I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Una pantera in cantina”
“Gerusalemme. Periodo precedente la nascita di Israele. Un ragazzino, Profi, vive con l’innocenza, gli ideali e lo spirito candido della sua giovane età avvenimenti più grandi di lui. Amos Oz è sempre un maestro nel raccontare queste atmosfere.”
@raf_rob su twitter (4 maggio 2019)
Una pantera in cantina
Autore: Amos Oz
Titolo originale: Panther in the Basement
Traduttrice: Elena Lowenthal
Editore: Feltrinelli
Genere: Moderna e contemporanea
Collana: Universale Economica
Anno edizione: 2010
Pagine: 147
Cosa scrive l’editore
Gerusalemme 1947: mentre gli eventi storici incalzano, un ragazzino ebreo di dodici anni vive un momento di grande significato nella sua vita. Ora che è adulto lo racconta.
Dopo l’Olocausto, quando si rafforza il movimento clandestino per la nascita dello stato di Israele, anche lui ha fondato con un paio di amici una società segreta con l’obiettivo di combattere gli inglesi, che occupano la Palestina, rivendicando il diritto a una patria dopo tanta sofferenza.
Lui è soprannominato Profi, abbreviazione di professore, perché è molto intelligente, ha una cultura enciclopedica, ama studiare le parole e leggere. Di carattere è comunque socievole e vivace, si considera coraggioso come una pantera e gode della simpatia dei compagni di gioco e di cospirazione. Almeno fino al giorno in cui non fa amicizia con il nemico, un sergente inglese che gli insegna la sua lingua in cambio di lezioni di ebraico. Da quel momento agli occhi degli altri diventa un vile traditore, e come tale va punito nonostante la sua pretesa di innocenza.
Una pantera in cantina racconta una piccola grande storia di emozioni e sentimenti adolescenti, un’avventura di amicizia e di crescita, che pone domande incalzanti sulla colpa e sulla fiducia, in un contesto storico di epocali stravolgimenti. Profi è infatti testimone di fatti più grandi di lui, ma ci consente di coglierne appieno gli effetti sulle relazioni umane grazie al suo sguardo ancora candido, alla sua sensibilità intatta.