo di fama si nasconde il Male. Suo figlio non può che assistere alla scena, impotente. Cosa succede se un giorno scopri che la persona che ti ha generato è un mostro?
Ossigeno è la storia di ciò che resta. La cattura del maniaco non è la fine di un incubo: segna l’inizio di nuove vite.
L’esperimento perverso del professor Balestri continua: non imprigiona più delle bambine in una scatola di ferro, ci sono altre gabbie con le quali in molti devono confrontarsi. Per esempio quella genetica, del sangue, da cui Luca non ha via d’uscita.
E com’è parlare a una figlia sopravvissuta a quattordici anni di reclusione? Laura sorride, si comporta come una ragazza normale. Ma a volte è colta da una sorta di raptus: dopo essersi persa nella città entra in un bar qualsiasi e si chiude in bagno. Se può, resta lì anche per un’ora. È il suo modo per riprendere fiato e poi tornare all’aperto, in apnea. Qualcuno è lì, la sta seguendo e lei lo sa.
La domanda che continua a risuonare è questa: chi ha rinchiuso chi?