I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Il Signor Cravatta”
“Si parla di hikikomori, di bullismo, di gravi perdite, di amicizie deluse. Incontro tra un giovane e un uomo chiusi in se stessi o in casa per motivi diversi. Da leggere per capire.”
@Anto962 su twitter (24 aprile 2019)
Il Signor Cravatta
Autrice: Milena Michiko Flašar
Titolo originale: Ich nannte ihn Kravatte
Traduttrice: Daniela Idra
Editore: Einaudi
Genere: Moderna e contemporanea
Collana: I Coralli
Anno edizione: 2014
Pagine: 134
Cosa scrive l’editore
“Hikikomori”: cosí in Giappone vengono chiamati i giovani che, spaventati dalla grande pressione che li attende nel mondo degli adulti, si chiudono completamente in se stessi, isolandosi nella loro stanza, senza quasi contatti anche all’interno della famiglia.
Taguchi Hiro è appunto un “hikikomori”, che lascia la sua tana dopo due anni di reclusione. E impacciato, incerto come un recluso si sente e si muove: non riesce quasi a parlare, appena qualcuno per strada lo sfiora si sente male; troppa fisicità e troppo rumore lo fanno soffrire. Trova finalmente pace sulla panchina di un parco dove nessuno lo nota, ma in compenso lui può tenere sotto controllo il mondo circostante.
E vede, sulla panchina di fronte alla sua, un uomo in giacca e cravatta: un tipico “salaryman”, un impiegato che, come Taguchi scoprirà, ha perso il lavoro. Ma non lo ha detto alla moglie e quindi continua a uscire di casa ogni mattina per farvi ritorno solo la sera. Il tempo in mezzo lo passa in quel parco.
Il contatto fra i due non si stabilisce immediatamente: a raggiungere il ragazzo inizialmente è solo il fumo della sigaretta, poi il giovane e l’uomo maturo scambiano qualche parola, poi qualche frase e infine il rapporto si approfondisce, entrambi rivelano le proprie ferite, le proprie incertezze, i propri drammi. E via via le parole riescono a infrangere il muro della non-comunicazione e a sciogliere la paralisi.