I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “La traduttrice”
“Bello e controverso. Bello perché si parla di libri e traduzione di libri, soprattutto classici, e perché l’ho letto sulla base di un suggerimento trovato su twitter (e poi dicono che i social non servono e invece io adoro scambiarvi pareri…). Controverso perché, alla fine, non so se mi sia piaciuto o meno. All’inizio sembrava pesantino, ma il fatto che vengono citati molti volumi è stato un richiamo irresistibile e via via sono arrivata alla fine senza problemi, se non con un pochino di ansia suscitata da ciò che accade proprio ai libri. Protagonista particolare questa traduttrice di Beirut, con un passato abbastanza triste, attorno a cui ruotano personaggi ‘strani’, quasi fuori dalla norma. Fogli su fogli tradotti dall’inglese e dal francese, cinquant’anni di duro lavoro… Per chi? Basta leggerlo per saperlo! E, nonostante la vicenda si snodi a Beirut, c’è un piccolo accenno a Berlusconi, non in veste politica, ancora attualissima, ma come acquirente della casa editrice Einaudi e in una circostanza tragicomica…”.
@Anto962 su twitter (23 agosto 2019)
“Beirut. Aaliya è un’anziana libanese dal passato tragico che è sopravvissuta consolandosi con una forte passione: tradurre i grandi classici in arabo. Libro un po’ lento, di certo non leggero, ma dal finale sorprendente. In ultima analisi, non so se mi sia piaciuto o meno.”
@fabrizioesabri su twitter (1 agosto 2019)
La traduttrice
Autore: Rabih Alameddine
Titolo originale: An Unnecessary Woman
Traduttrice: Licia Vighi
Editore: Bompiani
Genere: Moderna e contemporanea
Collana: Narrativa Straniera
Anno edizione: 2013
Pagine: 303
Cosa scrive l’editore
Dopo Il cantore di storie con questo nuovo romanzo Rabih Alameddine ci trasporta in Libano, a Beirut, e, all’inizio, in un vecchio appartamento della città. È qui che incontriamo Aaliya, una donna di settantadue anni, i capelli tinti di blu, una traduzione da iniziare, forse, e una storia da raccontare.
Aaliya ci parla della sua vita: anni e anni dedicati a leggere i capolavori della letteratura mondiale per poi tradurli, in silenzio, per puro amore, senza che alcuna traduzione veda mai la luce della pubblicazione; mentre per le vie della città cadevano bombe e si udivano gli echi di una guerra capace di trasformare giovani pacifici in spie e assassini.
Una guerra che ha costretto una donna sola come lei, di professione libraia, appassionata di libri, a dormire con un fucile accanto al letto per difendersi da attacchi improvvisi. Una guerra che ha costretto Aaliya a rimandare l’appuntamento con l’amore.
Siamo ciò che leggiamo, disse un saggio, e Aaliya è questo: una creatura meravigliosa, fatta di carta, eppure viva, piena di umorismo, che si nasconde da tutto e tutti dentro una vecchia giacca di lana e dietro la letteratura, cercando nei libri l’amore che la sua famiglia non è stata in grado di darle.