I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito ad “Acciaio contro acciaio”
“Il primo romanzo di I. J. Singer é solo un preludio di quanto svilupperà nel capolavoro La famiglia Karnowski. Gli ingredienti ci sono tutti: l’ebreo errante, gli shtetl, i pogrom russi, l’eterna terra di conquista della Polonia. Rispetto a tutti gli altri libri di I. J. Singer che ho letto, questo è forse quello che mi è piaciuto meno. È il primo, e l’autore è sbocciato dopo.”
@raf_rob su twitter (14 aprile 2019)
Acciaio contro acciaio
Autore: Israel Joshua Singer
Titolo originale: Shṭol un ayzn
Traduttrice: Anna Linda Callow
Editore: Adelphi
Genere: Classici
Collana: Biblioteca Adelphi
Anno edizione: 2016
Anno prima edizione: 1927
Pagine: 240
Cosa scrive l’editore
Il romanzo, pubblicato anche con il titolo La fuga di Benjamin Lerner, è una carrellata incessante sulla pazzia del Novecento, una fotografia in continuo movimento su un uomo disposto a tutto pur di riconquistare la propria libertà, anche a maledire e ripudiare le proprie ingombranti origini.
Le strade roventi popolate da orde di mendicanti, da cortei funebri, da bande militari tedesche che incedono con grande strepito, dai temuti Ussari della morte che sfilano in tutto il loro minaccioso splendore, da individui affamati e senza casa che si aggirano con espressione apatica, indifferente.
Il gigantesco cantiere sulla Vistola dove gli operai − russi, ebrei e polacchi − si sfiancano assonnati e indolenziti, perennemente sovrastati dal fragore delle onde, dal rombo dei macchinari, dal ruggito delle voci che sbraitano in varie lingue.
È la Varsavia che accoglie Binyamin Lerner, reduce da nove mesi sul fronte galiziano nella fanteria dello zar. E più che mai deciso a sopravvivere, anche a prezzo della diserzione, a conquistare il suo destino in un mondo divelto dalle fondamenta: a contrastare, acciaio contro acciaio, l’inesorabile violenza della Storia. Una violenza che Singer ha vissuto sulla propria pelle e nella quale − mentre seguiamo Binyamin dal vertiginoso caos di Varsavia a una comune agricola in Polesia e infine a Pietroburgo, cuore della Rivoluzione − ci sprofonda, letteralmente, con la prodigiosa maestria che i molti lettori della Famiglia Karnowski hanno imparato a conoscere.