I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “L’interprete”
“Durante il processo a un gruppo di ex SS, una giovane interprete scopre verità destabilizzanti sulla propria famiglia. Un libro davvero molto bello, una riflessione sulle diverse forme che può assumere il senso di colpa.”
@Dreamhunter77 su twitter (12 marzo 2020)
“Nella storia personale e familiare di Eva il difficile dopoguerra tedesco, il travagliato processo di denazificazione, raccontato in modo intimo e lucido, in cui l’accettazione della negazione, l’indifferenza e la colpa si intersecano per tutto il racconto. Complimenti ad Annette Hess.”
@raf_rob su twitter (3 giugno 2019)
“Francoforte, 1963. Eva prende parte al processo contro alcuni membri delle SS come interprete dal polacco. Scoprirà verità sconvolgenti sui suoi genitori che la cambieranno per sempre. È una storia molto toccante e sconvolgente. Un libro contro l’oblio. Mette a nudo la parte più buia della natura umana. Ci ho messo molto a leggerlo, ma è un libro fatto per riflettere. Bello, bello, bello.”
@Ro_Berta_42 su twitter (19 maggio 2019)
L’interprete
Autrice: Annette Hess
Titolo originale: Deutsches Haus
Traduttrice: Chiara Ujka
Editore: Neri Pozza
Genere: Moderna e contemporanea
Collana: Bloom
Anno edizione: 2019
Pagine: 315
Cosa scrive l’editore
Francoforte, 1963. Durante il processo che vede Fritz Bauer indagare sulle responsabilità di alcuni membri del personale del campo di concentramento di Auschwitz, Eva Bruhns viene assunta come interprete dal polacco degli interrogatori dei testimoni. I suoi genitori, proprietari del ristorante Deutsches Haus (Casa tedesca), si mostrano decisamente contrari alla carriera scelta dalla figlia, così come lo stesso fidanzato di Eva, Jürgen, ancorato alla convinzione che una donna non debba lavorare se il futuro marito si può permettere di mantenerla. Ma la giovane, vinta dalla curiosità e dalla passione, accetta comunque il lavoro.
Eva è figlia di un omertoso dopoguerra, di un boom economico in cui si è disperatamente tentato di seppellire il passato. Ascoltando le scioccanti testimonianze dei processi, però, il suo pensiero corre continuamente ai genitori e ai motivi per cui nella sua famiglia non si parla mai della guerra e di ciò che accadde. Perché sono tutti così restii ad affrontare l’argomento?
Lentamente Eva si rende conto che non solo i colpevoli sono stati colpevoli, ma anche coloro che hanno collaborato, in silenzio, rendendo possibile l’inferno dei campi di concentramento. E che tra quelli che non hanno mai alzato la voce per protestare, rendendosi complici, potrebbero esserci persone a lei molto vicine.
Citazioni tratte dal libro
… capì qual era il suo vero timore: il processo a cui Eva avrebbe partecipato. Si era innamorato dell’innocenza di Eva, della sua purezza, perché lui non era né innocente né puro. Cosa avrebbe provocato in Eva il contatto con il male? E in lui?
@raf_rob su twitter (2 giugno 2019)