I commenti del Let’s Book Club
Cosa scrivono i lettori sui profili social di Let’s Book in merito a “Il miglio verde”
“[…] La storia del Miglio verde è articolata su due piani temporali, ma si focalizza sul racconto delle vicende avvenute nel Blocco E del penitenziario di Cold Mountain nel 1932.
Questo romanzo ci ricorda che non sempre tutto è quello che sembra, che talvolta il buono si scopre tra i cattivi e il cattivo si nasconde tra chi dovrebbe far parte dei buoni. Una storia che, tra il reale e il surreale, pone lo sguardo sul concetto di giustizia e sulle esecuzioni capitali, mostrandone gli orrori — quante morti ingiuste sono avvenute e continuano ad avvenire? — Un libro che porta a riflettere sul male, quello reale e tangibile dell’uomo sull’uomo. Un romanzo che ci ricorda che talvolta la morte non è una condanna ma una liberazione.
Tra tutti i personaggi sicuramente ricorderò sempre: il signor Jingles, l’emblematico topolino di Delacroix che è un po’ il simbolo del romanzo; John Coffey, un personaggio unico, di quelli che ti restano nel cuore.”
@ioviaggioleggendo su instagram (4 luglio 2020)
“Per anni ho evitato Stephen King, associandolo esclusivamente a un genere horror del quale non volevo assolutamente leggere nulla, eppure nei lontani anni Novanta […] questo grande autore mi travolse e suscitò in me parecchie riflessioni.
Il libro in questione fu Il miglio verde […].
King riesce a sorprendere come sempre e qui lascia spazio ai ricordi di un ex guardia carceraria, Paul Edgecombe, un centenario che gode di ottima salute, ospite in una casa di riposo e deciso a mettere nero su bianco quella che è stata la sua vita lavorativa e personale.
In carcere Paul ha accompagnato per anni assassini e stupratori in un lungo corridoio verso la Old Sparkly, la ‘vecchia scintillante’ sedia elettrica. Forse proprio la situazione in cui si trova ora, anche lui parcheggiato in una struttura in attesa della morte, riporta a galla dolorosi ricordi.
Stiamo parlando di assassini, persone che non meriterebbero nemmeno di essere considerate tali, eppure come sempre King non giudica, si limita a riportare i fatti, facendoci provare pietà per quelle povere anime in attesa della fine.
King viene acclamato come il maestro dell’ horror, del paranormale, di qualcosa di così spaventoso, fatto di demoni e stregonerie che possono esistere solo nelle nostre menti e animare gli incubi più neri, ma […] se scaviamo tra le sue pagine, non vi pare che King stia parlando proprio di qualcosa che esiste davvero tra noi?”
@books4hearts su instagram (21 giugno 2020)
“Il miglio verde di Stephen King è un libro tanto meraviglioso quanto straziante. Pubblicato per la prima volta a puntate, in corso di scrittura, è narrato in prima persona da Paul, capo delle guardie del Blocco E di Cold Mountain. Qui vengono tenuti gli assassini condannati a morte, in attesa di finire tra le ‘braccia’ di Old Sparky, la sedia elettrica. È un thriller che gioca su due piani temporali: nel presente, Paul è ormai anziano e vive in uno ospizio, dove decide di narrare il suo passato, in particolare dall’arrivo di John Coffey al miglio verde. Un uomo di colore, enorme, e spaventoso nell’aspetto, ma in realtà fragile […], in netto contrasto con il crimine commesso: la violenza e l’assassinio di due gemelle di nove anni. Ma chi è davvero Coffey? […] Accanto a lui si muovono tanti altri personaggi: dal francese Delacroix […] al tenero e sorprendente Mister Jingles, un topino che si aggira per il miglio verde. L’ultimo tratto da percorrere verso la morte. È un romanzo che apre la via a molte riflessioni. Meraviglioso. Lo consiglio (così come consiglio il film omonimo).”
@marta.sognatrice su instagram (11 marzo 2019)
Il miglio verde
Autore: Stephen King
Titolo originale: The Green Mile
Traduttore: Tullio Dobner
Editore: Sperling & Kupfer
Genere: Moderna e contemporanea
Collana: Pickwick
Anno edizione: 2013
Pagine: 556
Cosa scrive l’editore
Nel penitenziario di Cold Mountain, lungo lo stretto corridoio di celle noto come “Il miglio verde”, i detenuti come lo psicopatico “Billy the Kid” Wharton o il demoniaco Eduard Delacroix aspettano di morire sulla sedia elettrica, sorvegliati a vista dalle guardie. Ma nessuno riesce a decifrare l’enigmatico sguardo di John Coffey, un nero gigantesco condannato a morte per aver violentato e ucciso due bambine.
Chi è Coffey? Un mostro dalle sembianze umane o un essere diverso da tutti gli altri?
Il capolavoro da cui è tratto il film omomino con Tom Hanks.
Citazioni tratte dal libro
Tutti dobbiamo morire, non ci sono eccezioni, lo so, ma certe volte, oddio, il Miglio verde è così lungo.
@ioviaggioleggendo su instagram (4 luglio 2020)
[…] sole o simili. Però non mi ha coinvolta totalmente come gli altri libri di King che ho letto (Il miglio verde, Carrie e Misery). Tuttavia lo consiglio. Una lettura perfetta, soprattutto per il mese di […]