I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “L’anno in cui imparai a leggere”
“L’ho apprezzato molto. Un libro bellissimo, molto raffinato e molto ben scritto.”
@VincenzoMilani su twitter (2 gennaio 2020)
“Questo libro è un piccolo ‘raccoglitore di emozioni’. Una di quelle storie apparentemente semplici, lineari, ma che alla fine sanno donare forse quel qualcosa in più. Storie che profumano di vita quotidiana, di semplicità, e che danno accesso a numerose riflessioni. Sprofondare tra queste pagine significa ritrovarsi a ridere più volte, ma anche a sorridere tra le lacrime. Quei sorrisi che sanno donar dolcezza, quella specie di comprensione di fronte a una sorte che sai già dalle prime pagine accadrà, ma che in fondo speri possa esser diversa. Anche se giusta così, forse.
Uno scrittore che, dopo un primo successo, non riesce a trovare le parole da buttar giù su una pagina che resta bianca per troppi mesi. Un musicista un po’ infantile, con i suoi problemi, ma anche la voglia di migliorare e forse recuperare il tempo perso. E un bambino con lo sguardo d’adulto che forse non ha mai potuto comprendere il vero senso di famiglia, che fa più fatica degli altri a comprendere e donare gesti d’amore, ma che, quando lo fa, scalda il cuore.
È un romanzo che ho divorato, e che ho poi regalato nella speranza che possa donare le stesse emozioni che ho provato io. Questi personaggi − questi tre piccoli grandi uomini − resteranno sempre impressi nel cuore.”
@marta.sognatrice su instagram (28 dicembre 2019)
“Un bel libro così non si riesce a descriverlo in poche parole, bisogna solo leggerlo per apprezzarne appieno la potenza. In queste pagine c’è tanto di quell’amore che, anche quando le hai lette tutte, ti rimane nel cuore a lungo: l’amore che solo un bimbo può dare e ricevere. C’è la spensieratezza di tutti i momenti passati insieme a quell”ammasso di piccole ossa’, come l’autore chiama Lorenzo in un paragrafo, ovvero pezzi di vita vissuta insieme a un bimbo, che non è nemmeno tuo, ma in cui tu, giorno dopo giorno, arrivi a ritrovare persino una somiglianza. C’è l’irruenza di un piccolo terremoto che, all’inizio, nemmeno ti accetta, ma che poi, a poco a poco, s’incastra nella tua vita come una cosa di cui non puoi più fare a meno. Perché, se anche all’inizio Lorenzo è come una delle pagine bianche su cui imparerà a scrivere, diventa per te un libro su cui imparare a leggere la vita. Una vita fatta di partite a calcio in salotto tra Napoli, Milan e Boca Juniors; di puntate infinite ai superpigiamini in tv, che mi hanno ricordato il periodo prescuola materna con il mio primo nipotino; di lotte divertenti con uno scanzonato ragazzo argentino, che poi è il padre naturale di Lorenzo e arriva a scombussolare tutto; di recite alla scuola materna e di primi amori infantili indimenticabili. Ho anche apprezzato il fatto che nei dialoghi con Andres sia stata usata la meravigliosa e così magica lingua argentino-spagnola. Bravo, bravo, bravo Marco Marsullo!”
@Anto962 su twitter (28 ottobre 2019)
L’anno in cui imparai a leggere
Autore: Marco Marsullo
Editore: Einaudi
Genere: Moderna e contemporanea
Collana: Stile Libero Big
Anno edizione: 2019
Pagine: 288
Cosa scrive l’editore
Niccolò ha venticinque anni ed è innamorato perso di Simona. Cosí quando lei, bella e inquieta, parte mollandogli suo figlio Lorenzo, lui decide di prendersene cura, sebbene quel moccioso di quattro anni non lo abbia mai accettato e di notte lo sbattesse puntualmente fuori dal letto.
Niccolò non ha mai fatto il padre, e non sa come gestire capricci, routine, amichetti che giocano a fingersi d’improvviso morti e primi batticuori. In piú, a complicare le cose, ci si mette anche il padre naturale. Riccioli scompigliati e chitarra in spalla, è arrivato dall’Argentina per incontrare il piccolo, e si è installato in casa senza alcuna intenzione di andarsene.
Innamorati della stessa donna, lui e Niccolò si detestano, e il bambino non riconosce un ruolo a nessuno dei due. Eppure, giorno dopo giorno, tra litigi e partite a pallone, pigiama party e impreviste abitudini, questi tre “ragazzi” abbandonati imparano ad appoggiarsi l’uno all’altro, per sorreggersi insieme contro il mondo.
Citazioni tratte dal libro
Perché i figli non sono solo di chi ci mischia dentro il corredo genetico. I figli sono di chi se ne prende cura, di chi scova un ultimo granello di energia per loro, la sera, dopo una giornata infernale. I figli sono di chi, senza pensarci troppo su e senza una garanzia, si innamora di loro, anche se hanno gli zigomi di un’altra persona.
@marta.sognatrice su instagram (28 dicembre 2019)